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Cosimo Alberti: un talento con la tammorra

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Cosimo Alberti


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Con il bravissimo attore napoletano alla scoperta delle antiche origini della danza popolare

Cosimo Alberti, artista a tutto tondo. Ottimo cantante dalla voce profonda e suadente, esperto di danze popolari e, per sua stessa definizione, attore con la tammorra, nonché docente in seminari su balli della tradizione campana. Lo abbiamo apprezzato in più occasioni dal vivo: trascinante e convincente sia in ruoli brillanti che drammatici.
Che si tratti di spettacoli di pura prosa, cabaret o pièce in cui, accanto alla recitazione, dominano canto, ballo e ritmi sciamanici, il risultato non cambia.

Con estrema efficacia ed energia dirompente arriva al pubblico come pochi sanno fare.
Un passato in tv come conduttore televisivo e poi la notorietà a livello nazionale grazie alla più longeva social soap italiana Un Posto al Sole.

Ma non è tutto. Persona colta, sensibile e di una simpatia travolgente. Lo abbiamo avvicinato perché si raccontasse ai lettori di ExPartibus.

Come nasce la tua passione per la tammora e come ti ha portato a curare laboratori di teatro, tradizioni e danze popolari?

Sono figlio di salentini appassionati di pizzica e con il ritmo nel sangue trasferitisi vicino alla Madonna dell’Arco, a Sant’Anastasia (NA), famosa per il ballo delle tammurriate il lunedì in Albis. Sono quindi cresciuto tra pizzica e tammorra, poi da adulto, assistendo al ‘La gatta Cenerentola’, la meravigliosa opera teatrale di Roberto De Simone, sono rimasto folgorato dalla scena del ritmo di tammurriata. Mi sono così addentrato in questo mondo, contagiando, con la mia stessa passione, chi mi accompagna.

Ogni volta che mi accosto ad una qualsiasi danza, oltre ad impararne i passi, mi soffermo sulla storia, il significato, per carpirne ogni segreto. Seguo il popolo della tammorra da moltissimi anni e ho collaborato con Marcello Colasurdo, una delle pietre miliari del folk campano. Gli appassionati del genere mi hanno chiesto se potessi insegnar loro i balli popolari e così ho iniziato a portare in parallelo sia il lavoro attoriale che l’insegnamento coreutico al Museo Masseria Luce di Napoli.

Inizialmente rivolta ad un pubblico di nicchia, quest’arte si sta affermando sempre più per l’esigenza di riscoprire le proprie origini. Ed è lo stesso messaggio che Un Posto al Sole ha voluto mandare inserendo la tammurriata nella storyline: l’importanza dell’attaccamento alle radici, alla terra, alla spiritualità intesa non solo come religiosità, ma come continua ricerca per tendere alla consapevolezza di sé. Inoltre, la produzione mi ha permesso di avvalermi sul set dei miei allievi del seminario, che sono non attori quindi, ma ottimi ballerini di danza classica, moderna e contemporanea. Non potrei essere più soddisfatto.

È stupendo che una real soap così seguita come UPAS mostri, in Italia e all’estero, l’ennesima peculiarità di Napoli e della Campania. Una danza millenaria, sensuale, che rapisce e trasporta, che ha un significato ed una valenza focali, comprensiva di movenze e gesti che rimandano ad un passato ancestrale, agli antichi riti propiziatori di semina e raccolta, al mondo agricolo con i suoi innumerevoli risvolti esoterici, al ciclo eterno della vita da cui tutto trae origine e a cui tutto ritorna.

Il ritmo duplice del tamburo e delle nacchere, le “castagnette”, accompagnati al canto, ora intenso ora dolce, richiamano la dualità dell’universo, il lato maschile e femminile onnipresenti, l’energia del cosmo che si rigenera evolvendosi.

Tempo fa sei riuscito a riportare la tammorra nel luogo in cui è nata, la Turchia, insegnando ai turchi questa suggestiva danza. Ci racconti com’è andata?

Esperienza bellissima di cui vado molto fiero. Quattro anni fa fui contattato da un napoletano che non conoscevo che lavora come interprete all’Associazione culturale e ricreativa Circolo Roma Istanbul che aveva visto dei video pubblicati su YouTube in cui mi esibivo.

Ogni anno, nell’ambito di un progetto culturale, una sorta di scambio esperienziale tra Turchia ed Italia, viene da loro scelta una regione italiana. Anche la volta precedente avevano optato per la Campania e la testimonial era stata la bravissima Teresa De Sio, che li aveva conquistati a tal punto da convincerli a proseguire sulla scia della musica aggiungendovi la danza.

Ho avuto così l’onore di rappresentare la mia regione per tenere un seminario annuale di tammurriata due giorni al mese e, nel tempo libero, mi godevo la splendida città. Divertentissimo è stato il fatto che un napoletano abbia insegnato ai turchi la tammurriata, nata proprio in Anatolia 5000 anni fa come danza omaggio alla dea con i tamburi a cornice. Da Selinunte si è diffusa in Grecia, spostandosi a Roma fino a giungere a Napoli dove è sopravvissuta, rinnovandosi. Quando spiegai loro la storia della tammorra i turchi stessi ne rimasero affascinati.

Oltre che essere attore con la tammorra ti sei anche approcciato alla scrittura e alla poesia e stai preparando un libro, ci puoi già accennare qualcosa?

Qualche anno fa l’artista Gilberto Galasso, che esporta produzioni artigianali sulla cultura partenopea anche all’estero, inventore del calendario almanacco di PupazzAría, con affascinanti decorazioni e divertenti episodi legati alla tradizione pagana, cristiana e contemporanea, mi propose di curare per lui una rubrica del calendario soffermandomi su balli, aneddoti e vicende popolari.

Il riscontro fu ottimo e Valtrend Editore di Napoli, che aveva precedentemente letto un mio libro di poesie e dei racconti, mi chiese se fossi interessato a farne una pubblicazione, arricchendola con il materiale che predispongo per i miei laboratori.

Come dicevo prima, ci tengo che i miei allievi oltre ad imparare la danza, ne percepiscano il significato effettivo. Nell’approfondire i miei studi sono addirittura riuscito a trovare dei falsi storici, come, ad esempio, la tarantella napoletana, che ha un’origine meno antica di ciò che si pensa, in quanto è stata inventata solo nel ‘700 per intrattenere i Borbone.

Ho fatto perfino un parallelismo tra la festa di Halloween e quella delle Lucerne di Somma Vesuviana, che ha sempre puntato sul simbolismo del triangolo, del quadrato, delle zucche.

Ma torniamo al libro. Alla rubrica “Chi to ‘cconta ce mette sempe ‘a jonta” ovvero “Chi te lo racconta ci mette sempre del suo”, abbiamo aggiunto quella del calendario, delle schede mirate sulle danze, qualche racconto, tante poesie d’amore. Il testo vedrà la luce proprio in primavera, tempo della rinascita. Ovviamente ti aspetto alla presentazione.

Ti abbiamo più volte apprezzato in teatro dove, con estrema bravura, interpreti ruoli comici così come intensi. Qualche nuovo spettacolo in vista?

Per il teatro continuo a portare in scena il mio ‘Allegramente’, una sorta di one man show molto divertente, in cui canto, suono, ballo e recito, coinvolgendo il pubblico in sala.

Con Danilo Rovani, talentuoso collega ed amico, avevamo intenzione di preparare un nuovo spettacolo, una sorta di prosecuzione del nostro ‘Mantrika delirio per voce e tammorra, ma, per il momento, abbiamo deciso di rimandare e continuare appunto con il nostro cavallo di battaglia che, al quarto anno di repliche, è ancora richiestissimo.
Un percorso tra amori e passioni, narrato in modo ipnotico, sciamanico, magico, tra recitazione, canto e danza, che conosci bene avendolo recensito.

Nella prossima stagione io e Danilo saremo protagonisti di una pièce scritta appositamente per noi da un autore partenopeo contemporaneo. Un lavoro interessante, profondo e toccante dal testo decisamente significativo. Non farmi dire di più per ora, è questione di scaramanzia.

E torniamo allora ad Un Posto al Sole. Il Vigile Salvatore Cerruti è un personaggio positivo e simpatico che piace tanto al pubblico. Le attestazioni di stima ed affetto sui tanti gruppi Facebook legati alla lunga serialità ne sono la prova. Raccontami della tua esperienza con UPAS.

Spero vivamente di continuare questa bellissima avventura, avendo, magari, sempre più spazio. Sono felicissimo di lavorare in questa produzione, devo molto alla real soap perché, oltre ad accrescere sensibilmente la mia visibilità, mi ha aiutato a soffermarmi su varie tematiche.

In passato, la recitazione mi è servita per intrattenere gli spettatori con sana leggerezza, ora, invece, grazie ad Un Posto al Sole, ho realizzato che si possono mandare anche messaggi sociali importanti. Ed è tutto merito della formula vincente che accosta momenti di seria riflessione a quelli di puro intrattenimento: romance, drama e comedy.

Il mio personaggio, Salvatore Cerruti, scopre in età matura la propria omosessualità e la gestisce con estrema naturalezza raccontando alla famiglia la sua storia d’amore con Marietto, con cui stava per andare a convivere e con cui progettava di legarsi attraverso un’unione civile.

Da un po’ Marietto ha lasciato Sasà e lui ne è affranto, ma, grazie alla vicinanza dei colleghi del Comando con cui si è instaurata una bella amicizia, soprattutto Mariella e Guido, i bravissimi Antonella Prisco e Germano Bellavia, sta provando a ritrovare serenità.
Con il tempo vedremo se i due riusciranno a ricucire il loro rapporto o se è una storia chiusa per sempre.

Il messaggio che arriva ai telespettatori è che bisogna mostrarsi per ciò che si è, senza nascondersi, perché nella singola interiorità risiede il proprio essere speciali.

Non mi riferisco tanto ai giovani che sanno di essere gay e che invito sempre a fare outing, quanto ai loro genitori affinché vedendo un adulto, per di più un vigile urbano dal fisico palestrato che ha dichiarato apertamente le proprie inclinazioni sessuali, realizzino, senza pregiudizi e preconcetti, che occorre sempre essere se stessi.
Se ciò viene capito anche da una sola persona, per me è già un successo enorme.

Sono riconoscente a tutto UPAS che ha creduto e continua a credere in me, agli autori, che hanno dipinto un personaggio così bello, e al pubblico, che sui tanti gruppi Facebook dedicati alla soap, mi chiama direttamente in causa durante la messa in onda della puntata, con messaggi calorosi e di incoraggiamento al personaggio, e che ringrazio con lo stesso trasporto.

E proprio a loro mi rivolgo ora: continuate a seguirci, ci saranno presto piacevoli sorprese…

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.