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Coronavirus, chiudono le attività della CROSS legate all’emergenza

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CROSS di Pistoia


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In 67 giorni di attività, organizzati 167 trasferimenti di pazienti in Italia e all’estero

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Dopo 67 giorni stasera alle 20 terminano le attività legate all’emergenza sanitaria Coronavirus della CROSS, la Centrale Operativa Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario che ha sede nella centrale operativa del 118 di Pistoia – Empoli.
Avviate il 4 marzo scorso dal Dipartimento di Protezione Civile nazionale, le attività della CROSS hanno riguardato in particolare il trasferimento di alcuni pazienti colpiti dal Coronavirus.

Un segnale, la chiusura, che al momento indica che ci si sta avviando a una fase più ordinaria dell’emergenza, come ha avuto modo di spiegare l’Assessore alla Protezione Civile Federica Fratoni e che, in particolare, è terminato il trasferimento dei pazienti dalle regioni più colpite dal Covid 19 verso altre regioni d’Italia o all’estero.

Dice l’Assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi:

La CROSS, dal 2016 ha svolto un ruolo decisivo in occasione di importanti maxiemergenze a livello nazionale, per il coordinamento dei soccorsi sanitari urgenti. Voglio ricordare il terremoto del centro Italia nell’ottobre 2016, la tragedia dell’Hotel Rigopiano nel gennaio 2017, il terremoto di Ischia nell’agosto dello stesso anno, il crollo del ponte Morandi nell’agosto 2018. E non è stata da meno in occasione dell’emergenza Coronavirus.

In questi mesi il ruolo e l’intervento della Cross sono stati fondamentali e preziosi nel coordinare tutti gli interventi sanitari anche al di fuori della nostra regione, per esempio individuando i letti di terapia intensiva quando altre regioni erano in crisi e organizzando il trasferimento dei pazienti.

Sono davvero orgogliosa di quanto la Cross ha fatto in questi mesi e ringrazio tutti gli operatori e i volontari che in questo lavoro hanno messo impegno, passione, competenza.

Dal 4 marzo la Cross ha lavorato incessantemente per mappare i posti letto in tutta Italia e organizzare i trasferimenti. In totale 116 sono stati i pazienti trasferiti, di cui 76 affetti da Covid e 40 no n affetti da Covid.

Le missioni sono state effettuate utilizzando sia ambulanze, 32 missioni, che mezzi ad ala rotante, 39, e mezzi ad ala fissa 45, ma tutte servendosi di mezzi messi a disposizione dal mondo del volontariato.

Il comune dal quale sono partiti il numero più alto di trasferimenti è stato Bergamo, 60 pazienti, seguito da Milano con 19. in totale sono stati 15 i comuni italiani interessati dal servi zio, tutti al nord. Undici i pazienti da Cremona, 5 da Lecco, 4 da Brescia, 3 da Sesto San Giovanni, 2 da Como, da Monza, da Pavia, da Gallarate, da Varese e 1 da Varese, da Lodi, da Piario, da Seriate e da Voghera.

Varie anche le destinazioni di cui la maggioranza, 38, in Germania, 14 in Piemonte, 11 in Piemonte, 11 in Friuli, 9 in Toscana, 8 in Veneto, 7 nel Lazio, 6 in Abruzzo, 6 in Puglia, 6 in Umbria, 4 a Trento , 2 in Calabria, 2 in Molise, 2 in Sicilia e 1 in Liguria