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Cordoglio di Giani per la morte di Adele Corradi

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La ‘professoressa diversa’ di Don Milani è scomparsa a Firenze a quasi cento anni compiuti

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

La Fondazione don Lorenzo Milani ieri, sabato 23 novembre, ha comunicato sul suo sito internet la morte della professoressa Adele Corradi a Firenze, dove era nata il 9 dicembre 1924.

Insegnante di lettere nella scuola media, dal 1963 Adele Corradi è stata testimone della didattica di don Milani e di tutta l’esperienza della scuola di Barbiana, alla quale si avvicinò durante il suo incarico di supplenza a Borgo San Lorenzo.

Scelse di trasferirsi in una casa vicino alla parrocchia. La mattina la passava nella scuola media di Borgo San Lorenzo e la sera insegnava a Barbiana.

Il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dichiara:

Con la scomparsa di Adele Corradi perdiamo una voce che aveva affiancato quella di don Milani nel sostenere il valore di un’esperienza educativa e civile che è diventata un esempio universalmente riconosciuto di come l’insegnamento possa trasformarsi in vero strumento di promozione umana e completo riconoscimento dell’identità della persona.

Il suo libro ‘Non so se don Lorenzo’ resta una delle più sentite e convinte testimonianze di un modo diverso di interpretare la didattica praticandola con metodi, dalla scrittura collettiva alla lettura del giornale in classe, che ancora oggi rimangono un modello di modernità e apertura al nuovo.

Di sé stessa Corradi aveva detto:

Per tutta la mia vita lavorativa sono stata insegnante di lettere nella scuola media. Sono andata in pensione a 67 anni. Devo confessare che ero un’insegnante identica alla destinataria della ‘Lettera ad una professoressa’.

I rimproveri che i ragazzi di Barbiana rivolgono a quell’insegnante me li meritavo tutti. Per questo non c’è una parola della ‘Lettera’ che non sottoscriverei.

L’incontro con la Scuola di Barbiana e con don Milani ha scavato un solco nella mia vita. Mi sono vista come non mi ero mai vista. E non solo come insegnante, ma come persona.

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