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‘Cambia Menti’: intervista ad Antonella Prisco

'Cambia Menti' - Antonella Prisco


Prima assoluta al Teatro Sannazaro di Napoli il prossimo 14 febbraio

Martedì 14 gennaio, ore 21:00, presso il Teatro Sannazaro di Napoli, debutterà lo spettacolo ‘Cambia Menti’, di e con Antonella Prisco, scene Mario Maresca, costumi Luisa Gorgi Marchese, luci Gennaro Russo.

Una serata speciale in cui la protagonista svelerà le sue emozioni più segrete, la propria anima, per mostrare, con leggerezza ed ironia, come le dinamiche dell’esistenza e lo scorrere del tempo, interiore ed esteriore, comportino, inevitabilmente, una serie di trasformazioni nella quotidianità di ognuno di noi.

La meravigliosa complessità dell’animo umano sarà sprigionata con tutta la sua forza, esaltando, in modo cangiante, quel cromatismo intenso che si riflette nel nostro approccio al mondo.

Ed ecco che debolezze e conflitti, sfrontatezza e candore, stramberie e dolcezze si mescoleranno per far fronte ai cambiamenti dell’essere attrice, madre, moglie, figlia, ma soprattutto ‘Donna: mistero senza fine bello!’, come direbbe Guido Gozzano.

Storia autobiografica, sì, ma solo fino ad un certo punto, che permette di trovare punti di contatto con il pubblico e renderlo, in un certo senso, oggetto stesso della pièce.

Curiosi di saperne di più, decidiamo di approfondire con la stessa Antonella, con cui abbiamo un legame speciale.

Artista di successo, affianca da sempre nomi celebri del panorama nazionale, noto volto Rai, dove alterna lunghe e brevi serialità, calca spesso il palcoscenico, cimentandosi in ottime performance. Ma, soprattutto, un vulcano d’idee, un fiume in piena con quella sua verve contagiosa, finché non si abbandona a considerazioni profonde.

Cosa avrà mai in serbo per quest’opera? Lo chiediamo, appunto, alla diretta interessata.

‘Cambia Menti’: un titolo che è poi un gioco di parole. Perché lo hai scelto e su cosa si incentra?

Questo spettacolo nasce piano piano, dentro di me, dall’esigenza di raccontarmi e innanzitutto raccontare la mia paura e i miei freni contro i cambiamenti. Come farlo se non in maniera divertente ed autoironica?

Ho iniziato a sentire il bisogno di raccontarmi subito dopo la maternità, quando ho vissuto delle situazioni che avevo bisogno di condividere, come se il farlo mi facesse sentire meno sola. 

Nel soffermarmi sulle trasformazioni che ho avuto nei miei primi 40 anni, accompagno lo spettatore in un viaggio, in cui spero si ritrovi, dato che sono temi comuni a molte donne. Vorrei ridesse con me, ma, soprattutto, di se stesso nel momento in cui vive quegli stati che descrivo, per aiutarlo ad accogliere i propri mutamenti, con un sorriso.

Cambiare, per definizione, significa superare un ostacolo, tutto sta, però, a noi, agli occhi con i quali guardiamo quella difficoltà e cerchiamo di affrontarla e di trarne il meglio.

Sul palco sfileranno diversi personaggi, che mi aiuteranno a narrare le modifiche e le psicosi che si nascondono dietro dei ribaltamenti che talvolta decidiamo noi e, talvolta, ci piombano addosso e, nostro malgrado, dobbiamo fare nostri.

L’intera rappresentazione sarà leggera, ironica, e, alla fine, indurrà il pubblico ad una riflessione, che però non posso anticipare.

Come mai la svolta quasi intimistica in cui ti metti a nudo?

Quest’esigenza viscerale si è fatta strada dentro di me pian piano. L’attore ha sempre voglia di parlare di sé, altrimenti sceglierebbe un altro lavoro. Non so se e quanto sia dipeso dal blocco di quello che abbiamo vissuto con il lockdown, quando siamo stati costretti a stare a distanza anche dalla platea, ma avevo necessità che questo rapporto iniziasse di nuovo ed esattamente così.

Che significa oggi essere attrice, madre, moglie e figlia e come concili tutti questi aspetti?

Chi si innamora di questo lavoro e decide di farlo, per caso o perché dentro di sé sente una spinta irrefrenabile, inizia ad interpretare parti diverse e a, a seconda dei casi, far sorridere, piangere, emozionare.

Ma è anche giusto che l’attore si faccia portatore di un messaggio, utilizzando il linguaggio e gli strumenti della recitazione, per farlo arrivare alle persone, magari spronandole, in qualche modo, a rappresentare le proprie fragilità e paranoie e farle sentire meno sole, facendo rete.

L’essere madre, per me, implica un confronto continuo. Credo che per una mamma, un bambino sia un’occasione per mettersi in gioco, sciogliere dei nodi che, fino ad allora, non aveva trovato il modo di allentare, perché un figlio te li mette davanti ed esige una risposta. Ci sono due strade: far finta di niente oppure affrontare i tuoi demoni interni, le tue paure e debolezze, così da poter dar modo a tuo figlio di vivere e crescere diventando un adulto serio, responsabile e affidabile.

Essere moglie è una prova non da poco. Riuscire a stare con una persona per una vita intera, o almeno è quello che ci sia augura quando ci si innamora, anche quella è una sfida, perché come una passione, un’amicizia, è un sentimento che va alimentato continuamente, nonostante la routine quotidiana.

Ti trovi davanti ad un bivio e decidi se voltare pagina o spendere le tue energie per affrontare i problemi che si presentano in coppia, cercando una via comune, che prevede il rispetto dell’altro, ma soprattutto di se stessi.

Si nasce figli, ma, con lo scorrere del tempo, il ruolo cambia, anche se vorresti sempre l’attenzione dei tuoi genitori, ma, ad un certo punto, questa situazione si ribalta ed essere figlia significa anche comprendere quelle che sono le ragioni dei genitori e, a volte, essere tu ad accudirli e ad accoglierli.

Conciliare tutti questi aspetti è abbastanza naturale. Certo, bisogna sempre lottare nella vita per riuscire ad ottenere quello che si desidera, altrimenti ci si fa prendere dal senso del dovere, dai sensi di colpa, e noi donne in questo siamo molto brave, ma bisogna anche ripetersi che il giusto spazio personale è necessario, perché se ci si svuota per gli altri, poi non si ha niente da dare, né in coppia, né in famiglia.

Al pubblico femminile dico che vedrà rappresentati i propri cambiamenti in una chiave un po’ diversa dalla solita prospettiva, a quello maschile che, forse, riuscirà a capire un po’ meglio le paranoie di noi donne.

Vi aspetto il 14 febbraio, ore 21:00, nello splendido Teatro Sannazaro di Napoli. Non mancate!

Per informazioni
Teatro Sannazaro
Via Chiaia, 157
Napoli

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Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.

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