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Cefalopodi dei nostri abissi

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Octopoteuthis sicula - ph SZN
Octopoteuthis sicula - ph SZN


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Rarissime immagini dal profondo del Mediterraneo di Opisthoteuthis calypso e Octopoteuthis sicula

Riceviamo e pubblichiamo.

In concomitanza con le celebrazioni della Settimana dei Cefalopodi, 21 – 28 giugno, i ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn, SZN, che da giorni stanno esplorando fino alla profondità di 1.300 metri i fondali del mare, hanno avuto la fortuna di incontrare un Opisthoteuthis calypso, appartenente ad una categoria di cefalopodi, Opisthoteuthidae, noti come polpi frittella, polpi ombrello e anche polpi dumbo, per via dell’uso delle pinne, che ricordano il noto cartone della Walt Disney.

Questa specie abita gli ambienti profondi dell’Oceano Atlantico e del Mediterraneo.

Opisthoteuthis calypso - ph SZN
Opisthoteuthis calypso – ph SZN

Opisthoteuthis calypso è un animale ancora poco conosciuto e studiato per via della difficoltà di osservarlo nel suo ambiente naturale.

Questo eccezionale incontro segue un’altra importante osservazione effettuata in precedenza, luglio 2022, dagli stessi ricercatori SZN nel Mar Ionio.

In questa precedente occasione, i ricercatori SZN hanno filmato per diversi minuti per la prima volta in assoluto il cefalopode Octopoteuthis sicula, utilizzando una sofisticata telecamera 6K ad altissima risoluzione.

Octopoteuthis sicula è un predatore che attira le sue prede tramite organi bioluminescenti collocati alle estremità di ogni braccio. Le sue otto braccia inoltre sono dotate di potenti uncini che gli permettono di afferrare le prede senza possibilità di scampo.

Lo studio degli ambienti profondi rappresenta una sfida affascinante e che riserva inaspettate sorprese. La possibilità di raccogliere immagini di altissima qualità di rari organismi marini come questi cefalopodi attraverso tecnologie all’avanguardia, permette di ampliare le attuali conoscenze su queste specie, sulla loro biologia e comportamento, facendo luce su aspetti tutt’ora sconosciuti della vita marina.

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