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Cavallerismo esoterico nello spazio rumeno

Ordine del Drago


Grazie ad alcuni ricercatori di storia medievale è stato possibile ricostituire, in linee generali, nello spazio romeno, il percorso di taluni ordini iniziatici di origine occidentale.

Se, fino a poco tempo fa, si sapeva della presenza e del ruolo dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri in quest’area geografica, così come del breve episodio teutonico nel XIII secolo, lo stesso non si poteva dire della presenza dell’Ordine dei Cavalieri Templari.

Recenti scoperte hanno portato alla luce aspetti estremamente interessanti legati alla presenza di questo potente e controverso ordine nella regione della Transilvania.

Se, seguendo una logica pragmatica, si fosse intuita l’esistenza di una Comanderia Templare nella zona aurifera dei Monti Apuseni – essendo i Templari noti depositari di importanti tesori auriferi -, forse non ci si sarebbe aspettati di assistere all’individuazione di Comanderie di questo ordine nell’ambiente urbano della Transilvania.

Inoltre, decifrazioni dagli interni di qualche chiesa hanno evidenziato non solo l’esistenza di una o più Comanderie templari, ma anche – aspetto estremamente interessante – una certa filiazione tra l’Ordine dei Cavalieri Templari, l’Ordine dei Rosacroce e la Massoneria speculativa.

È corretto affermare che, durante il periodo medievale, nello spazio romeno, più precisamente nella regione della Transilvania, un’importante eredità iniziatica dell’Ordine dei Templari fu raccolta e proseguita da un altro ordine altrettanto rilevante per l’area dell’Europa centrale, cioè l’Ordine del Drago.

Probabilmente, l’ordine cavalleresco medievale più famoso e affascinante della Transilvania era proprio quello del Drago, fondato nel 1408 dal Re Sigismondo di Lussemburgo.

Nel suo simbolismo ci sono elementi interessanti dal punto di vista esoterico: il drago avvolto a forma di un cerchio e sulla sua schiena c’è la croce rossa di San Giorgio su uno scudo bianco.

Esegeticamente, il simbolismo vuole trasmettere che l’universo spirituale non dovrebbe essere visto in modo dualistico, ma integrativo.

È noto che il drago che si mangia la coda è un simbolo antico, che rappresenta l’unità primordiale, il ciclo infinito del tempo e dell’universo. Vi è ampia evidenza dell’importanza attribuitagli dagli alchimisti medievali come rappresentazione della trasformazione e trasfigurazione.

Dal punto di vista delle attuali interpretazioni, si può ritenere che le cavallerie esoteriche sopra presentate abbiano svolto un ruolo determinante nella cristallizzazione e nell’identità delle società iniziatiche che seguirono, appartenenti all’età moderna: il Rosacrocianesimo e la Massoneria speculativa.

Autore Antoniu Martin

Antoniu Martin, storico e analista politico rumeno, specializzato nella storia recente e geopolitica. Ha pubblicato diversi libri sul comunismo rumeno e dell'Europa Orientale, nonché studi e articoli su argomenti di attualità nel campo delle relazioni internazionali.

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