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Che Malavoglia!

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Teju - natyan


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Un viaggio dal classico al moderno

Sembrava che il benessere lo rendesse irrequieto, anziché più tranquillo, ma inizialmente non seppe comprenderne la ragione.
Ne realizzò il motivo dopo alcuni viaggi in India, incontrando, dapprima, persone che vivevano alla giornata ma poi, con l’avvento della civilizzazione occidentale, anno dopo anno, vedendo quelle stesse persone diventare più ambiziose e quindi più agitate.

Si erano accorte che non stavano bene, o che comunque avrebbero potuto vivere in condizioni decisamente migliori, mentre prima, senza televisioni e senza certe riviste, non lo sapevano.

Le notizie d’oltreoceano fecero nascere tra le genti la necessità di raggiungere il cosiddetto benessere, cioè quel modo di vivere che sicuramente sarebbe stato migliore, senza però tener conto della bramosia che avrebbe sviluppato in loro.

Non potevano certo prevedere che, dal desiderio di star meglio, sarebbero passati, in fretta, all’avidità, poiché una volta soddisfatti i necessari bisogni ordinari, l’ambizione sarebbe cresciuta ed avrebbero aspirato ad una maggiore ricchezza.

E si sa, non c’è ricchezza senza lotta, senza competizione, senza conflitto.

Osservando dall’alto, il cammino per raggiungere il progresso ha quel non so che di generoso in ogni suo movimento, ma più ti avvicini e più ti rendi conto che, seppure la società progredisca e si civilizzi, tutto ciò accade principalmente perché ogni individuo arricchisce per proprio conto.

L’aspetto umanitario altruistico, in verità non esiste, poiché lo stare bene non è dovuto allo sforzo di far felici gli altri, bensì a quello di arricchire se stessi, certamente con beneficio di tutti, ma fino a quando?

Inizialmente il progresso nasce, cresce lentamente, ma poi la corrente umana si avventa su tutte le opportunità, su ogni possibilità e non ha più tempo né voglia di fermarsi a chiedersi in che modo raggiungerà quel che vuole ottenere e a quali spese, perché travolta dall’ambizione, un’emozione che, notoriamente, come i cavalli, adopera i paraocchi.

In questa assennata corsa ci saranno i vincitori e i perdenti, i vincenti e i falliti ma tutto ciò non sarà veramente tenuto compassionevolmente in considerazione poiché lo spettacolo deve continuare, “the show must go on”, come si suol dire, e non ci si può fermare.

Così pensando, il soggetto in questione, si rese conto di non poter nemmeno condannare o giudicare poiché anche lui vi era dentro in pieno, per nulla avulso da tutti i vantaggi che la modernità gli aveva concesso.

Tutto quello che poteva fare era osservare e prendere nota, farne una diagnosi, ma non più di questo.

Gli venne in mente, però, un libro che studiò da giovane: ‘I Malavoglia’.
Corse nella sua vecchia biblioteca, lo estrasse dal mezzo degli altri testi, lo guardò per un attimo, con un senso di piacevole malinconia, e ne lesse la prefazione.

Si soffermò più volte in un punto ben preciso:

E quando si conosce dove vada questa immensa corrente dell’attività umana, non si domanda al certo come ci va. Solo l’osservatore, travolto anch’esso dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall’onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d’oggi, affrettati anch’essi, avidi anch’essi d’arrivare, e che saranno sorpassati domani.

Comprese allora che, oltre all’osservare, oltre a far diagnosi della situazione, avrebbe potuto fare qualcosa di più, gettando alle spalle la propria… di malvoglia.

Tratto dal Corso Naturopatia dell’Anima – Counseling Filosofico

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.