Ogni anno, in autunno, le foglie cadono. Questo spesso simboleggia la morte e la tristezza.
Ma nel loro destino in questo periodo dell’anno c’è un sapore misto tra amaro e dolce. Mentre possono staccarsi dal ramo, appassire e morire, con tale processo producono nuovo terreno ricco di sostanze nutritive.
Così diventano parte di un processo in cui la morte non è più una fine, ma semplicemente una fase di un percorso ciclico.
Le foglie come viaggio dell’anima, come emblema di fertilità e speranza. Un’immagine per tutte, quella del germoglio verde che nasce tra le foglie secche e il gelo dell’inverno.
La crescita e la rinascita sono simboli universali associati da sempre alle foglie, sono il mezzo attraverso cui la maggior parte delle piante ottiene energia, poiché da lì assorbono i raggi del sole con la clorofilla.
È proprio questa sostanza chimica a dar loro il tipico colore verde. Attraverso questo processo viene dimostrata la connessione che esiste tra tutti gli esseri viventi con l’energia naturale.
Se l’energia vibrazionale viene reindirizzata e utilizzata bene si possono ottenere appunto crescita e rinascita.
Avete mai riflettuto su quante foglie ci sono al mondo? E a quante muoiono e ricrescono ogni volta? Vi siete mai fermati ad osservare un albero nel pieno della sua bellezza e avete notato, invece, quanto è triste quando è spoglio?
La foglia simboleggia la crescita, la fertilità e il rinnovamento: basti pensare a come in primavera gli alberi srotolano le foglioline verdi, come in estate si mostrino grandi e forti e come in autunno si richiudano su se stesse seccandosi per poi cadere; un ciclo vitale che assomiglia molto alle fasi della vita di un essere umano, nasce piccolo e delicato, cresce forte e robusto, invecchia, riempiendosi di rughe, e poi muore.
Nella storia, i grandi imperatori, i letterati e gli esponenti più di rilievo della società hanno sempre indossato corone di foglie per indicare la vicinanza alla divinità e la vittoria. Non a caso, ancora oggi, i laureandi hanno il capo cinto da una corona di alloro ad esprimere la loro riuscita.
In ogni Massone è intrinseco il concetto della Crescita e della Rinascita, è parte della naturale evoluzione di colui che sceglie di dedicare ad esse la propria vita.
L’acacia è uno degli elementi massonici con il significato maggiormente figurativo. Le sue foglie accompagnano tutta la vita del Libero muratore e anche dopo. Rappresenta la speranza e la continuazione della vita dopo la morte e, nell’universo massonico, richiama al concetto l’immortalità.
L’origine di questo simbolo è legata al mito di Hiram. Il leggendario architetto del Tempio di Salomone assassinato dai tre malvagi compagni che volevano indebitamente ottenere la parola del Maestro venne sepolto di notte dai suoi assalitori, che piantarono un ramo di acacia sul tumulo. Indizio che aiuterà a trovare i suoi resti. È curioso che i carnefici che avrebbero dovuto voler nascondere il loro crimine, segnalassero così la sepoltura.
L’acacia acquista così una doppia valenza, come quegli strumenti di costruzione, la squadra, il righello e il mazzuolo, usati dagli uccisori per distruggere. Allo stesso modo, il ramo conficcato nel terreno come traccia del riconoscimento della salma, diviene il segno del Maestro, incarnazione di Hiram. E, difatti, nella simbologia muratoria interviene il Triangolo a conciliare gli opposti.
L’acacia è un albero molto resistente e longevo, che, nell’antichità, veniva utilizzato per rappresentare l’immortalità e in Massoneria rappresenta lo spirito immortale delle idee che passano da una generazione all’altra, simbolo per eccellenza del processo di morte dell’uomo vecchio e rinascita nell’uomo nuovo, punto cardine della filosofia della Libera muratoria.
La saggezza e la rinascita; nell’antichità era considerata l’immagine del legame tra il visibile e l’invisibile, l’acacia è l’albero iniziatico che incarna il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza.
Il giardino è in lutto,
fredda cola tra i fiori la pioggia.
L’estate rabbrividendo
A foglia a foglia l’oro cade
a terra, dall’alto albero d’acacia.
L’estate sorride stupita e languida
nel sognante giardino che trascolorando muore.
A lungo ancora vicino alle rose
l’estate sembra sopravvivere, ma anela al riposo.
Ad uno ad uno chiude i [grandi]
suoi occhi divenuti ormai stanchi.
Herman Hesse – Settembre
Autore Rosmunda Cristiano
Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.