La terza tranche di dati dell’Osservatorio BenEssere Felicità rivela un Sud Italia che supera la media nazionale di ben 10 punti percentuali nel rapporto benessere e tecnologia, mentre il Nord Ovest risulta infelice e in difficoltà
Riceviamo e pubblichiamo.
La terza tranche di dati dell’Osservatorio BenEssere Felicità rivela che il Sud Italia è il luogo più ottimista nel rapporto benessere e tecnologia, superando di ben 10 punti percentuali la media nazionale.
Il Nord Ovest, invece, già classificato come il più infelice, risulta essere anche il meno ottimista nel rapporto benessere – tecnologia.
Sandro Formica, Vicepresidente e Direttore scientifico dell’Associazione Ricerca Felicità, afferma:
Nell’era digitale in cui ci troviamo oggi possiamo vedere come l’Italia sia divisa in termini di promozione di un uso sano e bilanciato della tecnologia.
Se il Sud Italia con il 58% porta una ventata di ottimismo in questi termini, con ben 10 punti percentuali sopra la media nazionale, 48%, il Nord Ovest, che ricordiamo essere anche il più infelice, raggiunge il 44%, poco più ottimista il Centro e Nord Est che si fermano rispettivamente al 45% e al 46%.
Oltre la metà, 55%, della popolazione italiana ritiene sia importante aumentare le proprie competenze nella gestione delle tecnologie, di contro una percentuale considerevole, 37%, ritiene sia inutile preoccuparsi dell’impatto che lo sviluppo tecnologico avrà sul proprio futuro lavorativo, mentre un 30% si ritiene preoccupato che il loro lavoro potrebbe poi essere svolto dall’Intelligenza artificiale.
Elga Corricelli, Co-founder dell’Associazione Ricerca Felicità afferma:
I dati della ricerca dimostrano un forte interesse da parte della maggioranza della popolazione italiana di accrescere le proprie competenze tecnologiche, ma le valutazioni espresse verso l’azienda sulla capacità di usare in modo sano, orientato al benessere assieme alla produttività, la tecnologia trovano invece molte persone perplesse e non convinte.
Le Aziende si stanno attrezzando promuovendo, per quasi la metà degli intervistati, un uso sano e bilanciato della tecnologia digitale e per il 37% si parla di benessere digitale nel proprio luogo di lavoro.
Non c’è ancora una piena conoscenza dell’importanza dell’integrazione tra tecnologia e benessere, ma è un primo passo.
Se facciamo una distinzione dal punto di vista professionale risulta che se per il Manager, 62%, la propria azienda promuove un uso sano e bilanciato della tecnologia questa affermazione è però vera solo per il 36% dei colletti blu.
Elisabetta Dallavalle, Presidente dell’Associazione Ricerca Felicità, afferma:
La classe operaia si vedrà sempre più coinvolta dall’avanzamento tecnologico di questi tempi.
Lo sviluppo dell’AI, anche nel campo dei lavoratori manuali, sta portando novità sostanziose, che rivoluzioneranno questo settore, con l’ingresso di figure in grado di operare con le infrastrutture di intelligenza artificiale anche nel campo operaio.
Tant’è vero che ora nelle scuole si insegnano svariate discipline che mostrano un legame tra tecnologia e lavori manuali, proprio per formare quelle figure in grado di apportare aiuti tecnologici anche in questo campo, che finora si è visto meno toccato dalla rivoluzione digitale.
Un esempio è quello dei magazzinieri che si ritroveranno a dover conoscere sistemi di gestione digitalizzati dove far convergere tutte le informazioni utili, o gli stessi agricoltori che avranno sempre più strumenti utili a monitorare le colture, nutrire gli animali e valutare le tempistiche migliori per seminare, arare o diserbare un terreno.
La ricerca ha coinvolto 1.000 persone rappresentative di tutte le generazioni attive, secondo il loro peso fisiologico nel mercato del lavoro, dalla Generazione Z ai Boomer.
Il campione nazionale della popolazione attiva, e quindi occupata, aveva un’età dai sedici anni in su ed è stato distribuito sul territorio usando quote per area geografica e dimensione centri, e controllato in fase di assegnazione per quote di sesso ed età.
Le interviste sono state condotte, dal 1° al 7 marzo, con rilevazione CAWI, Computer Assisted Web Interviewing, da sistemi multipli a scelta dell’intervistato. I nominativi invitati per l’indagine provengono dai panel online di R-Dogma e dei suoi partner.
L’analisi dei dati e dei risultati è stata realizzata in partnership con Research Dogma, centro di ricerca e consulenza specializzato sulle tematiche di capitale umano.