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Cappuccetto Rosso si è emancipata

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Cappuccetto Rosso


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Un viaggio nel mondo sensibile degli animali

Quando Cappuccetto Rosso si trovò di fronte al lupo, travestito da nonna, tirò fuori una rivoltella e gli sparò, e sapete perché?
A meno di otto metri di distanza, ci racconta l’aforista Pitigrilli, capì che non era affatto sua nonna, giacché anche con il berretto e una camicia da notte, un lupo non assomiglia ad una nonna più di quanto un leone della Metro Goldwin Mayer possa rassomigliare a Greta Garbo.

È quanto meno singolare l’ostinata determinazione con la quale la maggior parte delle culture umane utilizzi l’animalità come un insulto, servendosi delle metafore animalesche per descrivere il raccapriccio, la crudeltà e l’inganno che sono prerogativa dell’essere umano.

Che si tratti di figure retoriche metaforiche, con Trilussa lo si capisce al volo, poiché i suoi animali sono anche comici ed è difficile credere che possano parlare in romanesco, fatta eccezione per i pappagalli, ma con tutti gli altri autori?

Allora, amati bambini, vi sintetizzo io una storia vera, questa volta sui cani lupo, e a fondo articolo inserirò la bibliografia.

Ad Auschwitz, un certo numero di pastori tedeschi, utilizzati dalle SS per terrorizzare a morte i deportati, furono soppressi perché si rifiutarono di aggredire e di mordere i prigionieri. Il loro numero fu di gran lunga superiore a quello delle guardie umane che domandarono di essere assegnate ad altro incarico. Lo si verifica facilmente leggendo il libro di J. Goldhagen, I volenterosi carnefici di Hitler: i tedeschi comuni e l’olocausto, A. Mondadori, Milano 1997.

E ne volete una sui topolini?

In laboratorio i topi sono restii a premere una leva per ottenere il cibo, se così facendo provocano una scossa elettrica ad un loro simile. Nel procedere nell’esperimento, perfettamente umano, troppo umano nei termini sadici della sua concezione, essi preferiscono azionare invariabilmente la leva che non provoca la scossa e, se non hanno scelta, decidono di rinunciare al cibo piuttosto che procurare dolore ai loro compagni.

La storia è descritta da D.L. Krebs in Altruism: An Examination of the Concept and a Review of the Literature, in ‘Psychological Bulletin‘, 73, 1970, pp258-302.

E cosa dire di quel cane che si fratturò una zampa e della sua sensibilità?
Quando guarì totalmente si ricordò di tutte le volte che lo avevano coccolato durante la degenza e la riabilitazione, perciò ogni volta che lo rimproveravano aspramente, pur essendo in perfetta salute, si metteva a zoppicare, per poter essere perdonato e coccolato e vezzeggiato di nuovo.

Per saperne di più vi invito a leggere G.G. Romanes, Animal Intelligence, Kegan Paul, Trench, Trubner and Co., London 1882.

Poi c’è lo gnu, il quale, dopo un’estenuante e inutile difesa, venne salvato da due ippopotami dalle fauci di un coccodrillo, del quale puoi vedere la videoripresa in questo link: https://www.videoman.gr/it/115530.

George Romanes, sempre nel succitato libro, ci racconta un’altra storia, questa volta molto simpatica, che ha dell’incredibile, la quale dimostra, una volta di più la sensibilità, perfino la permalosità dei poveri animali quando vengono umiliati.

Il suo cane Terrier aveva l’abitudine di cacciare i mosconi che si appoggiavano ai vetri delle finestre. Quando non riusciva nell’intento, il suo padrone si metteva a ridere e il suo cane dimostrava di non gradire di essere preso in giro. Romanes, però, volle essere certo che non fosse solo una sua impressione, perciò la volta successiva che il Terrier fece cilecca scoppiò a ridere molto più forte, ridicolizzandolo anche a parole.

Il cane allora cercò di ingannare il suo padrone eseguendo tutte le mosse, una per una, di quando invece riusciva a catturare i mosconi; agitò la lingua, digrignò le labbra, strusciò il muso in terra come per dare il colpo di grazia all’insetto, giochicchiando con il nulla e, per finire, alzò la testa con aria trionfante guardandolo orgogliosamente dritto negli occhi.

Romanes, però, si mise a ridere ugualmente, facendo capire al suo cane di non esserci cascato e sapete cosa fece il terrier? Quando capì di essere stato smascherato si rintanò sotto un mobile, evidentemente colmo di vergogna.

Tristan Bernard ebbe a dire:

Due cose mi sorprendono, l’intelligenza delle bestie e la bestialità degli uomini.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.