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Chi ha scoperto la marijuana?

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Breve storia della pianta più famosa del mondo

La marijuana, conosciuta anche come cannabis o ganja (nome che origina dal Sanscrito: गांजा – gañjā) è una pianta di cui tutti abbiamo sentito parlare, di certo la più chiacchierata del mondo.

Seppur investita di una fama poco positiva nel corso degli anni, la marijuana è una pianta che è conosciuta dall’uomo da tempo immemore ed ha tantissimi usi e proprietà sconosciute ai più, anche ai suoi abituali consumatori.

Ma chi ha scoperto la marijuana? A chi si deve il merito di aver scovato questa importante risorsa per l’uomo che si vede impiegata sempre più spesso negli usi più disparati e nelle più diverse formulazioni?

È quello che scopriremo in questo breve articolo in cui ripercorreremo la storia di questa sostanza fino ai giorni nostri, dove la ritroviamo ormai anche sotto forma di oli e di altri prodotti, come quelli disponibili ad esempio sullo shop online Justbob.

Non solo essa è ormai diffusissima in diverse forme, ma tanti sono anche gli studi e le sperimentazioni che vengono condotte su di essa e i suoi principi attivi per indagarne le proprietà benefiche. Le pubblicazioni a riguardo sono molte, e si possono trovare in numerosi siti.

Partiamo quindi dall’inizio e ripercorriamo negli anni la fama controversa a cui la marijuana è andata incontro.

La marijuana nell’antichità

La cannabis è l’unica pianta conosciuta al mondo che è allo stesso tempo sia una droga che una fibra. Proprio per queste sue particolari caratteristiche questa pianta viene coltivata ormai da circa 10.000 anni. Prove di questa incredibile longevità sono state trovate sia nell’isola di Taiwan, come possiamo leggere nelle Psychedelics Encyclopedia di Peter Stafford, sia in alcune grotte dell’attuale Romania.

Probabilmente la cannabis è nata in Asia Centrale e viene utilizzata per scopi medici, spirituali o ricreativi da almeno 5000 anni, tramite inalazione o vaporizzazione. Nella Marijuana Grower’s Guide di Franck Mel si afferma con certezza che gli Ariani fumavano cannabis e che molto probabilmente sono stati proprio costoro a istruire sia i popoli indiani che gli assiri riguardo le proprietà di questa pianta.

È molto probabile che quando nei Veda, i testi sacri degli indù, si legge “allucinogeni intossicanti”, si stia in realtà parlando proprio della marijuana. Ritroviamo inoltre un primo riferimento alla cannabis con uso medicinale in un trattato di farmacologia cinese del 2737 a.C., probabilmente redatto dall’imperatore Shen Nung.

Gli antichi Greci a quanto pare non consumavano marijuana, preferendo ad essa il vino, ma grazie alle loro testimonianze scritte possiamo risalire ad altri popoli con i quali loro stessi commerciavano che ne facevano uso. Leggiamo infatti in Erodoto, in un testo risalente al 5 a.C., che gli sciti (popolazione seminomade di origine iranica) coltivavano e vaporizzavano marijuana.

Inoltre, sempre da Erodoto, leggiamo che i popoli di alcune isole del mediterraneo usavano riunirsi accanto al fuoco, all’interno del quale buttavano la cannabis e ne inalavano i fumi fino a che non se ne “intossicavano” e cominciavano a ballare e cantare.

La Canapa era inoltre coltivata e utilizzata sia per le sue capacità psicoattive che per la sua fibra sicuramente in tutta l’Asia, in Medio Oriente e in gran parte del Mediterraneo, come dimostrano gli scritti di Plinio, Marco Polo e molti altri. Infatti erano in fibra di canapa anche le vele delle navi dei cinesi.

Il ritrovamento a Berlino di un’urna contenente foglie e semi di canapa che si fa datare a circa 2500 anni fa, permette di ipotizzare che la Cannabis sia stata introdotta in Europa occidentale, settentrionale e centrale almeno 500 anni prima di Cristo. Inoltre, prima della venuta dei romani e del loro impero, Celti e Pitti già facevano uso di Cannabis.

Da quel momento in avanti la coltivazione di marijuana in Europa è stata decisamente massiva. Erano infatti molto comuni i vestiti in canapa in Europa meridionale, ed erano anche ben conosciute le proprietà psicoattive e ricreative della pianta, che quindi veniva utilizzata anche per questi scopi.

Una bolla papale del 1484 ne vietò espressamente l’utilizzo tra i fedeli, ma nonostante questo il suo utilizzo è comunque ampiamente dimostrato nei secoli a venire, fino a diventare un’abitudine diffusissima tra gli intellettuali. Basti pensare al Club dei mangiatori di hashish a Parigi, dove si potevano ritrovare i celebri Honoré de Balzac, Théophile Gautier Victor Hugo, Alexandre Dumas e Charles Baudelaire.

Gli altri utilizzi della canapa erano anch’essi piuttosto comuni, basti pensare che veniva prodotta anche carta di canapa (su cui per altro venne stampato il primo libro europeo in caratteri mobili, la Bibbia di Gutenberg) e che le vele di Cristoforo Colombo erano in fibra di canapa.

La marijuana era inoltre diffusissima e quasi venerata in numerose zone del continente africano e in Nord America, tanto che nel 1850 si stima che negli Stati Uniti vi fossero 8.327 piantagioni di canapa, usata soprattutto sotto forma di fibra tessile. Anche la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti fu fatta su carta di canapa.

Per quanto riguarda l’Italia, questa è stata per lungo tempo il maggiore produttore di canapa di grandissima qualità grazie al suo clima che permetteva di coltivarne tantissima e di buona qualità. Famose a tal proposito erano le città di Bologna e Ferrara.

La demonizzazione della marijuana e la sua rinascita in tempi recenti

Col passare dei secoli però, la marijuana è stata demonizzata per motivi socio-politici e morali, e dunque ai giorni d’oggi viene considerata da moltissimi solo una droga, una fonte di perdizione e qualcosa da evitare. A scardinare questi pregiudizi arrivano però le evidenze scientifiche e il parere di medici e ricercatori che trovano sempre più prove degli effetti benefici legati ai cannabinoidi contenuti al suo interno.

È bene dunque sottolineare che il consumo responsabile di questa sostanza, e soprattutto il suo utilizzo in formulazioni legali o delle sue fibre, è non solo qualcosa di cui si può beneficiare a livello salutare, ma anche a livello dell’economia del paese e che quindi, probabilmente, la marijuana è una pianta da rivalutare completamente sotto una nuova e più positiva luce.

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