Home Territorio Come si può spiegare la guerra a un bambino?

Come si può spiegare la guerra a un bambino?

1183
Guerra
La pace è una magia, la guerra è da buttar via - Alunni Classe 1 Sez. D, Istituto Comprensivo 'Giovanni XXIII' di Sant'Antimo (NA), a.s. 2021/2022


Download PDF

La pace è una magia, la guerra è da buttar via.
Alunni Classe 1 Sez. D, Istituto Comprensivo ‘Giovanni XXIII’ di Sant’Antimo (NA), a.s. 2021/2022

Come si può spiegare la guerra a un bambino?

Per chi è genitore, educatore, pedagogo, psicologo, questi sono giorni molto difficili: come si può spiegare la guerra a un bambino?

A scuola si studiano la prima e la seconda Guerra Mondiale, gli ultimi conflitti che hanno sconvolto l’Europa. Un altro scontro, vicino ai nostri confini, si è consumato nei Balcani, in particolare in Serbia, Bosnia, Croazia e Kosovo, nei primi anni Novanta. Se chiedete a mamma o papà, ricorderanno ancora le immagini della città di Sarajevo assediata.

Da allora non si sentiva più parlare di una guerra così vicina a noi come in questi giorni in cui c’è una crisi alle porte dell’Europa, in Ucraina.

Ma cosa sta succedendo in questo Stato al confine con la Russia, la Bielorussia, la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania e la Moldavia? Perché c’è in atto una guerra tra la Russia e l’Ucraina? Cosa vuole il presidente russo Vladimir Putin? Cosa può accadere nelle prossime settimane?

Cosa rappresenta il territorio ucraino

L’Ucraina è uno dei maggiori produttori di grano del mondo, nonché il Paese da dove vengono molte delle donne che si occupano dei nostri nonni. Forse avete sentito parlare di questo luogo proprio perché avete in casa una di queste persone. In realtà, la maggior parte delle badanti viene da una sola città dell’Ucraina: Leopoli.

Altro motivo per cui, in passato, si è parlato di Ucraina è il disastro alla centrale nucleare di Černobyl’, una località a circa cento chilometri a nord di Kiev, la capitale del Paese: quell’incidente avvenuto nella notte del 26 aprile 1986, provocò e continua a provocare, a causa della diffusione della nube tossica, gravi malattie nella popolazione.

A tal proposito ricordiamo, di seguito, alcune parole del famoso intellettuale Gianni Rodari e della celebre pedagogista Maria Montessori.

A chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola.
Gianni Rodari

Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo…
Gianni Rodari

Questo riferimento alla creatività ed alla fantasia è prezioso per avvicinare con consapevolezza il ragazzo a qualsiasi percorso.

Nella sua ‘Lettera ai bambini’, infatti, così si esprime:

È difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi,
che si credono liberi.

Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno.
È come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa si che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
Gianni Rodari

Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla
pace. A questo mondo, si educa per la
competizione, e la competizione è l’inizio di
ogni guerra.
Quando si educherà per la
cooperazione e per offrirci l’un l’altro
solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace.
Maria Montessori

Autore Rocco Romeo

Rocco Romeo, giornalista pubblicista, architetto, docente di disegno presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate dell’Università degli Studi 'Guglielmo Marconi', professore di sostegno all'IC Giovanni XXIII di Sant'Antimo (NA). È membro del Rotary Club/Reggio Est e cura il concept e la progettazione di opere orientate al design. È autore di pubblicazioni sull’inclusività della scuola e sulle tecnologie a supporto dell’insegnante di sostegno.