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Confagricoltura Frosinone, Ucraina: puntare su sovranismo alimentare

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Vincenzo del Greco Spezza


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Le conseguenze del conflitto bellico russo ucraino sul mercato agricolo

Riceviamo e pubblichiamo.

Il conflitto bellico scoppiato tra Russia e Ucraina sta mettendo a dura prova il mercato agricolo e la catena di approvvigionamento di generi agricoli prodotti dall’Ucraina, uno dei cosiddetti granai d’Europa, con il blocco dell’imbarco di grano, mais e altri cereali dai porti sul Mar Nero.

Lo ha dichiarato il Presidente di Confagricoltura Frosinone Vincenzo del Greco Spezza.

E le conseguenze non tarderanno a riverberarsi sui mercati dell’Unione Europea, con difficoltà di fornitura di grano duro e tenero oltre che di mais per l’alimentazione zootecnica.

Oltre che sulle forniture di generi alimentari, il conflitto ha effetti anche sul costo delle derrate, sia nei costi d’importazione che, soprattutto, in quelli di produzione in Italia, con il forte rialzo del prezzo dell’energia e dei fertilizzanti, con tante aziende agricole in forti difficoltà a scaricare sul consumatore l’aumento dei costi.

Nei giorni scorsi il Ministero dell’Industria e del Commercio della Russia ha infatti raccomandato agli operatori di sospendere le esportazioni di fertilizzanti.

Le vendite all’estero di nitrato di ammonio sono già state bloccate fino ad aprile. Le conseguenze possono essere particolarmente pesanti sul piano della disponibilità e dei prezzi. Rischiamo una durissima contrazione dei raccolti.

Prosegue il Presidente del Greco Spezza:

Non solo: sul mondo dell’agricoltura incombono anche le nuove politiche agricole dettate dall’Unione Europea, con la nuova PAC, la Politica Agricola Comune, che taglia i sostegni al settore di un buon quarto, e con la strategia ‘Farm to Fork’ che puntando sulla sostenibilità delle produzioni agroalimentari avrà il duplice effetto di aumentare i costi operativi e di ridurre la produzione vendibile.

L’auspicio è che la crisi in Ucraina si risolva il più rapidamente possibile al tavolo negoziale. Dagli eventi in atto emerge comunque la necessità di verificare se le scelte fatte sulla nuova PAC siano idonee a salvaguardare la capacità produttiva europea e l’efficienza delle imprese che producono per il mercato.

Insomma, un quadro troppo preoccupante per non mettere in campo delle misure tanto straordinarie quanto urgenti per salvaguardare la tenuta del sistema produttivo nazionale.