Titolo: Colpa del mare e altri poemetti
Autore: Bruno Di Pietro
Edizione: Oèdipus
Anno pubblicazione: 2018
Prezzo di copertina: €14,00
L’eco del passato è il segno precipuo della poesia di Di Pietro e costituisce lo sfondo del suo percorso poetico, ben documentato nell’ampia antologia ‘Colpa del mare e altri poemetti’, Oèdipus 2018.
Di Pietro si fa detentore della parola poetica – antica, remota, arcana – che è verità storica, e la proietta nel presente fornendone una chiave di interpretazione e suggerendo una proposta di resistenza all’imperante pessimismo
ho incontrato il tempo all’improvviso / era inciso sul muro nel ricordo / nelle pieghe delle labbra che mordo / mentre sgrano il rosario indeciso.
p. 20
La visione di Di Pietro sulla storia, difatti, non è radicalmente negativa: sebbene l’indagine del malessere esistenziale – che appartiene da sempre all’uomo – sia continua, dolorosa, struggente
qualcuno dica che cos’è il nulla […] forse infine il nulla è il mare aperto / di cui non sarai mai del tutto esperto
p. 24
dinanzi alla storia che incombe come un chiodo sulla realtà segreta ed indecifrabile
batte ogni giorno puntuale un chiodo
p. 22
il poeta – mi verrebbe da dire il filosofo -, tuttavia, che ci appassiona a questo perenne esercizio del dubbio, una terza via indica, non meno parmenidea delle altre, difficile ma percorribile, che ci apre alla possibilità di un riscatto
al posto del nulla c’è sempre qualcosa
p. 24.
La ricerca poetica di Di Pietro si concretizza nell’immagine del mare, un universo che si popola di significati.
Il mare che bagna la sua poesia può essere eccitante fantasia che prepara un incontro d’amore;
Tu greca portata fin qui dal mare
p. 28
è culto misterico che disvela i segreti dei flutti e di Demetra ed è il viaggio del naufrago
Penso che Eleusi questa notte / fra i grandi fuochi e i misteri / dica ancora di quando l’esiliato / fece nave resistente ai flutti / dell’inverno
p. 29.
Il mare di Di Pietro si declina in infiniti temi:
l’inesauribile sete di conoscenza;
Colpa del mare / del pendolare dubbioso / tra il frutteto in rigoglio / e l’orgoglio della scienza
p. 34
l’irrefrenabile trascorrere del tempo;
Avrò tempo per darti l’amore
p. 35
il terrore che imprigiona;
infida ragnatela d’oro […] condanna dell’ebbrezza
p. 36
il tormento;
quel sedimento / che a te dà gioia / a me tormento
p. 37.
Ed è l’esilio, simbolo della precarietà, di quella perenne condizione esistenziale inevitabilmente vitale, vd. in particolare l”Eleatica X’: un senso di vuoto e di inquietudine che alimenta la ricerca e riempie questo libro di bellissimi versi.
Autore Carmelo Cutolo
Carmelo Cutolo, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in Filologia classica, docente di lettere nelle scuole di secondo grado, appassionato di poesia, di ciclismo e di calcio.