La Giunta trasmetterà al Parlamento Europeo il sostegno della Lombardia alla Risoluzione approvata il 21 gennaio dal Parlamento Europeo
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.
Il Consiglio regionale chiede la liberazione di Alexei Navalny.
Oggi, 23 febbraio, l’Aula di Palazzo Pirelli ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Consigliere Michele Usuelli, +Europa/Radicali, che impegna la Giunta guidata da Attilio Fontana a trasmettere al Parlamento Europeo il sostegno della Lombardia alla Risoluzione approvata il 21 gennaio dal Parlamento Europeo che chiede l’immediata e incondizionata scarcerazione del politico russo e delle altre persone arrestate, ribadendo l’adesione della comunità lombarda ai principi di tutela delle libertà politiche e civili e dei diritti fondamentali in tema di pluralismo e di imparzialità dell’informazione, così come richiamati dallo Statuto d’Autonomia della Lombardia.
Navalny nell’agosto dell’anno scorso è stato vittima di un malore durante un volo fra Tomsk e Mosca a causa di un presunto avvelenamento, secondo quanto ha riferito un portavoce del governo tedesco dopo il trasferimento dell’uomo a Berlino su richiesta della famiglia per essere curato.
Tornato in patria, il dissidente è stato arrestato lo scorso 15 gennaio, al suo arrivo all’aeroporto di Sheremetyevo, con l’accusa di aver violato i termini della libertà vigilata concessa in seguito a una condanna per frode sospesa nel 2014 in quanto, durante la sua permanenza in Germania, non si era presentato ogni due mesi ai servizi penitenziari.
A suo carico anche un’accusa per diffamazione per aver diffuso informazioni “false e ingiuriose per l’onore e la dignità” di un veterano della Seconda Guerra Mondiale, Ignat Artamenko.
Il 93enne era stato utilizzato come testimonial durante la campagna per il referendum costituzionale la cui approvazione, lo scorso 1° luglio, consentirà a Putin di correre per altri due mandati, con la prospettiva di restare al potere fino al 2036 e Navalny aveva reagito definendo sui social network “traditori” e “corrotti” le personalità che avevano prestato il volto allo spot pro Putin.