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Auguri di buone feste ai Massoni e a tutti gli Uomini di Pace

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Auguri


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Una recente ricerca di Google ci dice che questo sconvolgente 2020 che sta per finire, e che ci ha messo a durissima prova, è stato l’anno dei mille “perché”. Freneticamente registrati dai motori di ricerca.

Il Covid-19 e i disordini sociali che si sono accesi in tutto il mondo hanno mediaticamente messo in secondo piano quelle che sarebbero state storie di copertina in qualsiasi altro periodo: gli incendi in Australia, negli Stati Uniti la scorsa estate, la terribile e massiccia esplosione di Beirut. Compresa la morte, non necessariamente per Covid o per sue complicanze, di figure eminenti nel campo della cultura e dello spettacolo come Giampaolo Pansa, Kobe Bryant, Lucia Bosè, Luis Sepúlveda, Ezio Bosso, Ennio Morricone, Stefano D’Orazio, Franca Valeri, Sean Connery.

L’elenco potrebbe continuare con i nomi, non meno importanti, di familiari e amici, strappati crudelmente a questo transito terreno a causa della pandemia, il cui ricordo resterà inciso per sempre nei nostri cuori.

Da ormai quasi un anno ci stiamo continuando a chiedere tanti, troppi “perché”.
Molti di noi sono esausti, feriti. Spaventati. Invece di guardarci negli occhi e aiutarci reciprocamente, spesso ci siamo azzannati l’un l’altro. Perché?

Come nella canzone ‘Miserere’ mi sento “un peccatore dell’anno ottantamila”. E sono “perso nel vivere profondo”.

Continuo a chiedermi: “perché”?

Perché è finito l’orzo? Perché ho dimenticato la luce accesa? Perché non ho comprato i tovaglioli? Perché non ti posso abbracciare? Perché muore così tanta gente. Amici in carne e ossa, non morti “televisivi”. Perché si soffre così, perché aumentano i poveri, perché pagano sempre i miseri, gli ultimi, i derelitti?

Perché è andata così, perché nessuno mi aiuta? Perché tanta sofferenza e così poco amore? Perché non parli? Come (forse) gridò adirato Michelangelo davanti al suo Mosè. Perché non…? Perché, perché, sempre perché.

La domanda delle domande, come nella canzone di Zucchero, ogni volta è la stessa:

Ma dove sono e cosa faccio. Come vivo?

Io ci provo. Da una vita. Non sono riuscito in tutto. Lo so. Ma almeno in tante cose sono migliorato come uomo, massone e cittadino. E ciò nonostante continuo a sentire sempre tanti sensi di colpa per i miei difetti.

Non so gli altri. Pochissimi sembrano aver capito che siamo tutti “peccatori”.
Uso volutamente, e virgolettata, questa parola exoterica che ci riporta dolcemente alla nostra infanzia. Abbiamo soffocato anche la più flebile voce dell’autocoscienza. Miserere! Misero me.

Noi Massoni dobbiamo trasformare questa interminabile sala d’attesa fredda e male illuminata, dove sostiamo soli e senza riferimenti, questo spazio alienante, gelato e un po’ allucinatorio della nostra vita quotidiana, in una Sala dei Passi perduti dove prepararci, accordando le nostre frequenze vibrazionali, ad entrare in presenza e sacralità nello spazio del Tempio. Che è un tutt’uno con la riconquista del Graal, del Cuore, nel cui centro è situato il “non nato, il perpetuo, l’eterno, l’antico”. L’Infinito.

Le fenditure della Grande Muraglia fanno colare all’interno del nostro Tempio interiore tanto inutile liquame. Lo stress, le incombenze quotidiane, i pensieri, i “soldi”, confondono e appannano il nostro orizzonte temporale e spirituale. Stendono una patina di unto sui nostri vecchi occhiali.

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Sono eterne domande che questa stagione di prove e di confinamento può aiutarci a comprendere. Dobbiamo riappropriarci di un tempo naturale. Il mondo dei fenomeni è maya, illusione. Ed oggi malessere globale. Il Creato, con la ruota dell’anno ci indica la via. Un tempo circolare che scandisce il momento dell’attendere e quello del fare.

Cari Fratelli, guidati dalla luce della tradizione iniziatica, che non è un “c’era una volta” ma la realtà vivente, enigmatica e palpitante del “qui ed ora”, facciamo sì che questa prova si trasformi in un momento di riprogettazione di noi stessi per editare i difetti della nostra personalità profana secondo nuovi modelli di comportamento.

Non dimentichiamo che il declino del sole è ormai giunto al suo massimo fino a toccare il Solstizio d’Inverno che coincide con la necessaria sconfitta delle tenebre.

Auguri di nuova Luce, cari Fratelli e Sorelle di qualsiasi Comunione e Appartenenza voi siate.

Auguri a tutti gli Uomini che cercano la Pace.

Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.