Cesare Picco, Patrizio Rispo e Ilenia Lazzarin con CBM Italia Onlus: insieme per fare di più
Napoli 22 aprile ore 21:15, Teatro Bellini. Su questo meraviglioso palco, uno dei più antichi e prestigiosi d’Italia, va in scena la solidarietà. Volti notissimi, napoletani e non, prestano la loro immagine al servizio di una causa benefica: una raccolta fondi per combattere la cecità nei paesi più poveri del mondo.
Lo scopo di CBM Italia Onlus, Christian Blind Mission, organizzazione umanitaria internazionale d’ispirazione cristiana, ma con operatori laici, è di “restituire la luce” a milioni di bambini ciechi o con disabilità visiva, ridare quindi dignità ai meno fortunati.
La partecipazione e la generosità delle donazioni permetterà a CBM di sostenere i progetti di lotta alla ‘cecità evitabile’. ‘Blind Date’, questo il nome dell’evento già tenutosi in altre città d’Italia, un concerto al buio del grande Cesare Picco, il IX organizzato insieme a CBM. Speciali presentatori sono i bravissimi Patrizio Rispo e Ilenia Lazzarin,
Stavolta non apprezzeremo “solo” i bravi attori e il geniale musicista, piuttosto la loro profonda umanità; gli artisti solidali che spendono tempo, energie e talento per dare una speranza di luce ai meno fortunati.
Inutile dire che è una serata speciale, emozionante e suggestiva. I biglietti sono esauriti da settimane e c’è una lista d’attesa di 600 persone speranzose di poter entrare all’ultimo momento. Un affettuosissimo amico ci ha permesso di presenziare, riservandoci un ottimo posto in platea, 5 fila; riconosco, seduti vicino a me, personaggi famosi. Riusciamo a ringraziarlo solo a fine serata, quando abbiamo la percezione completa dell’immenso dono che ci ha fatto.
I due conduttori passano poi a spiegarci precisamente la formula del concerto che sta per svolgersi. Il teatro, sarà progressivamente avvolto da un buio totale, ma le mascherine saranno lì pronte con le torce ad accompagnar fuori i più impressionabili. Non ce ne sarà affatto bisogno. Unica accortezza, oltre il silenzio più assoluto, come si conviene a teatro, che qualsiasi fonte di luce venga oscurata: dunque cellulari e fotocamere rigorosamente spenti, così come tutto ciò che è fosforescente deve essere riposto in borsa. Non si può rischiare di alterare in alcun modo l’atmosfera magica del ‘Blind Date’.
Ideatore, dal 2009, di “un viaggio sensoriale nel buio più assoluto, per ascoltare la musica con ‘altri occhi’”. Diversamente da ciò che dovrebbe fare un pianista prima della sua esibizione, si siede sul palco e ci descrive brevemente il suo spettacolo. Poi raccoglie per pochi istanti la concentrazione e si accomoda allo sgabello. Il pianoforte in questione, Yamaha CFX, ci ha rivelato in precedenza Aldo Santarpino, il tecnico addetto alla messa a punto del suo pianoforte, è un prodotto ad altissimo livello, estremamente personalizzabile e settato appositamente secondo regole tecniche precise ed esigenze personali del musicista.
La magia ha inizio.
Pian piano, come scenario, cominciano a scorrere le immagini visionarie di Fornasetti Studio, curate da Barnaba Fornasetti, un visual concept studiato appositamente per il ‘Blind Date’.
Pensavo
Se il giorno prima ci aveva illustrato il concetto di luce/ombra nella sua esibizione, ora lo “vedo” compiersi. La prima volta che ha sperimentato questo tipo di concerto, davanti ad una ventina di amici, è stato per lui come “il punto di non ritorno”: o si fermava per capire se aveva senso tutto ciò che stava facendo, permettersi quindi, di non vedere più dove metteva le mani, o proseguiva coraggiosamente seguendo la sua intuizione. E, per fortuna, ha continuato.
L’oscurità in sala, ha continuato, deve arrivare lenta, graduale, per far abituare l’occhio e la mente, per avvolgerci completamente e darci un nuovo modo di “sentire”. La durata perfetta del buio per poter agire correttamente sulla nostra percezione dei sensi, ci dice, dev’essere di mezz’ora; di meno non renderebbe appieno, di più non servirebbe.
Intanto, il suono del pianoforte sembra provenire da dietro, come è possibile se ho il palco di fronte? Poi ricollego cosa intendeva Picco parlando dell’importanza dell’ecolocalizzazione per il musicista e della sostanziale differenza nel modo di suonare a seconda di dove si decide di far arrivare il suono. “Reimparare ad ascoltare non solo il proprio strumento, ma se stessi”.
Il suo concerto nasce in Mi bemolle maggiore come pura improvvisazione in uno stile personalissimo, indipendentemente dalla serata in cui si sviluppa musicalmente. Nel suo approccio all’improvvisazione due sono le parole chiave, “visualizzazione” e “intenzione”. Ogni volta che improvvisa, Cesare Picco ha ben in mente il percorso musicale che vuole seguire e, nel contempo, la direzione artistica con cui vuole dirigere la sua esibizione, dalla prima nota all’ultima, secondo la sensazione che desidera far arrivare all’uditore.
Afferro solo ora cosa significhi per lui ‘improvvisazione’: “Quando ho cominciato ad improvvisare ho pensato di creare qualcosa ‘viaggiando’, trovando il senso della scoperta, abbandonando tutte le mie paure, senza avere un itinerario, seguendo solo me stesso” o ancora “occorre reimparare ad ascoltare non solo il proprio strumento, ma se stessi. Più che a ricercare penso a ritrovare”.
Man mano ci abituiamo all’oscurit
Impressionante la sensazione che proviamo alla fine del concerto. Il Maestro allunga l’ultima nota in modo infinito. Per qualche secondo sembra che il pubblico trattenga il fiato e allunghi l’orecchio sperando che ricominci a suonare. Troppa emozione, l’applauso parte solo dopo qualche secondo, ma scoppia dirompente, liberatorio, irrefrenabile.
Sul palco riappaiono Patrizio Rispo, Ilenia Lazzarin e Massimo Maggio per ringraziare Cesare Picco del prodigio rinnovato anche stavolta.
Ora tocca alla generosità degli spettatori, che con il loro sostegno concreto, possono aiutare l’ONG a ridare speranza, contro la cecità evitabile. Patrizio Rispo scende simpaticamente in mezzo a noi per riscuotere le offerte, speriamo generose, di tutti.
Chi non è in platea potrà rimediare all’ingresso del teatro dove lo aspetteranno Massimo Maggio e i collaboratori di CBM Italia Onlus.
Ci intratteniamo ancora un po’ per salutare gli amici e fare le foto di rito con i presentatori.
Serata eccellente, indimenticabile, organizzata in modo mirabile, quella “insieme per fare di più”.
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.