Home Rubriche Homo Googlis Dal bullismo al cyberbullismo

Dal bullismo al cyberbullismo

579
cyberbullismo


Download PDF

Negli ultimi due decenni, si è sviluppata un’attenzione crescente verso il problema delle prevaricazioni e della violenza tra gli adolescenti, il bullismo, fenomeno in costante e allarmante crescita, tanto che ci sono stati addirittura molti di studi scientifici per cercare di capire meglio questa questione complessa e multidimensionale.

Nel frattempo, il mondo virtuale emergente ha necessariamente deviato l’attenzione di studiosi e operatori sulle nuove forme di manifestazione che si stanno diffondendo rapidamente tra i giovani.

Lo strumento per commettere atti di bullismo, oggi lo hanno in tasca costantemente, e non se ne distaccano, sia le vittime sia i loro aggressori.

La comparsa del cyberspazio ha esteso la possibilità di vittimizzazione perpetrata attraverso l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione, nonché l’aumento dei canali, si pensi a WhatsApp, ha esteso a dismisura gli strumenti a disposizione degli aggressori.

Da quando i giovani vivono sempre più nel mondo digitale, sui social e sempre più dipendenti dai loro smartphone, il bullismo ha avuto una sorta di upgrade e si è spostato online, diventando una brutta storia di cyberbullismo.

Praticamente, gli “scherzi” cattivi, per usare un eufemismo, sono passati dai corridoi della scuola agli spogliatoi delle palestre, grazie ai clic su tastiere e schermi, ad una dimensione quotidiana costante nella quale le vittime, ad ogni ora del giorno e ovunque si trovino, sono nella condizione di poter subire soprusi, angherie, attacchi verbali da un numero potenzialmente illimitato di aggressori. Pensiamo ad un bambino bullizzato da tutta una scuola.

Nonostante ci siano molti contributi scientifici in materia, quantificare quanto questo fenomeno sia diffuso e quanto incida sui giovani, rimane un compito attuale e difficile. Ci sono diversi ostacoli che rendono complicato fornire stime realistiche e dati concordanti, come le differenze culturali e semantiche nel modo in cui si identifica il bullismo, così come le variazioni negli strumenti di ricerca, nei soggetti che finanziano gli studi e nelle popolazioni coinvolte.

Inoltre, nella realtà scolastica italiana, la rilevazione di questo problema è spesso frammentata e altalenante, mancando ancora di un approccio sistematico e coordinato su larga scala.

Per dirla in parole più semplici, le vittime vivono in un costante terrore e una situazione di angoscia che porta, purtroppo, fin troppo spesso, a non denunciare i comportamenti di bulli e cyberbulli.

Il cyberbullismo rappresenta una minaccia seria, con gravi conseguenze per le vittime coinvolte. Le aggressioni online possono portare a danni psicologici profondi, aumentando il rischio di ansia, depressione e isolamento sociale.

In alcuni casi estremi, il cyberbullismo può anche contribuire al rischio di pensieri suicidi tra le vittime che possono anche essere spinte in tal senso da aggressori senza scrupoli. Si sono registrati già dei casi.

Gli aggressori nel contesto del cyberbullismo spesso si organizzano in gruppi, sfruttando la forza del numero per intimidire le vittime. Questo comportamento di branco può rendere ancora più difficile per le vittime reagire e denunciare gli attacchi, aumentando la sensazione di impotenza.

Gli aggressori confidano molto nella mancanza di denunce da parte delle vittime, approfittando del timore che queste ultime possano provare nel segnalare gli episodi alle autorità scolastiche o ai genitori.

Questa sfida aggiuntiva evidenzia l’importanza di promuovere una cultura di denuncia e di incoraggiare le vittime a non tacere di fronte al cyberbullismo, al fine di contrastare efficacemente questa forma di aggressione.

La prevenzione e la denuncia del cyberbullismo richiedono un impegno congiunto da parte della scuola e della famiglia. Le istituzioni scolastiche devono educare gli studenti su comportamenti online appropriati e implementare politiche anti-bullismo che comprendano anche il mondo virtuale.

Allo stesso tempo, le famiglie giocano un ruolo cruciale nel monitorare l’attività online dei loro figli, fornendo supporto emotivo e incoraggiando una comunicazione aperta sulla loro esperienza online.

La collaborazione tra scuola e famiglia è fondamentale per creare un ambiente sicuro e responsabile per gli studenti.

Sembrano frasi fatte, concetti aridi ripetuti, ma è una realtà con la quale ci dobbiamo purtroppo confrontare.

Print Friendly, PDF & Email

Autore Gianni Dell'Aiuto

Gianni Dell'Aiuto (Volterra, 1965), avvocato, giurista d'impresa specializzato nelle problematiche della rete. Di origine toscana, vive e lavora prevalentemente a Roma. Ha da sempre affiancato alla professione forense una proficua attività letteraria e di divulgazione. Ha dedicato due libri all'Homo Googlis, definizione da lui stesso creata, il protagonista della rivoluzione digitale, l'uomo con lo smartphone in mano.