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Caso Mose, Venezia arrestato il sindaco.



E’ stato un vero e proprio terremoto giudiziario l’inchiesta per tangenti sul Mose, che ha portato all’arresto di 35 persone, tra cui il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni ed il deputato di Forza Italia, Giancarlo Galan.

La maxi inchiesta della Procura di Venezia sul Mose, riguarda fondi neri realizzati dal consorzio Venezia Nuova, presieduta all’epoca dei fatti da Giovanni Mazzacurati, destinati a finanziare in modo illecito politici e figure di spicco in ambito amministrativo, allo scopo di favorire la realizzazione delle opere di salvaguardia di Venezia.

Nella vicenda è coinvolto anche il sindaco di Venezia, Orsoni, che ora si trova agli arresti domiciliari.  E’ indagato per una maxi tangente da 560 mila euro datagli a favore della sua campagna elettorale del 2010, dal consorzio Venezia Nuova. Ma l’imputato durante l’interrogatorio davanti al Gip si è dichiarato estraneo ai fatti. Tra gli arrestati figurano inoltre, il consigliere regionale PD, Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo, il generale della Guardia di Finanza in pensione, Emilio Spaziante ed  il deputato FI, Galan, indagato per aver ricevuto fondi illeciti dal consorzio Venezia Nuova, nell’ambito delle opere del Mose. I versamenti risalirebbero agli anni tra il 2005, 2008 e 2012.

Il Presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione, Raffaele Cantone, ha dichiarato: ” quello che sta emergendo in questa vicenda  è un sistema inquietante, ancor più di quello venuto fuori per l’Expo. Il quadro che emerge è di una corruzione dilagante, che viene favorita dalla quantità enorme di denaro che gira quando si tratta di grandi opere.” Per Cantone ” è ovvio che il sistema degli appalti deve essere ripensato, ma cambiare le regole non basta, serve discontinuità politica e culturale.”

Il Presidente del Consiglio, Renzi, invece tuona dichiarando: “un politico indagato fosse per me, lo indagherei per alto tradimento. Il problema della corruzione non sono le regole che non ci sono, ma quelle che non si rispettano. Il problema sono i ladri, non le regole.”  “Il punto centrale è che chi è condannato, dopo 20 anni non torni più ad occuparsi della cosa pubblica. La mia proposta  è di un daspo a politici ed imprenditori implicati in vicende corruttive. “

Monica De Lucia

Autore Monica De Lucia

Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.

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