L’Assessore sottolinea l’importanza dell’inserimento in percorsi e progetti lavorativi virtuosi
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa della Regione Lazio.
Oggi all’Istituto Penitenziario Minorile di Casal del Marmo ho portato la mia personale vicinanza e il sostegno della Regione Lazio al Direttore Giuseppe Chiodo, agli agenti della Polizia penitenziaria, al personale sanitario e agli educatori che lavorano quotidianamente nella struttura dove, nonostante le criticità, si continua a generare speranza e a offrire ai giovani detenuti una nuova prospettiva di vita.
Così Luisa Regimenti, Assessore al Personale, alla Polizia locale, alla Sicurezza urbana, agli Enti Locali e all’Università della Regione Lazio.
L’Assessore Regimenti ha proseguito:
Il sovraffollamento, con 70 detenuti per una capienza di 46 posti, la carenza di agenti di polizia penitenziaria, la presenza di una popolazione carceraria per il 60% di origine straniera sono elementi che rendono sempre più difficoltoso il lavoro degli operatori.
Come ha sottolineato Papa Francesco, nessuno può cambiare la propria vita se non vede un orizzonte: come Istituzioni abbiamo il dovere di produrre ogni sforzo affinché la pena non sia solo afflittiva ma rieducativa, come previsto dalla Costituzione.
All’interno della struttura ho potuto apprezzare la biblioteca, i laboratori di oreficeria e il servizio sanitario presente. Purtroppo, permane il problema dell’assenza di formazione qualificata, di istruzione riconosciuta e di un serio percorso di avviamento al lavoro oltre a quello della determinazione certa dell’età dei detenuti che non hanno documenti.
Molti, inoltre, i giovani detenuti che hanno problemi psichiatrici.
Mi attiverò in sede di tavolo interassessorile per chiedere il potenziamento del servizio psichiatrico, l’attivazione di corsi di formazione professionalizzanti e affinché i detenuti, come con il Pastificio Futuro, possano essere inseriti in percorsi e progetti lavorativi virtuosi.
Il lavoro è una delle attività principali per contrastare la recidiva e garantire alle persone detenute di costruire un percorso diverso rispetto a quello che li ha portati in carcere.