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I ‘compagni di vita’, le piante

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quercia


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Mi presento, sono Antonio Ceglie, curioso appassionato di erbe e piante spontanee. Conoscendo il mio peculiare interesse per piante ed erbe spontanee, quelle che la gente di solito e sbrigativamente, chiama “erbacce”, la vicedirettrice, nonché cara amica, Lorenza, mi ha chiesto di iniziare a curare una rubrica, non specialistica, relativa a questi “compagni di vita”, le piante appunto, con cui conviviamo da migliaia di anni, senza, per questo, conoscerle veramente.

Ho raccolto con piacere l’invito rivoltomi, anche se non mi illudo di essere un divulgatore brillante, cercherò piuttosto, me lo auguro, di solleticare la curiosità del potenziale lettore interessato, offrendogli qualche spunto di carattere storico, culinario, o sanitario relativo alle piante stesse.

Ritengo pertanto opportuno oltre che utile iniziare questo compito, richiamando qualche riferimento, forse ormai dimenticato, relativo all’origine, alla diffusione, e all’affermazione sul nostro pianeta, del mondo vegetale.

Il conoscere, come disponibilità di una nozione, come sapere già acquisito, è la premessa di ogni rapporto.

Senza di esso non saremmo in grado di fare delle scelte, di cercare tra le cose o le persone, quello che ci piace, ci interessa, ci è utile.

Così la conoscenza diventa anche un mezzo di amore.

Non si può amare qualcosa che non si conosce e spesso ciò che ci è sconosciuto o quasi, provoca sentimenti di diffidenza e ostilità, e ciò è particolarmente vero per il mondo vegetale.

Darwin scrisse:

Ogni viaggiatore dovrebbe essere anche un botanico, perché le piante costituiscono la più grande bellezza di tutti i paesaggi.

Ma cosa sappiamo degli alberi?

Ne ammiriamo l’imponenza o la grazia, ne gustiamo i frutti, profittiamo della loro ombra ristoratrice, respiriamo l’aria che essi hanno purificato per noi, sfruttiamo il loro legno, però di essi, di questi autentici “amici”, così necessari all’uomo, sappiamo troppo poco.

La storia dei vegetali si identifica con quella del nostro pianeta, sul quale l’uomo è l’ultimo essere vivente, avendo fatto la sua comparsa circa 3 milioni di anni fa.

Biologi e geologi sono abbastanza d’accordo nel far risalire la comparsa delle alghe verdi-azzurre, le prime forme di vita vegetale contenenti clorofilla, tra i 2-3 miliardi di anni prima della nostra era e sul fatto che circa 2 miliardi di anni le alghe dominarono incontrastate fino a quando cominciarono ad apparire le prime piante terrestri dotate di sistema vascolare.

La possibilità di affermazione in ambiente terrestre richiese però adattamenti anatomici e fisiologici come:
a) comparsa della cutina nell’epidermide delle parti aeree per impedire la perdita di acqua;
b) comparsa degli stomi, ovvero un’apertura epidermica che consente gli scambi gassosi tra le foglie e ambiente esterno e degli elementi riproduttivi aerei, cioè le spore;
c) comparsa del fusto con tessuti vascolari ben differenziati;
d) comparsa delle radici.

Il discorso di certo non si esaurisce con queste brevi informazioni, ma lo continueremo, ovviamente, nei prossimi articoli della rubrica.

Autore Antonio Ceglie

Antonio Ceglie, curioso appassionato di erbe e piante spontanee, quelle che la gente di solito e sbrigativamente, chiama "erbacce". Curatore per ExPartibus di una rubrica, non specialistica, relativa a questi "compagni di vita", le piante appunto, con cui conviviamo da migliaia di anni, senza, per questo, conoscerle veramente. Anche se non mi illudo di essere un divulgatore brillante, cercherò piuttosto, me lo auguro, di solleticare la curiosità del potenziale lettore interessato, offrendogli qualche spunto di carattere storico, culinario, o sanitario relativo alle piante stesse.