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Coronavirus Toscana, isolamento fiduciario per arrivi da zone rosse

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Pubblicata l’ordinanza che riguarda chi ha soggiornato in Lombardia o nelle altre quattordici province considerate a maggiore rischio

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

È stata firmata e pubblicata nella serata di oggi 8 marzo l’ordinanza preannunciata stamani dal Presidente della Toscana Enrico Rossi per chi arriva, o negli ultimi quattordici giorni è arrivato, dalla Lombardia e dalle altre quattordici province dichiarate zona rossa, ovvero Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro, Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.

Recita l’ordinanza:

A chiunque faccia ingresso in Toscana, o vi abbia fatto ingresso negli ultimi quattordici giorni, dopo avere soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero nelle regioni e province, di cui all’art.1 del DPCM dell’8 marzo 2020 o a quelle che dovessero essere individuate con successivi provvedimenti di livello nazionale, è fatto obbligo di procedere all’isolamento fiduciario volontario dal giorno dell’ultima esposizione, comunicando tale circostanza, soprattutto in presenza di sintomi, se residente o domiciliati in Toscana, al proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta.

Altrimenti si può chiamare il numero unico dell’Azienda USL di riferimento: Toscana Centro 055/5454777, Toscana Nord Ovest 050-954444, Toscana Sud Est 800579579.

Le informazioni saranno trasmesse ai servizi di igiene pubblica dei dipartimenti di prevenzione territorialmente competenti, che adotteranno i provvedimenti necessari per la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario. Saranno loro a ricontattare le persone per acquisire ulteriori informazioni e determinare anche la durata dell’isolamento.

Le persone in isolamento fiduciario non possono avere contatti con altre persone, hanno il divieto di spostarsi o di partecipare a viaggi, hanno l’obbligo di rimanere raggiungibili per l’attività di sorveglianza, devono evitare contatti stretti e dunque indossare una mascherina chirurgica nel caso che vivano assieme ad altre persone, oltre ad osservare scrupolosamente le ordinarie misure igieniche come il lavaggio frequente delle mani, l’utilizzo di fazzoletti monouso, la pulizia e disinfezione frequente delle superfici ed aerazione degli ambienti.