Leggere ‘Bel-Ami’ di Moupassant è fare un viaggio a ritroso nel mondo del giornalismo, della letteratura, ma è soprattutto rivivere meccanismi politici, di ambizione e arrivismo sociale mai sopiti.
Guy De Maupassant nasce nel 1850 presso il Castello di Miromesnil, vicino a Dieppe, in Francia. Intrapresi gli studi a Yvetot e poi a Ruen si arruola come volontario nella guerra franco-prussiana. È Flaubert a prenderlo sotto la sua protezione e ad accompagnarlo nel mondo del giornalismo e della letteratura.
Nel febbraio 1883 esce sul Gil Blas, uno dei giornali a cui collabora, il primo episodio dell’opera di Maupassant Una vita, che gli aprirà le porte del mondo letterario.
Il romanziere è già scrittore di racconti e poesie per i quali gode di buona fama, ma, se come afferma Zola, appare sulla scena letteraria come una meteora, è inconfutabile la sua capacità di trarre fama e danaro dal suo lavoro, lanciando se stesso e le sue opere senza mai farsi raggirare dagli editori.
I sei romanzi scritti in dieci anni da Maupassant, escluso L’Angelus incompiuto per la sua morte a Parigi nel 1893, sono stati spesso sotto accusa della buona società e sottoposti a censura per lo scandalo diffuso nella Parigi bene.
‘Una Vita’ scatenerà il disprezzo della stampa parigina contro l’autore, sobillatore della morale.
La sfrontatezza di Maupassant solleva lo sdegno delle persone per bene. Il vero pericolo per i viaggiatori non è più il treno che deraglia, ma allora vi chiederete, quale pericolo minaccia i viaggiatori? La vergogna che li assale. Quando incautamente si fanno trovare con in mano Una Vita!
La distribuzione nelle librerie delle stazioni dell’epoca era fondamentale per la diffusione delle opere, e bisogna dire che i viaggiatori che comprarono ‘Una Vita’ furono venticinquemila.
Maupassant si scagliò con determinazione contro una legge del governo che vietava la libera circolazione delle opere letterarie.
Questa tutela morale del governo, questo controllo preventivo, che permette di bloccare la vendita di un’opera dietro segnalazione di un solo membro dell’associazione dei librai, che si attribuisce la funzione di delatore anonimo e di carceriere.
Nel 1885 Maupassant pubblica ‘Bel-Ami’, il romanzo che racconta la scalata sociale di Georges Duroy, cinico faccendiere e affabulatore in una città dominata dagli intrecci economici, dagli scandali e da una stampa che a questi scandali arride.
Bel-Ami sono io
Affermerà Maupassant citando a sua volta Flaubert
Madame Bovary sono io
E in effetti, la schiera di giornalisti scribacchini, donnine di facili costumi e uomini d’affari senza scrupoli che appartengono a Duroy sono gli stessi che orbitano nel mondo giornalistico di Maupassant.
Di certo l’autore non si fa scrivere articoli e opere da altri come succede a Bel-Ami, ma sicuramente i tormenti e le inquietudini sono gli stessi.
Nel regno dei ciechi ogni guercio è re. Ma credetemi, è tutta gente mediocre perché hanno la testa chiusa fra due muri, i soldi e la politica. Sono rozzi, mio caro, non ci puoi parlare di niente; di niente di ciò che amiamo. La loro intelligenza viaggia a filo della melma, o a filo degli scarichi, come la Senna ad Asnières.
Duroy alla fine riesce nei suoi intenti. Come a dire, vince chi proprio scrupoli non ne ha.
Autore Marilena Scuotto
Marilena Scuotto nasce a Torre del Greco in provincia di Napoli il 30 luglio del 1985. Giornalista pubblicista, archeologa e scrittrice, vive dal 2004 al 2014 sui cantieri archeologici di diversi paesi: Yemen, Oman, Isole Cicladi e Italia. Nel 2009, durante gli studi universitari pisani, entra a far parte della redazione della rivista letteraria Aeolo, scrivendo contemporaneamente per giornali, uffici stampa e testate on-line. L’attivismo politico ha rappresentato per l’autore una imprescindibile costante, che lo porterà alla frattura con il mondo accademico a sei mesi dal conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Da novembre 2015 a marzo 2016 ha lavorato presso l’agenzia di stampa Omninapoli e attualmente scrive e collabora per il quotidiano nazionale online ExPartibus.