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Debutta al Teatro Delle Palme di Napoli ‘Nina’ con Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e Riccardo Polizzy Carbonelli

Riccardo Polizzy Carbonelli


Intervista in esclusiva con Riccardo Polizzy Carbonelli

Oggi pomeriggio alle 17.30 presso il Teatro Delle Palme di Napoli debutterà la divertentissima commedia ‘Nina’ di André Roussin che vede protagonisti gli artisti Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e Riccardo Polizzy Carbonelli. Nel cast anche Carlo di Maio e Fabio Vasco per la regia di Pino Strabioli e Patrick Rossi Gastaldi. Le scene sono di Bruno Garofalo, i costumi di Silvia Polidori.L’opera, ricordiamo, sarà al Teatro delle Palme di Napoli anche venerdì 20 alle ore 21:00, sabato 21 alle ore 21:00 e domenica 22 alle ore 18:30.

‘Nina’, in qualche modo, rovescia i codici del vaudeville risultando di una modernità sorprendente. Imprevedibili e sagaci contrappunti rendono questa commedia una brillante variazione del classico triangolo amoroso. Il perbenismo ipocrita e borghese prende il sopravvento e soverchia, a tratti, gli stessi canoni del teatro sfociando quasi nel metateatro.

In realtà niente è come sembra. Tutto e il contrario di tutto: morale e piacere, empatia e distacco, dramma e comicità, cinismo e compartecipazione, ironia e gaiezza.

La difficoltà sta nel riuscire a dosare in modo sapiente elementi così contrastanti che, proprio perché ossimorici, si completano ed esaltano a vicenda. Ogni aspetto è trattato in modo raffinato ed elegante e condito da esilaranti scambi di battute e considerazioni sull’amore che rivelano una profondità introspettiva apparentemente insospettabile.

I personaggi solo a prima vista incarnano un ruolo fisso.

La moglie è innamorata dell’amore, più che del marito o dell’amante. Eppure, riesce a trascinarli in un irrefrenabile ed irresistibile turbinio. Indiscussa protagonista d’un rapporto condiviso almeno finché la situazione non si ribalterà dimostrando che l’unione e la solidarietà possono rivolgersi altrove.

Il marito, ipocondriaco, confuso e debole, per puro perbenismo, al solo scopo di ristabilire quell’ordine ormai infranto, pensa di piegarsi alle regole sociali che finirà poi per rovesciare.

L’amante, seduttore incallito e distaccato, non è affatto messo in un cantuccio, anzi, ha un ruolo determinante nell’azione.

Dopo aver chiesto alla gentilissima ed esauriente Vanessa Gravina le sue impressioni su ‘Nina’, torniamo ad interrogare l’altrettanto disponibile Riccardo Polizzy Carbonelli, che, nonostante sia alle prese con le ultimissime prove prima del debutto, riesce sempre a trovare del tempo da dedicarci.

Fondamentalmente ricopre un ruolo scomodo, quello di Gerardo, l’amante, che passa con indolenza e senza troppo convinzione da una donna ad un’altra. Il suo atteggiamento cela, di fondo, noia, insicurezza, frustrazione, insoddisfazione da cui va a scaturire una dirompente comicità.

Riccardo tratteggia la psiche del suo personaggio e il suo relazionarsi agli altri.

Sono sempre molto distaccato dai ruoli che interpreto, sono un tipo d’uomo totalmente diverso da Roberto Ferri o, in questo caso, da Gerardo. Una sfida attoriale come quella di incarnare una psicologia così lontana dalla propria è molto stimolante. Prendo sempre sul serio i rapporti e quindi ho personalmente difficoltà a pensare che possano esistere uomini così futili e ignavi nei confronti del sentimento.

Non stentiamo affatto a credergli, ben conoscendo la profondità, la sensibilità e il tatto che lo contraddistinguono quale persona che nulla ha a che fare con il libertino seduttore che si diverte a collezionare conquiste e inanellare donne, se non quanto a verve e carisma.

In questi giorni abbiamo affrontato il testo partendo dal discorso di situazioni che hanno del consueto: il tradimento e il non approfondire troppo i rapporti per creare una situazione brillante, quasi paradossale. Per approcciare una commedia brillante ed assolvere lo scopo di far divertire bisogna essere molto seri, convinti di fare di una stupidaggine una tragedia. Siamo sempre in un discorso di gioco e di ruolo delle parti. L’augurio che uno si fa è che la vita sia sempre migliore di ciò che rappresentiamo a teatro o nei film.

I due registi, Pino Strabioli e Patrik Rossi Gastaldi, oltre ad essere persone squisite, hanno il pregio di esaminare il testo preservandone l’essenza, catalizzare l’attenzione del pubblico e portandolo a ridere di gusto.

Vanessa Gravina ed Edoardo Siravo sono ugualmente deliziosi e validissimi professionisti. È un piacere continuo lavorare e confrontarmi con loro nel cercare di proporci con varie chiavi di lettura interpretativa per provare a realizzare quella magia del palcoscenico che si realizza in pieno solo davanti al pubblico.

Gerardo Dupis, l’amante di Nina, è un personaggio abulico, annoiato, perdigiorno che ama probabilmente le donne, ma non nel senso profondo del termine, piuttosto quanto specchio di se stesso, secondo il mito di Narciso. Per alcuni versi è come se le sue molte donne lo legittimassero ai suoi occhi e, al tempo stesso, non ne può più di loro. È annoiato da questa routine per cui passa da una storia all’altra, tenendone in piedi parallelamente più di una. La commedia inizia con lui determinato a lasciare Nina perché ha incontrato Cecilia, che però sposata. Con le donne lui si infiamma, poi, quando la relazione diventa troppo seria e impegnativa, le lascia. La difficoltà che invece ha nello staccarsi da Nina deriva dal fatto che lei è una donna diversa, più forte, una ‘Virago’ che così come riesce a gestire la vita del marito potrà fare la stessa cosa anche con l’amante. Quando cioè l’amante diventerà marito, sarà ridotto alla condizione di marito da lei, Gerardo potrebbe diventare uno dei mariti di Nina. Da un punto di vista animalesco, primordiale, probabilmente lui lo percepisce pur non avendo profonde strutture intellettive per comprendere quello che gli accade intorno, ma come istinto di conservazione. Avverte la possibilità di essere manovrato, gestito, anestetizzato da Nina, forse se ne vuole staccare, ma al tempo stesso, da bambino capriccioso, non sa cosa vuole.

Per fare un parallelismo con l’attualità, mi ricorda molti uomini che oggi non si impegnano nei rapporti, preferiscono troncare le relazioni quando diventano impegnative e ne iniziano altre però sempre con la stessa dinamica, con la stessa coazione a ripetere. Gerardo non ha una coscienza vera e propria.

Roussin dipinge l’ipocrisia di una società dell’epoca che vede i ruoli interpretati dalle persone che li ricoprono: il marito recita il ruolo di quello che presto verrà tradito, l’amante quello di colui che ha tante donne e le ruba ai mariti distratti e impegnati a lavorare. Queste caratteristiche di una certa ipocrisia della maschera che ci riconducono, senza volerlo scomodare più di tanto, anche a Pirandello, quei drammi borghesi che Roussin non ha poi voluto esplorare con questa commedia.

Semplicemente attraverso grande ironia, battute e una sorta anche di aforismi, l’autore francese racconta, divertendosi, l’ipocrisia, di quella società del dopoguerra, della ricostruzione e dell’approssimarsi del boom economico che, per certi versi, era anche migliore di questa di oggi.

Soprattutto in ‘Nina’ c’è una gioia di vivere e di non perdere tempo, un ‘Croquer la vie à pleines dents’.

Il merito di Roussin è quello di darci delle indicazioni sempre in chiave di commedia, con un risvolto serio ma non serioso. I personaggi sono compenetrati, ma non si prendono mai troppo sul serio, non hanno coscienza, o meglio, non hanno gli strumenti per migliorarsi, ed è questa secondo me la meraviglia di tali personaggi.

D’altro canto, anche oggi che con l’ausilio della psicologia comportamentale potremmo migliorarci non ci riusciamo. Il demone prevale sulle nostre nevrosi.

È un quadro divertentissimo della società. Roussin non aveva intenzione di scrivere un dramma, ma è pur sempre materiale per drammi, esasperato e reso serio.

Noi lo interpretiamo seriamente, non con il gusto di aspettare la battuta; ognuno di noi è compenetrato nel suo personaggio anche per ottenere il miglior effetto possibile. Più si è convinti del personaggio e più si è in grado di trasmettere senza ammiccare o strizzare l’occhio al pubblico; più lo si fa proprio in modo credibile e più si è divertenti, o, almeno, questa è la cifra stilistica che stiamo cercando insieme.

Insomma, ci sono tutti gli elementi per una commedia di successo: la splendida pièce del 1949, trionfo del commediografo e attore francese Roussin; l’attualizzazione secondo le acute intenzioni registiche dei due affermati addetti ai lavori Pino Strabioli e Patrik Rossi Gastaldi, che attraverso la commedia brillante denunciano il fallimento della società; il cast di valenti professionisti che calcano da sempre i più prestigiosi palcoscenici interpretando personaggi sempre diversi Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e Riccardo Polizzy Carbonelli.

L’imperdibile appuntamento con ‘Nina’ è quindi per oggi pomeriggio alle ore 17:30 presso il Teatro delle Palme di Napoli.

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.

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