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Consiglio Lombardia: sì mozione Accordo Italia e Svizzera su frontalieri

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Snider: ‘Tema importante per i territori di confine: l’istituzione regionale sostiene le ragioni dei frontalieri’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Lombardia.

Ulteriori chiarimenti sul nuovo Accordo tra Italia e Confederazione elvetica e convocazione del Tavolo interministeriale presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Questi gli impegni al centro della nuova richiesta per il riconoscimento dei ‘Comuni di confine’ e di ‘lavoratore frontaliere’ contenuti in una mozione, prima firmataria la Consigliera Silvana Snider, Lega, e poi condivisa dal gruppo consiliare Fratelli d’Italia, approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia.

Il documento, pur nella consapevolezza che il tema riguarda Accordi bilaterali per cui è necessario dialogare con le autorità svizzere, impegna il Presidente della Giunta e l’Assessore delegato a interagire con il Governo italiano affinché si faccia parte attiva con la Confederazione elvetica per chiarire le discrasie interpretative tra le Autorità fiscali di Italia e Svizzera, circa la corretta definizione dei ‘Comuni di confine’ e della platea di soggetti che avranno diritto a le disposizioni del ‘regime transitorio’.

La prima firmataria Silvana Snider, che è anche componente della Commissione speciale ‘Rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica’, dichiara:

Il tema è molto sentito sui territori di confine, in particolare dai cittadini che lavorano da sempre quali frontalieri in Svizzera ma si vedono oggi non considerati tali per una interpretazione diversa tra Stati.

Nello specifico, attraverso questa mozione, chiediamo di salvaguardare il corretto status di lavoratore frontaliere e la corretta definizione dei Comuni di frontiera. L

a maggioranza di centrodestra ha lavorato compatta e ha integrato e migliorato ulteriormente la mozione, affiancando le associazioni sindacali nel sostenere la necessità di convocazione del Tavolo interministeriale per discutere di queste tematiche, vista l’importanza del tema e dei rapporti storici tra Regione Lombardia e Confederazione elvetica.

A favore del documento si è espresso anche Giacomo Zamperini, FdI, Presidente della Commissione speciale Rapporti con la Confederazione elvetica.

Ha dichiarato:

Si tratta di un tema importante che si gioca sulla pelle dei cittadini di 103 Comuni lombardi, non solo della provincia di Sondrio, ma anche delle province di Varese, Como, Lecco, Monza e Brianza, Bergamo e di Brescia.

Anche grazie al nostro contributo vogliamo offrire una soluzione al problema, chiedendo la convocazione del Tavolo interministeriale, organismo utile per risolvere tutte le problematiche di applicazione del nuovo Accordo bilaterale, facendo chiarezza in una situazione di incertezza interpretativa sui Comuni di confine.

Appoggio alla mozione anche da parte dei Consiglieri Giuseppe Licata, Azione – Italia viva, che ha auspicato

che la Regione convochi un tavolo sulla tassa sulla salute, imposta dalla Legge di bilancio ai lavoratori frontalieri.

A fianco dei lavoratori frontalieri anche il PD per mezzo del Consigliere Angelo Orsenigo, e la Consigliera Paola Pollini, M5Stelle.

In dichiarazione di voto sono intervenuti Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega, che ha ricordato come l’applicazione del nuovo accordo riguarda anche 9 Comuni della Provincia di Monza e Brianza, e il capogruppo di Fratelli d’Italia Christian Garavaglia.

Una regola transitoria presente nel nuovo accordo, e che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2033, stabilisce che i Cantoni Vallese, Ticino e Grigioni continueranno a versare, come hanno fatto fino ad ora, ai Comuni di confine una compensazione finanziaria sulla remunerazione dei vecchi frontalieri, ovvero il 40% delle imposte prelevate nella Confederazione, meglio conosciuti come ristorni.

Dopo tale data, se ci saranno ancora vecchi frontalieri, questi ultimi continueranno a essere tassati al 100% in Svizzera e la Confederazione potrà trattenere la totalità del gettito fiscale.

Quindi, non ci saranno più ristorni all’Italia. Per l’anno fiscale 2022, il Ticino ha versato ai Comuni di confine circa 107,5 milioni di franchi.