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Black

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Black di Vincenzo Cacace


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Olio su tela, cm.120×120

Black… nero… come l’Opera al Nero dei filosofi ermetici dell’Ars Regia… sorge dal mare profondo della Memoria… dal sargasso aggrovigliato dei ricordi dei quali le acque salmastre hanno cancellato ogni segno, ogni ruga sulla sua carne nuda… perché ognuna è un “rivolo” con due sponde… la sinistra per dannarsi e piangere, la destra per gioire.

Ondina, Nereide… ninfa atlantidea solo sulla sua testa, come su quella delle contadine abituate a portar pesi, veste o anfore piene d’acqua, è poggiato il carico immane delle esperienze vissute… delle quali è sempre Custode una sublime e superiore Onniveggenza…

Nel nostro “immaginario” si sente soltanto l’aromatica brezza marina, che stormisce i rami e le foglie dei cipressi, alito che fa sentire il suo canto per dire ad un mondo del quale si sentono i dissonanti clamori in lontananza, che queste sono le Architetture Cefaliche progettate dalla mente.

Tutto sembra voler dire, tra i relitti galleggianti, che quelle terre emerse vanno esplorate, perché esse sono le Geometrie dell’Anima, le stesse che, interrogate rispondono:

“Noi siamo, come ci vedete ora, in questo e in ogni Tempo, compreso l’ultimo ormai disperso… Siamo il sudore asciutto del progetto, l’umore umido del sogno etereo e multiforme delle idee maturate in ogni ristretto spazio in cui si esprime il “singhiozzo” dell’Essere.
Siamo sagome dipinte, arredi dell’Iperuranio, dei suggerimenti e brillii improvvisi della fantasia, collocati tra lo spettatore ed il retro del palcoscenico… celato dal sipario, quel mondo parallelo alla rappresentazione, carne che si muove, si attiva, soffre, si esalta per far funzionare la “macchina” della finzione…”

Emerge enigmatica la femminea figura da quel mare “amniotico” ed è lei spettatrice? Oppure… siamo noi che da attori siamo diventati spettatori?

Siamo forse un’umanità che si è fatta errabonda e più che altro confusa anche nella definizione dei ruoli; errabonda e “picaresca” massa umana… una sorta di “Carro di Tespi” al quale ogni esistenza forgiata dall’incertezza si aggrega speranzosa di seguir magistrali indicazioni di percorso, ed intanto, continua nel ruolo, recitando “a soggetto” la propria farsa esistenziale.

Black… è in noi, nella nostra visione… in noi che la vediamo emergere dal profondo del nostro mare interno un’Opera al Nero…

Stella del Compost della nostra Alchemica Natura essa può emergere, tersa, lustrata, apparendo alla luce polarizzata della Luna…

È il compimento premiante del nostro Desiderio di Completezza ed Armonia, il riavvicinarsi unificante a quell’altra parte dell’Essenza senza la quale non è possibile conciliare il microscopico esistere con l’Armonia del Cosmo… è sì proprio con quell’Amor che move il Sole e l’altre Stelle!

Autore Vincenzo Cacace

Vincenzo Cacace, diplomato all'Istituto d'Arte di Torre del Greco (NA) e all'Accademia di Belle Arti di Napoli, è stato allievo di Bresciani, Brancaccio, Barisani, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu. Partecipa alla vita artistica italiana dal 1964, esponendo in innumerevoli mostre e collettive in Italia e all'estero, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, e vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali. Da segnalare esposizioni di libellule LTD San Matteo - California (USA), cinquanta artisti Surrealisti e Visionari, Anges Exquis - Etre Ange Etrange - Surrealism magic realist in Francia, Germania e Italia.