Una chimera o una realtà adattabile alla nostra gioventù e alle scuole?
Tema delicatissimo, purtroppo di estrema attualità e con fatti di cronaca che ogni giorno vediamo sui media nei quali sono protagonisti i giovanissimi.
Nel 2021, unitamente alla mia coautrice psicologa dott.ssa Rosj Guido, ancora prima del Covid, ho scritto un libro sul bullismo e cyberbullismo proprio su tale argomento, affrontandolo con un approccio metodologico innovativo, cercando di individuare le cause del disagio sociale dei giovani e, soprattutto, proponendo delle misure per contenere il fenomeno.
Dopo la sua pubblicazione, l’abbiamo presentato nelle scuole di tutta Italia, parlando direttamente ai ragazzi, comprendendo che, spesso sono inconsapevoli delle conseguenze e dei danni da provocate dalle loro azioni.
Infatti, i giovani sono poco ascoltati in quei contesti che, invece, devono e dovrebbero essere la sintesi naturale del dialogo, come la famiglia, le scuole e le realtà sportive.
Quando è uscito il volume, la norma vigente sull’argomento era quella del 2017 sul cyberbullismo, mentre si faceva riferimento al bullismo solo come un’entità astratta, un fenomeno sociale molto rilevante nelle dinamiche giovanili all’interno del quale si potevano delineare differenti fenomeni di illiceità penale, ossia reati presenti già nel nostro codice penale.
Venivano puniti singolarmente, a seconda del comportamento tenuto dal giovane bullo ai danni della sua vittima, oltre ovviamente agli illeciti in sede civile.
Molti studenti a cui abbiamo domandato cosa fosse il bullismo, pensavano fosse un reato, non comprendendo che, in realtà, è un fenomeno generale di disagio all’interno del quale si possono invece formalizzare differenti reati spesso molto gravi e con conseguenze assai elevate in termini di danni anche sotto il profilo psicologico, non solo economico, per le vittime più fragili.
Nell’aprile del 2023 ho partecipato come relatore ad un convegno in Senato proprio sull’argomento. Un anno dopo è approdato il testo di legge n. 70/24 del 17 maggio.
Novità rispetto al passato e finalità
La legge può aiutare ma non risolvere del tutto un fenomeno che risiede nelle viscere della nostra società. Fino a che noi adulti continueremo a dare cattivi esempi di comportamento e non trasmetteremo valori fondamentali come quelli della famiglia e del rispetto dell’altro anche se diverso, non ci sarà mai una legge che potrà sostituire questi strumenti educativi, che sono alla base del nostro vivere civile.
La Legge n. 71 del 29 maggio 2017 chiariva che il termine cyberbullismo si riferiva a qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minori, realizzata per via telematica.
Stabiliva, poi, che gli ultraquattordicenni e i loro genitori o tutori potevano richiedere ai gestori dei siti Internet o dei social media l’oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti online dannosi.
In caso di mancato intervento dei gestori entro 48 ore, è possibile rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali, che è tenuto a prendere provvedimenti entro 48 ore.
Infine, è noto che, naturalmente, le scuole svolgano un ruolo fondamentale per la lotta contro il cyberbullismo.
Per questo motivo, la legge 71/2017 aveva stabilito che ogni istituto scolastico era tenuto a promuovere l’educazione all’uso consapevole di Internet e ai diritti e doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche.
Inoltre, ogni scuola doveva individuare un referente per il cyberbullismo, con il compito e la responsabilità di coordinare le iniziative preventive e di contrasto al fenomeno. I regolamenti scolastici dovevano includere sanzioni disciplinari per gli atti di cyberbullismo, commisurate alla gravità dei comportamenti posti in essere.
Al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo e del bullismo e potenziare la protezione delle vittime, il Parlamento ha recentemente approvato la legge n. 70 del 17 maggio 2024. Questa norma estende espressamente l’applicazione della legge del 2017 anche al bullismo.
Una delle principali novità è, infatti, l’introduzione della definizione di ‘bullismo’, che include aggressioni o molestie reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo, in danno di un minore o di un gruppo di minori, idonee a provocare sentimenti di ansia, timore, isolamento o emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all’autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni.
Viene poi previsto dalla nuova legge il potenziamento del servizio di supporto psicologico agli studenti, consentendo alle Regioni di attivare, presso le istituzioni scolastiche, un servizio di assistenza psicologica per favorire lo sviluppo e la formazione degli studenti e prevenire situazioni di disagio, anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie.
La legge n. 70/2024 introduce anche nuove norme per la prevenzione ed il contrasto del bullismo e del cyberbullismo negli istituti scolastici, prevedendo che ogni scuola istituisca un tavolo permanente di monitoraggio, composto da rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti di settore e che adotti un codice interno per la prevenzione e il contrasto di questi fenomeni.
Inoltre, se un dirigente scolastico viene a conoscenza di atti di bullismo o cyberbullismo, è tenuto ad informare tempestivamente i genitori e promuove adeguate iniziative di carattere educativo nei confronti dei minori coinvolti.
Nei casi più gravi, se si tratta di condotte reiterate o se le iniziative di carattere educativo adottate dalla scuola non hanno avuto esito positivo, il dirigente scolastico deve rivolgersi alle autorità competenti.
Un’altra importante novità è rappresentata dalle misure rieducative previste per i minori responsabili di condotte aggressive o lesive della dignità altrui.
Il Tribunale per i minorenni potrà disporre lo svolgimento di progetti di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali.
L’art. 2 interviene sul regio decreto-legge 1404/1934, cd. ‘legge minorile’, e, in particolare, sulla disciplina delle misure coercitive non penali, che possono essere adottate dal Tribunale per i minorenni, inserendo espressamente, tra i presupposti per l’adozione di tali misure, il riferimento a condotte aggressive, anche in gruppo e per via telematica, nei confronti di persone, animali o cose o lesive della dignità altrui.
Viene, inoltre, modificato il procedimento per l’adozione delle misure, prevedendo un intervento preliminare con un percorso di mediazione o un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa o riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali minorili, all’esito del quale il Tribunale può disporre la conclusione del procedimento, la continuazione del progetto, ovvero l’affidamento del minore ai servizi sociali o il suo collocamento in una comunità; delle ultime due misure è stabilito il carattere temporaneo.
Questi percorsi potranno prevedere lo svolgimento di attività di volontariato sociale, la partecipazione a laboratori teatrali o di scrittura creativa, a corsi di musica e lo svolgimento di attività sportive, artistiche o altre attività idonee a sviluppare nel giovane sentimenti di rispetto nei confronti degli altri e ad alimentare dinamiche relazionali sane e positive tra pari e forme di comunicazione non violente.
L’art. 3 reca una delega legislativa al Governo per l’adozione, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, di uno o più decreti legislativi al fine di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.
Si prevedono, fra l’altro, l’implementazione del numero pubblico di emergenza 114, rilevazioni statistiche da parte dell’ISTAT, l’obbligo di richiamare espressamente nei contratti con i fornitori di servizi di comunicazione elettronica le disposizioni civilistiche in materia di responsabilità dei genitori per i danni cagionati dai figli minori e le avvertenze del regolamento europeo in materia di servizi digitali e campagne di prevenzione e sensibilizzazione da parte della Presidenza del Consiglio.
L’art. 5 prevede che siano apportate, con successivo atto regolamentare, le opportune modifiche allo Statuto delle studentesse e degli studenti, DPR 249/1988, prevedendo, fra l’altro, nell’ambito dei diritti e doveri degli studenti, l’impegno della scuola a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare l’emersione di episodi di bullismo e cyberbullismo, di situazioni di uso o abuso di alcool o di sostanze stupefacenti e di forme di dipendenza.
Infine, la legge n. 70/2024 istituisce la Giornata del rispetto, giusto riconoscimento per la vittima sfortunata di un caso di cronaca e deceduto a causa di azioni scellerate di gente senza scrupoli.
Il 20 gennaio di ogni anno, in memoria di Willy Monteiro Duarte, giovane italiano di origine capoverdiana che venne ucciso durante un pestaggio il 6 settembre 2020 a Colleferro (RM), nel tentativo di difendere un amico in difficoltà, le scuole si dedicheranno ad affrontare le tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione contro la violenza psicologica e fisica e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione.
Nel paese di questo sfortunato ragazzo sono stato, peraltro, invitato qualche mese fa a relazionare sull’argomento per le scuole, interloquendo direttamente con i ragazzi , grazie all’invito dell’Assessore alla cultura e, in quell’occasione, ho avuto modo di sensibilizzare i ragazzi su come prevenire e contenere il fenomeno del bullismo.
In conclusione, la nuova legge del 2024 rappresenta sicuramente un importante passo avanti nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole italiane, fornendo strumenti più efficaci per proteggere gli studenti e promuovere un clima scolastico sicuro e rispettoso, questo attraverso forme di controllo preventivo del fenomeno attraverso un dialogo più serrato con i giovani che porta inevitabilmente ad una maggiore prevenzione e cercando di essere maggiormente di supporto per i dirigenti scolastici e i docenti.
Aggiungerei che ogni mese si dovrebbero fare dei briefing di sensibilizzazione su questo argomento anche con i genitori e coinvolgendo gli operatori del settore, psicologi, magistrati e tutti coloro che si occupano della materia, per interloquire con i ragazzi, proprio perché i docenti e i dirigenti scolastici non possono e non devono essere lasciati soli a combattere questo fenomeno che riguarda tutta la società.
Se ciascuno di noi facesse la sua parte questa costituirebbe un piccolo mattone per creare un muro contro questi comportamenti prevaricatori.
Mi permetto di aggiungere, proprio per la gravità dell’argomento trattato, che anche a livello internazionale le statistiche più recenti delle Organizzazione delle Nazioni Unite riportano che nel mondo 1 studente su 3, tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo. Nel mondo 246 milioni di bambini e adolescenti subiscono ogni anno qualche forma di violenza a scuola o episodi di bullismo.
Anche il cyberbullismo è in sensibile aumento: la maggior parte dei dati disponibili riguarda indagini condotte nei Paesi industrializzati con percentuali di minorenni che lo hanno sperimentato che variano tra il 5% e il 20% della popolazione minorile, con conseguenze psicofisiche che vanno dal mal di testa ai dolori allo stomaco e/o che si manifestano con mancanza di appetito o disturbi del sonno.
L’UNICEF Italia è attivo sul tema del bullismo e cyberbullismo su vari fronti. Da un lato opera sulla sensibilizzazione e formazione attraverso progetti e attività diffuse sul territorio, dall’altro dialoga con le istituzioni promuovendo l’adeguamento della normativa italiana agli standard internazionali di riferimento, tale da garantire un’azione pubblica sempre più efficace e rispettosa dei diritti dei minorenni nella nostra Penisola.
L’UNICEF Italia fa parte dell’Advisory Board del progetto Safer Internet e, attraverso le sue attività di promozione dei diritti dei bambini e dei ragazzi rivolte al mondo della scuola, è impegnata nella promozione dell’uso sicuro della rete.
Ad esempio vi è uno Studio UNESCO sulla violenza a scuola e il bullismo.
Alcuni esempi di altri Paesi europei operativi sulla materia:
• in Olanda, dal 2013 c’è un piano d’azione anti-bullismo: i programmi sviluppati sono soggetti a valutazione per una verifica di impatto e efficacia – quelli con valutazione positiva diventano obbligatori;
• in Grecia, molti programmi che coinvolgono direttamente i minori già in fase di sviluppo e poi di esecuzione, approccio peer-to-peer: sono i ragazzi più grandi a spiegare ai più piccoli cos’è il bullismo e come reagire;
• in tutti i Paesi Membri dell’UE, sviluppo di linee telefoniche dedicate all’ascolto dei minori – alcune anche raggiungibili online, come in Svezia;
• in Romania, un progetto unitario coinvolge una linea telefonica dedicata, un sito web e un meccanismo specifico per reagire ai contenuti illegali online.
Nell’aprile 2023, prima della promulgazione dell’attuale legge, ho partecipato, come relatore, ad un convegno in materia in Senato. In quell’occasione, sono stati stati lanciati dei feedback legislativi riguardo la questione della responsabilità degli amministratori dei siti Internet, il cui principio cardine è contenuto nel decreto legislativo 17 del 2003, in tema di commercio elettronico e costituisce un argomento strettamente connesso a quello oggetto dell’indagine, approfondito, poi, nel corso di alcune audizioni.
Tale decreto legislativo prevede che il gestore della piattaforma sia esente da responsabilità per quanto veicolato sulla Rete, salvo l’obbligo di collaborazione con l’autorità giudiziaria e le forze di polizia.
Al riguardo, di recente, la Corte di Cassazione, I sez. civ., con sentenza del 19 marzo 2019, n. 7708, ha chiarito che l’hosting provider attivo è il prestatore dei servizi della società dell’informazione che svolge un’attività che non è solo di ordine tecnico o automatico, ma pone, invece, in essere una condotta attiva, concorrendo con altri nella commissione dell’illecito.
Nel mio intervento ho proposto di responsabilizzare maggiormente i gestori dei social nella verifica dei documenti inseriti dagli adolescenti, predisponendo, ad esempio, non solo la chiusura del sito incriminato, ma anche la comminazione di sanzioni pecuniarie elevate nei confronti dei gestori attraverso una commissione internazionale.
Il danno di diffusione in rete è stato oramai consumato nel momento in cui il gestore ha ricevuto l’istanza di chiusura del website ove erano inseriti i contenuti incriminati, per cui il rischio di una sanzione pecuniaria comminata da una commissione internazionale avrebbe un valore sicuramente dissuasivo e preventivo.
Lo Stato dovrebbe avviare canali di comunicazione o cooperazione con i gestori, anche a fini preventivi, per far installare sistemi di geolocalizzazione per vedere dove l’adolescente, almeno sino a quando è minorenne, si trova in ogni momento, e ricevere un messaggio di Alert laddove emergano ipotesi di rischio di comportamenti illeciti a suo danno, nel momento in cue rimanga fermo nel medesimo luogo per un certo tempo reiterato, sempre previa denuncia dei soggetti esercenti la responsabilità genitoriale.
In sede di consesso senatoriale ho rilevato e proposto che sarebbe assolutamente importante che il legislatore si rendesse parte diligente, anche dinanzi alle istituzioni europee, per creare un organismo internazionale, quale un’agenzia specializzata per tale tematica, a fianco a quello già predisposto dall’organismo dell’UNICEF, che, a differenza di quasi tutte le altre agenzie ONU, non è direttamente finanziato dal sistema delle Nazioni Unite.
Infatti, le sue risorse di bilancio, circa 6,4 miliardi di dollari nel 2019, provengono interamente da contributi volontari, di natura pubblica e privata.
Questo nuovo organismo, di grande rilevanza sociale, ben specifico e all’interno delle istituzioni europee, se fosse istituito e proposto dall’Italia, sarebbe assolutamente deputato a creare, a livello sovranazionale, un monitoraggio europeo dei casi di cyberbullismo e bullismo.
Inoltre, indirizzerebbe gli organi legislativi sovranazionali nell’applicazione di soluzioni al fine di adottare interventi legislativi mirati, attraverso casistiche ben selezionate, con regolamenti validi per tutta l’UE in materia di cyberbullismo e bullismo.
Per questo credo che, ad ogni livello nazionale ed internazionale, la prevenzione e la formazione siano armi formidabili per vincere la sfida di tutti noi per il futuro dei nostri figli, della nostra società, non con sistemi repressivi, ma preventivi, educativi ed informativi.
Quae sunt Caesaris, Caesari.
Riconoscere le responsabilità e i diritti di ciascuno.
Per aspera ad astra.
Attraverso le difficoltà si arriva alle stelle, o meglio, superando gli ostacoli si raggiungono i grandi obiettivi…
Autore Maurizio Colangelo
Maurizio Colangelo, nato il 28.09.1963 a Gemona del Friuli (UD), residente a Roma, coniugato e padre, tramite procedura adozione internazionale con la Comunità di Sant’Egidio, di un ragazzo del Burkinafaso. Diplomato al Liceo classico di Belluno, Laurea in Giurisprudenza Università di Trieste, militare assolto nelle forze speciali italiane nell’ambito manovre NATO degli Alpini Paracadutisti - Rangers, Delegato nazionale per il Lazio dall’Associazione Nazionale Paracadutisti Rangers. Avvocato Internazionale. Master presso la Scuola Superiore degli Affari Esteri. È stato Sostituto Procuratore onorario della Procura di Roma, Vicepretore della Pretura di Roma, attualmente ricopre anche incarico di Giudice onorario di Tribunale e già assegnatario alla sezione specializzate in materia familiare e diritto civile. Docente e collaboratore esterno a contratto nel Master Violenza Interpersonale: Bullismo - Mobbing – Stalking: Strategie efficaci e modelli psicosociali integrati per l’identificazione e la gestione dei conflitti e dei comportamenti aggressivi in soggetti vittime di vessazioni e atti persecutori nella Università telematica Pegaso Anno accademico 2020/2021. Autore di differenti articoli, monografie nelle tematiche di Diritto Familiare, Penale e Comunitario, Costituzionale e Diritto internazionale e Diritto Unione Europea. Relatore in convegni ed artefice di casi giudiziari di rilevanza nazionale: Affittopoli, Compagnie petrolifere, abusivismo medico. Componente del Comitato scientifico Collana Editoriale Le Monadi Aracne Editrice. Autore di ‘Legal Thriller Illegalità Sommersa’ distribuito dalla Mursia Editore, presente nelle Fiere di NewYork, Francoforte, Londra, Roma e Torino. Autore di libro sul Bullismo e Cyberbullismo, vincitore di due premi internazionali. In data 15 dicembre 2017 gli è stata consegnata Onorificenza dall’Ordine Avvocati di Roma per i 25 anni di professione e lustro attribuito all’Ordine in conseguenza della attività forense svolta.
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