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Carceri lombarde: sistema regge a Covid, in attesa del piano vaccinale

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Forattini: ‘Uno sforzo gigantesco per arginare il contagio. Adesso anticipare le vaccinazioni per agenti e detenuti’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

Continua l’emergenza Covid nelle carceri lombarde, in attesa della definizione del piano vaccinale.

Nella seconda ondata, la popolazione carceraria contava 7.600 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 6.143, di cui 1.220 sono stati i detenuti affetti da Covid 19 dal 1° ottobre ad oggi, con un picco di contagiati, 442, registrato l’11 dicembre, mentre il totale dei casi da inizio pandemia ammonta a 1.329 pazienti positivi, 45 sono stati i ricoveri e 3 i detenuti morti a causa del virus, con oltre 32mila tamponi.

Attualmente ci sono ancora 139 detenuti positivi, ricoverati nei due hub Covid di San Vittore, 55 persone, e Bollate, 42, mentre gli altri casi derivano dal focolaio del carcere di Bergamo.

Questa la fotografia dell’evoluzione della pandemia nelle carceri lombarde, illustrata nell’ultima seduta della Commissione speciale Carceri, presieduta da Antonella Forattini, PD.

A raccontare l’emergenza sanitaria vissuta dietro le sbarre, il dottor Roberto Ranieri, responsabile Sanità Penitenziaria di Regione Lombardia e il dottor Pietro Buffa, Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria lombarda, che hanno illustrato le principali problematiche: la convivenza tra detenuti, personale sanitario, personale di polizia penitenziaria; la situazione di sovraffollamento con difficoltà di applicazione di misure di distanziamento sociale; il rischio di diffusione rapida della catena di contagio con coinvolgimento di pazienti fragili, anziani, immunodepressi, e le conseguenze sul sistema sanitario esterno; l’impatto negativo su misure rieducativo-trattamentali, particolarmente in pazienti tossicodipendenti e portatori di patologie psichiatriche.

Ha dichiarato la Presidente Forattini:

La situazione carceraria durante l’epidemia è stata senz’altro un’emergenza nell’emergenza.

Auspichiamo che l’esperienza maturata e le buone pratiche adottate in Lombardia, grazie allo sforzo, all’impegno e alla creatività dei dirigenti penitenziari e dei responsabili della sanità, venga messa a sistema e possa fornire indicazioni per l’organizzazione dei vaccini, somministrazione che speriamo possa avvenire quanto prima.

Tra le soluzioni adottate, e che secondo il dottor Ranieri rappresentano un modello di sanità territoriale, la creazione di una task force multidisciplinare, che ha consentito la diagnosi precoce dei casi asintomatici contribuendo alla circoscrizione dei focolai epidemici, il contact tracing.

Ha sottolineato il Provveditore Buffa:

Tutte misure e trattamenti clinici che sono stati congrui e omogenei rispetto a quelli del cittadino comune, e non ulteriormente restrittive della libertà individuale, come richiesto dalle normative.

Il Provveditore ha, inoltre, sottolineato anche il grande contributo avuto dai servizi di telemedicina, elemento che rimarrà anche dopo la fine della pandemia.

Durante la seduta si è anche parlato della non facile organizzazione del piano vaccinale che per gli agenti di Polizia penitenziaria dovrebbe avvenire, secondo le ultime notizie, nella fase 1 bis, mentre per i detenuti è prevista la somministrazione alla fine della fase 2, che invece dovrebbe essere anticipata.

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