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Calìgo, il nuovo film di Egidio Carbone

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Tra trascendenza, sperimentazione e provocazione

Mercoledì 27 gennaio, ore 20:30, presso il cinema Metropolitan di Napoli, abbiamo avuto il piacere di assistere alla proiezione in anteprima assoluta di Calìgo, ultima prova cinematografica di Egidio Carbone, giovane drammaturgo salernitano, ma di origini e anima partenopee. Alla proiezione hanno partecipato, oltre al pubblico che ha gremito la sala, lo stesso regista e gli attori. Presente in prima fila anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

Prodotto dalla Napoli Centro Storico Produzioni in collaborazione con il Teatro Avamposto, Calìgo è un vortice di immagini fortemente simboliche, il cui potere evocativo costituisce il centro vitale del film, relegando i dialoghi alla funzione di supporto alla potente narrazione visiva.

In una Napoli claustrofobica e brutale, che oscilla tra bellezza e alienazione, Calìgo, protagonista dalle molteplici sembianze, vaga affannosamente in cerca d’identità: è la bambina perennemente sull’orlo del pozzo, è l’anziana signora che ritrae un nudo femminile (se stessa da giovane?); è la gente comune che cerca di liberarsi dalle maschere che ne opprimono il profondo sentire, maschere realizzate da Gennaro Patrone e che realmente coprono il viso di alcuni attori; è il volto ipnotico ed enigmatico della protagonista, Adele Rita Perna, giovane e bellissima attrice palermitana già interprete principale del precedente lavoro cinematografico di Carbone, il cortometraggio Guado (2014).

Il viaggio di Calìgo viene continuamente insidiato dalla scelta tra Ovvio e Dubbio, tra nero e bianco, tra la passiva accettazione e la sete perpetua di conoscenza.

Tra i molti livelli di interpretazione a cui si presta questo criptico film, vi è quello della dura invettiva nei confronti del controllo di massa operato da ogni sfera di potere e, per contro, nei confronti della rinuncia dell’uomo comune a indagare a fondo sulla propria natura e a guardare oltre i luoghi comuni e le banali chiavi di lettura della realtà imposte dalla società moderna. Colpisce e fa riflettere, tra le altre, la scena in cui un’orda di ragazzini percorre tumultuosamente le anguste strade della città inseguendo l’arancio pallido di un pallone Supersantos in preda a una sinistra euforia.

Uno degli aspetti più interessanti delle opere cinematografiche di Carbone, è la sperimentazione della teoria dell’Attore Costitutivo, elaborata dallo stesso regista a partire dai suoi studi presso la facoltà di ingegneria dell’università Federico II di Napoli, che vede da diversi anni coinvolte varie personalità appartenenti a molteplici aree di lavoro, come Luciano Nunziante, professore ordinario di Scienze delle Costruzioni, ed Enzo Amato, musicista e musicologo, nonché autore della colonna sonora del film.

Carbone riesce anche a sorridere e far sorridere col suo Calìgo, attraverso le scene interpretate da Antonella Elia (non accreditata) che, alla maldestra ricerca di risposte a domande con la “D” maiuscola, si reca presso l’“ufficio informazioni ovvie”, presieduto da Fabio Balsamo, attore delle web series dei Jackal.

Molte le personalità artistiche che hanno accettato di prestare il proprio volto nella realizzazione di questo lavoro difficile e provocatorio, fra i quali attori e musicisti come James Senese, Enzo Gragnaniello, Antonio Casagrande, Adriano Pantaleo, Salvatore Cantalupo e Rosario Verde.

Calìgo è un film che non intende conquistare al primo sguardo, non elargisce ammiccamenti di facile presa sul pubblico. Si rivolge a tutti, ma non è un film per tutti. Preferisce parlare dapprima al cervello, per arrivare allo stomaco dopo un po’, forse dopo giorni o settimane. E proprio per questo ci è piaciuto.

Autore Michele Ferigo

Michele Ferigo, napoletano, classe 1976, si occupa d’arte da sempre. È musicista, compositore, disegnatore e film-maker.