Schiavo: ‘L’esercito di controllori dello Stato ha rallentato la ripresa, lo Stato agisca contro racket e delinquenza, piuttosto’
Confesercenti Campania commenta con amarezza i primi giorni del Green Pass obbligatorio.
In Campania ci sono 61mila attività tra bar, ristoranti e pizzerie: solo il 50% di esse ha spazi esterni all’aperto.
Sul restante 50% ha pesato l’assenza di certificato in alcune famiglie, che hanno dunque preferito non andare a consumare fuori casa.
Commenta Vincenzo Schiavo, Presidente di Confesercenti Campania:
Abbiamo perso il 15% di fatturato rispetto alla settimana precedente, ma oltre a questo il forte rallentamento della economia della nostra regione è dovuto ai controlli a tappeto subiti dalle nostre attività. Il 70% di esse, due su tre, hanno subito tali verifiche.
Speravamo che anche in Italia ci fosse, come un Francia, una certa tolleranza. E invece nelle prime 48 ore di applicazione del Green Pass obbligatorio, il 6 – 7 agosto scorso, un esercito di controllori dello Stato, tra vigili, finanza e polizia, si è riversato nelle nostre attività.
Sia chiaro: Confesercenti è sempre e da sempre per il rispetto delle regole e rappresentiamo con orgoglio le imprese che sono in regola, tuttavia tali controlli sono stati severi, pignoli e, soprattutto, inopportuni.
Pur se svolti con grande cordialità e professionalità, i controlli non si sono limitati al possesso del Green Pass ma si sono allargati all’intera documentazione dell’attività, dai certificati sanitari alle licenze e ai libri contabili.
Un eccesso e una perdita di tempo di oltre due ore che frena una economia che è già malata.
In questo modo significa ostacolare le nostre attività, impedire il recupero dell’esposizione debitoria accumulata a causa della pandemia. Per migliaia di imprese sarà una tragedia chiudere il break even di quest’anno.
Perché saranno tutte in perdita a dicembre, saranno poche quelle che riusciranno a varcare la soglia del 2022. E sui controlli non è certo responsabilità delle forze dell’ordine, al solito professionali e cordiali.
Ci aspettavamo che lo Stato ci fosse vicino in un altro modo: nella nostra Italia e specie al Sud ci sono più azioni da fare per contrastare la delinquenza, il racket e l’usura che mettono in ginocchio le nostre imprese, per esempio. E non fissarsi sui controlli.
Peraltro, gran parte delle nostre attività non ha avuto contravvenzioni, essendo in regola con l’intera documentazione.
Dati nazionali Green Pass
Il Green Pass, il certificato vaccinale, dal 6 agosto divide l’opinione pubblica italiana. Ma in pochi rinunciano: il 47% degli italiani già si è procurato il Green Pass, mentre il 20% segnala di aver iniziato l’iter per ottenerlo. Rimane, però, un 21% che resiste all’idea dell’obbligo di certificato vaccinale e dichiara di non volerlo ottenere.
È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG per Confesercenti su un doppio campione di consumatori e imprenditori della ristorazione, del servizio bar e delle altre attività di ristorazione, interpellati tra il 28 luglio e il 2 agosto 2021.
Favorevoli e contrari. L’introduzione dell’obbligo, come anticipato, ha spaccato gli italiani quasi a metà, in particolare gli imprenditori di bar e ristoranti: tra questi, infatti, la percentuale di favorevoli al Green Pass per i clienti è ferma al 53%.
Divisiva anche l’organizzazione pratica dell’obbligo: il 46% dei consumatori ritiene che non sia corretto affibbiare l’onere del controllo del Green Pass ai ristoratori, quota che – non sorprendentemente – sale al 54% tra i ristoratori stessi.
Autore Lucia Nardi
Lucia Nardi, docente, laureata in Lingue e letterature straniere presso Università degli Studi di Napoli Federico II.