Home Territorio Conversazione con Stefano Romano e Lisa Parola a Fondazione Adolfo Pini

Conversazione con Stefano Romano e Lisa Parola a Fondazione Adolfo Pini

581
'Monumenti impermanenti' di Stefano Romano


Download PDF

Il 18 novembre a Milano in occasione della mostra ‘Monumenti impermanenti’

Riceviamo e pubblichiamo.

In occasione della mostra ‘Monumenti impermanenti’ di Stefano Romano, a cura di Gabi Scardi, la Fondazione Adolfo Pini organizza, lunedì 18 novembre alle ore 18:30, una conversazione con l’artista e Lisa Parola sul tema del monumento.

Stefano Romano, attraverso i suoi lavori, suggerisce l’idea che il monumento possa perdere la propria assertività e da Stabile e autorevole, come normalmente viene percepito, appare diventare precario – impermanente – acquistando al contempo in termini di umanità. Nei lavori esposti in mostra Stefano Romano parla di confini, convivenza, accoglienza, tragedia e fallimento. Mette in discussione la rigidità di modi e concetti per lasciare spazio a una nuova percezione di ciò che ci circonda e contribuire così all’emergere di nuovi modi di vedere le cose.

L’artista dialogherà con Lisa Parola, che sul tema del monumento riflette da anni. Lisa Parola evidenzia due diversi orientamenti di ricerca possibili attraverso i quali l’arte ha scelto interrogare le differenti narrazioni del corso del XX secolo. Il primo orientamento prevede una rivitalizzazione ovvero un nuovo movimento rispetto al susseguirsi intricato di fatti, momenti e situazioni che accompagnano la fine del Novecento. Il secondo è rivolto alla reminiscenza, intesa quale atto di consapevolezza, che il filosofo Paolo Rossi definisce come l’atto del cercare nel passato di riafferrare un pezzo di storia che è scomparso, perché ogni monumento è il risultato di un fragile equilibrio tra storia e immaginario.

Afferma Lisa Parola:

È nel difficile passaggio tra XX e XXI secolo – dove convivono le tensioni tra una storia lineare e una storia in tempo reale, caratterizzata da una pluralità di voci e da un accumulo di date e dati – che il monumento torna ad avere voce e visibilità.

Lisa Parola è laureata in storia dell’arte moderna all’Università di Torino. È co-autrice di varie pubblicazioni e ricerche, in particolare in tema di politiche culturali, sistema dell’arte e territorio. Nel 2013 è stata nominata mediatrice culturale per la candidatura di Matera a Città capitale europea della Cultura. Dal 2007 al 2014 ha insegnato nel Master in Management, marketing e multimedialità per i beni e le attività culturali del Corep di Torino.
Fino al 2010 è stata collaboratrice del quotidiano ‘La Stampa’ in qualità di giornalista di arte contemporanea. È socia fondatrice di a.titolo. Dal 2016 al 2019 è stata curatrice del programma culturale per Fondazione Sardi per l’Arte di Torino e ha collaborato con artisti come Fatma Bucak, Giuseppe Gabellone, Jorge Macchi e importanti istituzioni come l’Università degli Studi di Torino e spazi indipendenti come il progetto Quartz. Attualmente collabora con la Fondazione Merz e l’Università degli Studi di Torino.

La mostra
Fino al 20 dicembre 2019 la Fondazione Adolfo Pini presenta la mostra ‘Monumenti impermanenti’ di Stefano Romano, artista che vive e lavora tra l’Albania e l’Italia. A cura di Gabi Scardi, la mostra riunisce nella galleria al piano terra di Corso Garibaldi 2 opere afferenti all’ultimo decennio di attività dell’artista e si compone, in particolare, di due serie fotografiche e diversi video fra cui Zanafilla, di recente realizzazione e mai esposto prima. Tra le sue modalità privilegiate, oltre al video, emerge l’intervento performativo, messo in atto in molti casi nello spazio pubblico e spesso basato sulla tecnica della ripetizione e del re-enactment.

Nel lavoro di Stefano Romano il culturale, il politico e il sociale si intersecano. Tra i suoi temi portanti ci sono quello del tempo, della storia, della memoria, e i concetti di soggetto e di cittadinanza. La sua attenzione si appunta su ciò che è stabile e assertivo: sugli inni ufficiali, di cui smantella la forma sostenuta e austera; sul concetto di famiglia, che riformulato su base empatica, si amplia e si fa accogliente; sul monumento, che da stabile e autorevole per antonomasia, perde rigidità; diventa precario e paradossale, ma nello stesso tempo acquista in umanità.

Formatosi in Italia, ma albanese di adozione, Romano fa spesso riferimento alla situazione attuale del Paese dove oggi vive che, dopo il collasso di un mondo bipolare, ha visto uno sviluppo velocissimo ma disomogeneo e contraddittorio. Un Paese che ancora oggi fatica a elaborare la situazione nata dal cambiamento e a coglierne le possibilità. In questa situazione Romano legge una metafora di una più ampia realtà contemporanea.

In lavori come ‘Quarto Movimento’ e ‘RAW – parata d’eroi’, l’artista parte dalla musica per parlare di confini, convivenza, accoglienza, tragedia e fallimento. Il coinvolgimento delle persone – che diventano attori attivi – è alla base di opere come ‘Study for a monument’ o ‘Looking for a family’. Il tema della storia è sotteso a molti dei suoi lavori e declinato secondo diverse prospettive: vicenda nazionale come in ‘Histoeri removing’, con rimandi alla dittatura, o storia universale, come nel caso della trilogia ‘Axis Mundi Trilogy’ che parla di nascita, crescita e morte in una lingua comune a ogni tempo e luogo.

L’opera ancora inedita ‘Zanafilla’ rappresenta invece il complesso del Teatro Nazionale e del Teatro Sperimentale di Tirana, in procinto di essere demolito per lasciare spazio a una nuova struttura che a molti suona come un’imposizione, trasposizione di una situazione in cui il vuoto lasciato da uno stato illiberale fatica ancora a essere colmato da un immaginario politico basato sull’idea di emancipazione critica. In tutti questi casi Romano mette in discussione la rigidità di modi e di concetti per lasciare spazio al modo in cui l’arte e gli artisti possono reagire a ciò che li circonda e creare un modo nuovo di vedere le cose.

Dopo aver presentato i cinque progetti site-specific, ‘L’ora dannata’ di Carlos Amorales, ‘Summerisnotover’ di Šejla Kamerić, ‘Labyrinth’ di Jimmie Durham, ‘Memory as Resistance’ di Nasan Tur, ‘Materia prima’ di Lucia Leuci e ‘The Missing Link’ di Michele Gabriele, la Fondazione Adolfo Pini prosegue con questa nuova mostra il proprio percorso dedicato all’arte contemporanea, sotto la guida di Adrian Paci.

Conversazione con Stefano Romano e Lisa Parola
Lunedì 18 novembre 2019 ore 18:30
Ingresso gratuito

‘Monumenti impermanenti’
Stefano Romano
A cura di Gabi Scardi
Fino al 20 dicembre 2019
Ingresso gratuito

Informazioni
Fondazione Adolfo Pini
corso Garibaldi 2, Milano

Orari:
da lunedì a venerdì ore 10:00 – 13:00 | 15:00 – 17:00
02-874502
eventi@fondazionepini.it
www.fondazionepini.net