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Covid-19 seconda ondata, la situazione delle Carceri in Lombardia

Carlo Lio


Lio: ‘Istituzioni al lavoro, ma si conferma la necessità di prevedere pene diverse e alternative alla detenzione’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Ha dichiarato Carlo Lio, Difensore Regionale e Garante dei Detenuti in Consiglio Regionale, intervistato oggi, 5 novembre, da Radio Marconi:

Lo scorso marzo, nella prima fase dell’emergenza sanitaria, il Carcere di San Vittore ha allestito un reparto Covid in grado di accogliere i propri detenuti positivi e con sintomi e quelli provenienti da altri Istituti lombardi.

Lazione preventiva e di isolamento dei contagi con la realizzazione di un reparto Covid, collaudato da San Vittore ad inizio pandemia è stato un intervento coraggioso ed efficace e ha permesso di non allargare la zona contagio di provenienza.

Per affrontare la seconda ondata, sono due i centri Covid all’interno degli Istituti penitenziari, San Vittore e Carcere di Bollate. Qui vengono indirizzati i detenuti positivi da tutti i distretti lombardi che non necessitano di ricoveri ospedalieri.

Ad oggi si registrano 240 casi con sintomi Covid, tutti isolati e curati. E se nella prima fase abbiamo assistito ad alcuni momenti di alta tensione e di ribellione poi risolti, in alcuni Istituti come quelli di Monza, Opera e Busto Arsizio, i detenuti si sono auto responsabilizzati aumentando la cura dell’igiene personale e del rispetto del distanziamento, laddove possibile.

Non solo, in alcuni istituti sono state avviate iniziative di sostegno alla società. Tra queste ricordo la raccolta fondi di detenuti e poliziotti del carcere di Busto Arsizio volta a regalare ai degenti in terapia intensiva i tablet per parlare con i familiari oltre a materiale didattico e giochi per il reparto di pediatria dell’Ospedale cittadino.

I detenuti del Carcere di Bollate si sono autotassati raccogliendo circa 1.500 euro da donare alla Protezione Civile Nazionale e alcuni nel Carcere di Monza si sono offerti per donare il sangue. C’è stato un grande senso di responsabilità che ha coinvolto le direzioni, la polizia e i singoli distretti.

Nell’affrontare questa seconda ondata temo che, come nella prima fase, possano essere sospesi i colloqui con i familiari e il lavoro dei volontari all’interno delle carceri.

Da ogni guerra, da ogni difficoltà nasce un insegnamento. Mi auguro che alla fine di questa drammatica situazione la politica, le Istituzioni e la Magistratura si rendano conto che il carcere, così com’è strutturato oggi, non ha le condizioni per poter riabilitare le persone e che dobbiamo immaginare pene diverse e alternative alla detenzione.

In merito alla situazione delle carceri lombarde si precisa che, sulla base dei dati inviati dal PRAP, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria, al Garante dei Detenuti del Consiglio regionale Carlo Lio, i detenuti positivi nelle carceri lombarde sono 131.

Di questi, 82 si trovano nel Centro Covid di San Vittore e 45 in quello di Bollate. Ci sono poi due detenuti nel carcere di Voghera e due in quello di Pavia che risultano positivi ma senza sintomi e in isolamento.

Si segnala, infine, che i centri Covid all’interno degli Istituti penitenziari sono stati attivati anche per evitare l’ospedalizzazione, e che qui arrivano i detenuti con sintomi che necessitano di cure.

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