Home Rubriche Frammenti di infinito C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo

C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo

3396


Download PDF

La storia. Un amore perduto. Un passato incompiuto. La memoria, spietato registro dei conti in sospeso. È la storia di Rep, il protagonista dell’opera più famosa di Efraim Medina Reyes, C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo (Feltrinelli, 2008). Giovane colombiano dagli “occhi neri infossati e l’intelligenza feroce”, orgoglioso, rabbioso e arrogante, Rep costruisce e demolisce la propria vita sulla scia del mito americano, della musica rock che, con i Sex Pistols e i Nirvana, fa da colonna sonora al romanzo, trascinando il lettore nelle atmosfere musicali che accompagnano la vita dei protagonisti nella Colombia degli anni ’80. La vita di Rep si dispiega tra negazioni e sogni infranti, tra perdite e rinunce, tra musica e letteratura, fonti inesauribili di conferme, risposte e nuove domande. 

L’autore. Intenso, crudo, violento, impetuoso. È lo stile con cui Efraim Medina Reyes descrive episodi, pensieri, stati d’animo e ricordi.  Una donna che all’inaffidabile Rep preferirà la stabilità e la sicurezza di un amore tiepido, abbandonando il passato e lo squallore della Colombia. È una rappresentazione tutt’altro che bucolica e tradizionalista, quella che Efraim Medina Reyes offre della sua terra: un ritratto  autentico, disincantato, a tratti crudo e spietato, che l’autore oppone criticamente ai racconti mistificati serviti con manierismo e ricercatezza dalla letteratura sudamericana classica, contro cui si scaglia impietosamente.

Una certa ragazza. Sarà l’esperienza amorosa con una certa ragazza, e soprattutto la sua perdita, a mettere a nudo tutti i limiti e le insufficienze del protagonista, consegnandolo ad una atroce disperazione, al tormento del rimorso e del rimpianto, al disprezzo di sé. Una sconfitta attraverso la quale passerà il doloroso percorso di crescita ed autocoscienza di Rep. Con lui l’autore esplora i più oscuri meandri dell’uomo che fu un tempo, e lo fa con ironia, a volte, con cinismo e sofferenza, altre volte. Si prende in giro e si prende sul serio, espone con ostinata convinzione la parte opposta di sé, quello scetticismo sentimentale che ridimensiona razionalmente la donna amata, mentre le grida impetuosamente il proprio amore.

“L’amore non è una fregatura, Toba. L’amore è un limite e ci misura”. L’amore che amplia gli orizzonti e poi li sfuma, l’amore che costringe ad affrontarsi, a scoprirsi inadeguati, incompleti eppure tragicamente disposti alle rinunce. C’era una volta l’amore ma ho dovuto ammazzarlo è una lettura per chi ha qualcuno da ricordare o da dimenticare; per chi ancora non sa che basta un soffio, una disattenzione, un battito di ciglio, per perdere qualcuno.

Roberta Di Mauro