Site icon ExPartibus

COMICON 2023: il racconto di Carlo Caputo

Carlo Caputo


La chiacchierata con Pino Macrì ci ha introdotti al vero nucleo della questione e forse il motore primo di queste grandi manifestazioni come il COMICON: il cosplayer.

Il cosplay è un hobby che consiste nel fabbricare ed indossare costumi al fine di impersonare famosi protagonisti di film, fumetti o videogiochi. I cosplayer più determinati non si accontentano tuttavia della sola somiglianza estetica, bensì arricchiscono il proprio repertorio con “live performance” in cui mimano gesti o pose tipiche del personaggio rappresentato.

Il fenomeno del cosplay è cresciuto a dismisura negli ultimi dieci anni, diventando una vera e propria subcultura in molti Paesi del mondo.

Vi sono, infatti, migliaia e migliaia di persone di ogni età e provenienza che ogni giorno si incuriosiscono a questo fenomeno e ne rimangono catturati.

E non potendo ignorare quello che è un fenomeno ricco di colori, di sfumature e molto partecipato ed inclusivo, che a volte viene del tutto incasellato come interesse giovanile, ci è sembrato il caso di indagare sui mestieri che questo “hobby” ha creato.

Mestieri al tempo stesso vecchi e nuovi come il fotografo. Difatti, i cosplayer sono passati dalla semplice foto ricordo al bisogno di immagini sempre più belle, precise, professionali, proprio perché anche fare il cosplayer è diventato un lavoro, ma ne parleremo dopo.

Per questa nuova professione incontriamo un giovane fotografo specializzato, diventato famoso e richiesto nell’ambito delle fiere e degli eventi dedicati ai cosplayer.

Non sono serviti annunci né pubblicità televisive, il suo nome ha “girato” tra gli innumerevoli cosplayer italiani e non solo facendo in modo che diventasse tra i più richiesti.

Carlo Caputo ha ventinove anni, diplomato al Conservatorio in canto, un tenore molto bravo che, però, essendo un cultore della fotografia, ha seguito questa passione fino in fondo, facendola diventare la sua occupazione principale.

Lasciamo che si racconti da sé.

La vocazione artistica fa parte di me. Erano due passioni che coltivavo contemporaneamente e ne è prevalsa una. In particolare, ho iniziato subito nella fotografia cosplay e mi sono specializzato.

Quando ho iniziato a fotografare cosplay avevo diciotto anni e invece di mettermi a bottega di un fotografo di matrimoni ho seguito amici che condividevano con me questa stesso interesse.

Ora è un lavoro, ma quando ho iniziato, non esisteva il fotografo dei cosplay, si improvvisava e basta. Sono stato il primo a strutturare un sistema di prenotazioni su richiesta e slot molto organizzati all’interno delle fiere.

La fotografia cosplay è un ambiente diverso da tutto il resto. Non ha nulla a che fare con la fotografia di paesaggio, lo still life, il modeling…

Intanto non abbiamo a che fare con dei professionisti della posa e nemmeno con degli sposi che in realtà si interessano solo alla conservazione della loro immagine per avere dei ricordi.

Il fotografo di cosplay ha come primo obiettivo quello di far spiccare il personaggio di fantasia creato, mettere in evidenza il costume, i dettagli; quindi deve conoscere le serie, il manga e gli anime, magari i videogiochi; insomma, deve essere informato e studiare moltissimo i contesti originali.

C’è, inoltre, un livello di edit delle imperfezioni che deve essere molto più alto e preciso rispetto a tutte le altre fotografie di ritratto.

La necessità del cosplay è somigliare quanto più possibile al personaggio interpretato. Non si possono seguire le regole del ritratto in cui si devono mettere in risalto i lineamenti delle persone, ma, anzi, a volte è necessario rimuovere tutte le imperfezioni.

Spesso, le regole del ritratto vengono stravolte dalla post produzione, perché occorre essere quanto più possibili aderenti all’aspetto del personaggio originale, altrimenti sarebbe una perdita di tempo.

La globalizzazione dell’informazione, YouTube, internet, Instagram, l’e- commerce, hanno contribuito ad allargare a dismisura in questi anni la platea dei cosplayer.

Quello che ora è un livello medio di interpretazione e di costumi, pochi anni fa era, invece, livello. I ragazzi, nel tempo, hanno condiviso le conoscenze e le modalità di trucco, di realizzazione di costumi e parrucche, si indirizzano sui migliori siti per acquistare i materiali e in maniera disinteressata.

La comunità cosplayer accoglie chiunque; sono tutti molto amici. Quello che soprattutto mi ha fatto decidere di iniziare e poi proseguire in tale direzione, è stato proprio vedere che in questa comunità le diversità, le stranezze che ogni essere umano ha, diventano motivo di vanto e di integrazione.

Qui nessuno è escluso. Si può essere nerd super lettori di fumetti oppure persone bellissime, non importa, in un convegno del genere, che diventa casa comune di tutti, si è uguali. Ho visto persone estremamente introverse trovare coraggio perché si sono sentite finalmente accolte.

La mia speranza è quella di creare un’immagine in cui la presenza del fotografo quasi svanisca. Qualunque sia il soggetto, spero di arrivare, un giorno, a creare un modello di fotografia in cui, appunto, non si avverta l’estraneo.

È una mia idea fotografica che, ovviamente, matura e cambia con me. Per ora, sto creando un modello, un metodo per la fotografia cosplayer che voglio insegnare e divulgare come specializzazione, proprio perché voglio canonizzare la fotografia cosplay.

Fonte

Autore Nicola Guarino

Nato a Napoli nel 1972, è diplomato all'Accademia napoletana d'arte drammatica e ha una qualifica di "Esperto in regia cinematografica e televisiva" rilasciata dalla Regione Campania. Si occupa di regia televisiva e cinematografica. Noto per il suo interesse per l'ufologia, è Socio Onorario del Centro Ufologico Nazionale, ne è stato consigliere, ricercatore e articolista.

Exit mobile version