Il cinema ci ha abituati a storie apocalittiche e catastrofiche riguardanti la fine del mondo, argomento sfruttato all’inverosimile per “colpa” della famigerata profezia dei Maya; il film diretto dall’allora esordiente Lorene Scafaria, ‘Cercasi amore per la fine del mondo’, sconvolge totalmente sia approccio che sviluppo dell’argomento.
Mancano 21 giorni all’impatto tra un asteroide e la Terra e quel momento segnerà inevitabilmente la fine della specie umana. I media e le autorità hanno diffuso la notizia ed avvisato la popolazione cercando di mantenere quanto più possibile la calma facendo scorrere nella normalità la vita quotidiana.
Tra il caos dei servizi principali, che man mano vengono a mancare, e la pazzia, che comincia a dilagare tra alcuni in giro per le città, esiste una fetta di persone che, a tre settimane dalla propria fine, pensa a cosa possa fare in quel lasso di tempo di quel che resta della propria vita.
Dodge fa l’assicuratore, è un uomo tranquillo, fin troppo buono; è stato mollato dalla fidanzata con cui viveva, è praticamente solo anche se non vuole ammetterlo, ma attorno i pochi che gli vogliono bene non perdono occasione per sottolineare il suo stato di malinconica solitudine che a 21 giorni dalla fine del mondo deve essere scossa in qualche modo.
Eppure Dodge, se da un lato sente la necessità di dover dividere gli ultimi istanti di vita con qualcuno, dall’altro si rende conto che è una ricerca azzardata la sua, che è contrario al suo modo di essere e che se non era semplice dividere la propria esistenza in una situazione normale figurarsi in un momento così estremo come la fine del mondo.
Ma le cose capitano quando meno le si aspetta e gli incontri avvengono quando ormai ci si è abbandonati alla propria solitudine. Dodge scopre che nel suo palazzo vive la stralunata Penny e, dopo un incontro fortuito fuori la finestra, i due cominciano un’amicizia che li accompagnerà fino alla fine del mondo.
L’idea del film non è affatto male, perché la chiara volontà è di approfondire il lato umano, psicologico di una persona in una condizione di attesa impotente ad una catastrofe che sta per piombarle addosso e collegare ad un momento del genere un interessante sguardo sui rapporti umani, sugli affetti, l’amore, l’amicizia.
La storia parte come una commedia dal sapore drammatico che vibra sulle corde interpretative di un bravissimo Steve Carrell, ideale nella figura di Dodge, uomo dimesso e passivo a ciò che gli capita.
L’evolversi della pellicola trova la virata con l’ingresso in scena del personaggio di Penny, una Keira Knightley eccessivamente gigionesca che forse esagera nell’espressività caricaturale in alcuni casi, non abituata e ancora non adatta ad una storia fuori dagli schemi che l’hanno resa famosa ed apprezzata finora, film in costume, trame drammatiche, letteratura sul grande schermo.
‘Cercasi amore per la fine del mondo’, traduzione non letteraria, visto che il titolo originale parla di ‘Cercare un amico…’, nella seconda parte diventa un road movie, con pregi e difetti del caso, dato che alcune situazioni sono divertenti e brillanti, mentre altre sanno di già visto o di forzato per portare la storia lì dove un po’ tutti quelli che stanno guardando immaginano andrà a parare.
Cameo di Martin Sheen e William Petersen ad arricchire un film discreto, variazione “romantica” sul tema fine del mondo.
Autore Paco De Renzis
Nato tra le braccia di Partenope e cresciuto alle falde del Vesuvio, inguaribile cinefilo dalla tenera età… per "colpa" delle visioni premature de 'Il Padrino' e della 'Trilogia del Dollaro' di Sergio Leone. Indole e animo partenopeo lo rendono fiero conterraneo di Totò e Troisi come di Francesco Rosi e Paolo Sorrentino. L’unico film che ancora detiene il record per averlo fatto addormentare al cinema è 'Il Signore degli Anelli', ma Tolkien comparendogli in sogno lo ha già perdonato dicendogli che per sua fortuna lui è morto molto tempo prima di vederlo. Da quando scrive della Settima Arte ha come missione la diffusione dei film del passato e "spingere" la gente ad andare al Cinema stimolandone la curiosità attraverso i suoi articoli… ma visto i dati sconfortanti degli incassi negli ultimi anni pare il suo impegno stia avendo esattamente l’effetto contrario. Incurante della povertà dei botteghini, vagamente preoccupato per le sue tasche vuote, imperterrito continua la missione da giornalista pubblicista.