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CGIL consegna a Regione Toscana sessantamila firme per salvare sanità

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Raccolta firme sanità


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Giani e Bezzini ringraziano

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

La Giunta regionale ringrazia la CGIL e lo SPI – CGIL, il sindacato dei pensionati, per le prime 60 mila firme raccolte e la mobilitazione tra i cittadini a difesa della sanità pubblica e universalistica.

Un’iniziativa, con l’ulteriore campagna ‘Impazienti’ che parte oggi online, senza sigle, perché la sanità pubblica appartiene a tutti, in appoggio al progetto di legge nei mesi scorsi proposto dalla Giunta regionale e presentato al Parlamento e che chiede di portare strutturalmente, in quattro anni, al 7,5 per cento del PIL il finanziamento annuo statale del servizio sanitario nazionale.

Per dare certezze alla programmazione, per una sanità efficiente, per assumere nuovo personale e per mantenere alta la qualità dei servizi.
La consegna delle firme c’è stata stamani.

L’obiettivo, dopo le prime 60 mila raccolte nei gazebo e in piazza, è di arrivare online complessivamente a 100 mila: si potrà firmare fino a metà dicembre, all’indirizzo change.org/impazienti.

Spiega il Presidente della Toscana, Eugenio Giani:

Oggi in Italia solo il 6,2 per cento del PIL nazionale è destinato alla sanità. Nel 2020 era il 7,2: un punto percentuale in meno in tre anni, di fronte a prezzi e costi che a causa dell’inflazione sono aumentati.

In Germania e in Francia riservano alla sanità il 9% del PIL. Noi chiediamo di allinearci almeno alla media europea.

La Costituzione recita che la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo. Ma per farlo servono maggiori investimenti e soprattutto certezze.

Anche stavolta, invece, ci ritroviamo alla fine dell’anno ed ancora in Toscana non sappiamo se il Governo ci riconoscerà i 40 milioni dovuti per legge per l’assistenza sanitaria ai cittadini immigrati o cosa sarà del payback per le forniture sanitarie che un’altra legge dello Stato ha stabilito e che dunque abbiamo considerato nel nostro bilancio: circa 100 milioni l’anno, con crediti ancora da riscuotere dal 2019.

Commenta l’Assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini:

Ringraziamo la CGIL per aver portato tra le persone la nostra proposta di legge, facendo loro comprendere che in questo momento storico c’è bisogno di una grande mobilitazione unitaria e popolare a difesa della sanità pubblica e per destinarvi maggiori risorse. Altrimenti il sistema scivola verso il privato e noi non lo vogliamo.

Il timore che il Governo, senza dichiararlo esplicitamente, voglia proprio questo c’è . Nelle legge di stabilità, infatti, non ci sono risorse aggiuntive vere per la sanità ma si alza ad esempio, contemporaneamente, il tetto per poter ricorrere al privato e sul payback, previsto da una legge dello Stato e il cui gettito lo Stato dovrebbe garantire, si scarica tutto sulle spalle delle Regioni.

Si sofferma il Segretario generale della CGIL Toscana, Rossano Rossi:

Negli ultimi anni sono stati fatti tagli esagerati sulla sanità: 37 miliardi in meno, spesi nel privato e che non tutti si possono permettere. In Italia ci sono oramai 12 milioni di persone che non si curano più adeguatamente.

Per risolvere i problemi della sanità servono buone idee e volontà ma anche risorse. Invece, si taglia e la Toscana, proprio perché tra le poche regioni che ancora investono di più nel pubblico, rischia di essere paradossalmente più penalizzata.

Di un ordigno messo sulla sanità pubblica parla Alessio Gramolati, segretario toscano della SPI – CIGL:

La manovra del Governo, determinando uno sbilancio di questo genere, provocherebbe un aumento dei costi a carico dei cittadini, perché si dovrebbero recuperare le risorse per pareggiare i costi, e una diminuzione dei servici.

Sessantamila toscani hanno già detto che c’è un’altra strada da percorrere.

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