Tra dilemmi filosofici e percorsi iniziatici
In una scena del celeberrimo film ‘Così parlò Bellavista’, lo scrittore e filosofo Luciano De Crescenzo disegna su una lavagna un punto interrogativo e uno esclamativo.
Alla sua ristretta platea di discepoli spiega:
Il Punto Interrogativo è il simbolo del Bene, così come quello Esclamativo è il simbolo del Male.
Quando sulla strada vi imbattete nei Punti Interrogativi, nei sacerdoti del Dubbio positivo, allora andate sicuro che sono tutte brave persone, quasi sempre tolleranti, disponibili e democratiche.
Quando invece incontrate i Punti Esclamativi, i paladini delle Grandi Certezze, i puri dalla Fede incrollabile, allora mettevi paura perché la Fede molto spesso si trasforma in violenza.
Luciano De Crescenzo – Così parlò Bellavista
Le certezze, effettivamente, sono violente, per fede, per esse, si è disposti a morire, ad immolarsi.
Quanto sia un bene, non lo sappiamo; Russell scrisse, però:
Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.
Bertrand Russell
Quello che può sembrare un motto ironico ha, tuttavia, un fondamento scientifico.
In un precedente articolo abbiamo affrontato la questione dell’effetto Dunning-Kruger, rimandiamo a quello per approfondire la questione.
In filosofia il dubbio, in effetti, è sempre abbastanza centrale nel dibattito, anche se nel passare dei secoli e nell’avvicendarsi delle varie correnti ha assunto ruoli diversi.
Per gli scettici il dubito è un punto di arrivo, la ricerca della verità porta al dubbio.
Posizione decisamente diversa quella di Cartesio, che comincia a mettere in discussione la sua stessa esistenza per arrivare a dimostrare quella di Dio.
Cogito ergo sum
Cartesio – Discorso sul metodo
In questo caso il dubbio diventa un metodo per poter giungere alla verità.
Ancora diverso è l’approccio del criticismo, Immanuel Kant si serve del dubbio per definire il metodo di conoscenza della verità stessa.
Di posizioni e differenze potremmo elencarne diverse altre, ma non è quello che ci proponiamo di fare in questo articolo.
Dopo aver accennato agli ambiti del luogo comune e filosofico, preferiamo spostarci in quello iniziatico.
Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà
Luca 22,41-42
Vista la Pasqua imminente, il riferimento a Cristo ci viene immediato.
I vangeli, come spesso capita, non sono univoci nel descrivere il momento della preghiera nell’orto degli ulivi, anche conosciuta come del Getsemani, da alcuni descritta anche come agonia.
Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.
Luca 22,43-44Lo spirito è pronto, ma la carne è debole.
Matteo 26,41
Nel vangelo di Giovanni, non a caso quello più esoterico dei quattro, non c’è nessun riferimento all’episodio.
Anche Cristo, il Dio fatto Uomo, ad un certo punto ha dei cedimenti, dubita di essere capace di affrontare quanto lo aspetta.
In ambito iniziatico, in Massoneria in particolare, il dubbio è il punto di partenza di qualsiasi conoscenza, anche di quelle più alte.
Diventa un momento essenziale nel processo di confronto con le persone che ci circondano.
Se pensiamo di essere in possesso della verità rivelata l’apertura nei confronti degli altri è sempre molto limitata; possiamo anche ascoltarli, ma non daremo mai realmente loro la possibilità di convincerci.
Quando più volte, durante il rituale di iniziazione viene chiesto come i bussanti osino chiedere di essere ammessi, la risposta del Maestro Esperto è sempre la stessa: sono liberi e di buoni costumi.
Dove per libertà non possiamo che intendere soprattutto quella dai pregiudizi, dai preconcetti, dai dogmi.
Il Massone cerca le verità ma sa di non averne. Ha delle opinioni, che prova a sostenere con delle argomentazioni, ma deve essere pronto ad ascoltare quelle degli interlocutori e anche a farsi convincere se queste si rivelano migliori.
La tua verità? No, la Verità,
e vieni con me a cercarla.
La tua, tientela
Antonio Machado – Proverbi e cantari
Ovvio, le certezze sono più comode.
Essere pronti in qualsiasi momento a mettere in gioco la propria visione del mondo, in definitiva se stessi, non è facile.
Può causare sofferenza, anche se si è il Figlio di Dio.
Ci vuole forza per accogliere il dubbio, quella a cui fa riferimento il Grado di Apprendista; quella che serve per accettare le notti che si trascorrono svegli a dilaniarsi, a tormentarsi.
Per chiedersi, ogni volta, se la strada che stiamo percorrendo è quella giusta, se non stiamo effettivamente sbagliando tutto.
Ma è l’unica strada per chi cerca delle verità che non siano quelle comode, che si acquistano per pochi spiccioli sulle bancarelle del si anonimo.
È l’unica strada che potrà portarci, sempre di più, ad identificarci con il Tutto.
Autore Pietro Riccio
Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.