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Il caffè delle donne, di Widad Tamimi

Il caffè delle donne


Titolo: Il caffè delle donne
Autore: Widad Tamimi
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
Prezzo: € 14,88

Widad Tamimi è nata a Milano nel 1981. Figlia di un profugo palestinese fuggito dall’occupazione israeliana dal 1967 e di una donna di origini ebree, la cui famiglia scappò a New York durante la Seconda guerra mondiale, è cresciuta in Italia. ‘Il caffè delle donne’ è il suo primo romanzo.

‘Il caffè delle donne’, il bel libro di Widad Tamimi, ha due protagonisti assoluti: Quamar, una trentenne divisa tra la sua origine araba e quella occidentale, ed il caffè.

Un qualcosa di magico è il filo conduttore nella vita della ragazza.
Sin da bambina, il caffè arabo nella grande casa dei nonni paterni, con il suo potere divinatorio, era un rito, un incontro tra le donne della famiglia.
Le donne si riunivano ed una sola poteva conoscere il futuro nei fondi del caffè. Una consuetudine familiare a cui solo ad undici anni si era ammesse come osservatrici ed a quattordici si entrava di diritto nel gruppo di donne. Ancora il caffè univa la Quamar bambina a sua madre nel rito mattutino.

Presi coraggio e avvicinai la tazzina calda alle labbra. Il caffè era amaro. Feci una smorfia e le donne mascherarono una risatina con la mano.
“Il caffè della lettura deve essere severo, puro e veritiero. Come la vita”, Khalto Sherin scandì le parole con solennità.
“Non può essere nascosto con lo zucchero, ma solo insaporito con cardamomo”.

Quamar è figlia di una donna occidentale, femminista e restia a dimostrare affetto, e di un uomo giordano. Questa sarà sempre l’essenza della sua vita. Si sentirà sempre divisa tra le sue due parti: l’una italiana e l’altra araba.

Quamar è una bambina che vive a Milano con i genitori e trascorre tutte le estati dalla famiglia paterna in Giordania. Le vacanze dagli affettuosissimi nonni sono per lei e la sorella Selma come una grande festa, dato che sono abituate ad una mamma senza slanci emotivi e ad un papà sempre fuori per lavoro. Nelle famiglie giordane i bambini sono lasciati liberi di scorrazzare fuori casa e per lei è una grande gioia poter giocare indisturbata, senza tutte le premure e paure dei genitori occidentali.
Ma crescendo le cose cambiano, molto presto avverte le differenze basilari delle due culture come una prigione. A quattordici anni non può più uscire da sola, non può vestire all’occidentale e, soprattutto, non può più star fuori con gli amici.
È l’età dei primi turbamenti amorosi; scopre l’amore con Yusef, figlio di uno zio giordano. Un legame quasi impossibile dato che i ragazzi appartengono a mondi diversi ed infatti quella sarà l’ultima estate in cui la ragazza andrà dai nonni. Tornerà lì solo dopo vent’anni, in seguito alla perdita di un bambino, che mina il suo rapporto con Giacomo, il compagno, conosciuto sui banchi di scuola.
Quamar ha una profonda crisi d’identità, si sente divisa tra due identità, ricorda con nostalgia le belle estati trascorse in Giordania, il suo amore sbocciato e mai vissuto con Yusef. C’è qualcosa di irrisolto dentro di sé, si sente lontana da Giacomo, non si sente capita veramente, esplode prepotente in lei, la sua parte araba. E solo tornando in una Giordania che non riconosce più, dove le donne sono senza volto, Yusef è diventato Iman ed ha sposato Nura, una cugina con cui Quamar non è mai andata d’accordo, riesce a vedere la vita ad Amman senza rimpianto e nostalgia.
La vera svolta è riandarci con Giacomo dopo il loro matrimonio, solo allora riesce a mettere d’accordo le due parti di se che teneva separate.

Quamar, amore mio, sono finalmente approdato nel tuo mondo segreto e ti ho vista più bella che mai. La pelle si scalda al sole tagliente del deserto, si colora d’ambra e di rame nei brevi tramonti dell’Est. C’è una luce diversa, una luce che non conoscevo, più affilata, più intensa. Una luce che a tratti accende avvolge e ti domina, per poi tornare lieve e romantica nelle ore fresche della sera. E tu, libera e asciutta, ti muovi senza esserne turbata. Sembra che i violenti raggi del deserto ti accarezzino, mentre io mi sciolgo come burro al sole. Tu no, tu sei completamente a tuo agio. Profumi di deserto secco in ogni incavo della pelle, i tuoi capelli scuri si tingono di luce rossa, viva al contatto col sole.
Così, amore mio, non ti avevo mai vista.
È stato bello conoscere la tua famiglia, sapere dove ti rifugi ogni volta che il mondo ti sta stretto […]

[…] Ho scoperto le origini della tua ospitalità, in casa come nella vita, nelle competenze professionali come nell’amore. Accogli chi ti è di fronte con disponibilità, lo coccoli e lo ascolti, ti preoccupi del fatto che si senta a suo agio e lo vizi, così come le donne della grande Casa hanno fatto con me […]

[…] Tutto può diventare familiare, anche una realtà tanto distante. Tutto può appartenerci se solo lo accogliamo, offrendogli il giusto spazio.

[…] Ora so cosa ostacola l’incontro delle tue identità, ora so cosa le tiene lontane. Ma non si tratta di Occidente e Medio Oriente, non si tratta di Islam e non Islam, arabo oppure altro. C’è un mondo ideale che sta troppo in alto, e uno reale che ti riempie di delusioni. Riconciliarli è possibile. Basta vivere, accettare al vita e viverla.

È un libro delicato, ricco di sentimenti, a tratti poetico. Ci mostra l’altro volto del mondo musulmano, raccontato con grazia e dolcezza. Una cultura agli antipodi dalla nostra occidentale, differenze di tradizioni, di cultura, di modo di vedere e vivere la vita.

Una cultura che noi occidentali dopo l’11 Settembre ed altri lutti recenti, guardiamo, a volte, con sospetto. È stato bello conoscere anche quello che noi ignoriamo del loro modo di vivere, perché essere musulmani non fa di loro dei terroristi, degli estremisti, sono brave persone che vivono in povertà con estrema dignità.

Non è stato facile per me scrivere di questo romanzo, è molto intimo; in alcune parti è quasi un trovare te stessa. Il caffè rappresenta l’amore, un legame tra le persone care, un’attenzione speciale per coccolarsi e stare insieme. Il profumo che unisce.

Un libro che leggi rilassata, con leggerezza, ma che comunque ti lascia dentro l’interrogativo più attuale in questi tempi di dolore e di distanza tra i due mondi completamente diversi: l’Islam e l’Occidente. Possono due modi di vivere, di ragionare, di sentire la religiosità così diversi unirsi nell’amore?

La trama
Il caffè è un punto fermo nella vita di Qamar: espresso e vigoroso come lo beve la madre, ingentilito da un goccio di latte come piace al suo compagno, oppure fatto bollire tre volte, amaro e profumato di cardamomo, come ha imparato a berlo in Giordania. Da sempre Qamar è in equilibrio tra due mondi, ma lo ha scoperto solo il giorno del suo quattordicesimo compleanno, quando è diventata ufficialmente donna. Sottratta a ogni contatto promiscuo, costretta a una improvvisa separazione dagli amici, Qamar deve confrontarsi con le differenze profonde tra le due culture di cui è figlia. Eppure, nelle lunghe giornate trascorse con le donne di famiglia, impara a curare il corpo come ogni sposa deve saper fare, a cucinare, a essere seducente e insieme modesta. Ed è durante queste lunghe ore al femminile che viene introdotta all’antico, affascinante rituale del caffè: nonna, zie, sorelle, riunite nel salotto si scambiano confidenze e si preparano a conoscere il destino. Solo una, ogni giorno, è la prescelta per l’interpretazione dei fondi da parte di Khalto Sherin, che sa leggere nel sedimento i segreti del cuore e del futuro. Anni dopo, di fronte al dolore di una maternità mancata, Qamar sentirà la necessità di recuperare le proprie radici e ripensare alle parole ascoltate il giorno lontano in cui lesse la propria vita nel sedimento. Scegliere gli ingredienti del proprio caffè, deciderne aroma e intensità, significa capire che gusto vogliamo dare alle nostre giornate: la protagonista di questo romanzo è una donna come tutte noi, alla ricerca della propria identità, del profumo che rende unica ogni vita.
Quello di Widad Tamimi è un esordio originalissimo: una voce sicura, capace di illuminare con lo sguardo partecipe i diversissimi modi di essere donna oggi. Un romanzo intenso, diretto, sorprendentemente aromatico: come un indimenticabile caffè.

Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.

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