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Attualità del pensiero socio politico economico di Gaetano Filangieri

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Gaetano Filangieri


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Il diritto dell’Uomo alla felicità

Riceviamo e pubblichiamo dalla Loggia Gaetano Filangieri n.1515 di Napoli – Grande Oriente d’Italia.

Quest’anno il Maggio dei Monumenti è dedicato ad un grande pensatore del ‘700 napoletano: Gaetano Filangieri.
Molti giovani ricorderanno questo nome perché a lui è dedicato il nome di una delle strade più “in” della Napoli bene, altri, che magari studiano Legge negli atenei cittadini, per la sua monumentale opera giuridica: ‘La scienza della Legislazione’.

Ma chi è veramente Gaetano Filangieri, che nella sua breve vita, durata solo 36 anni, raggiunse una fama internazionale cosi vasta da indurre Napoleone Bonaparte a definirlo “Maestro di noi tutti”?

Conoscere l’opera ed il concetto di Umanità e di Società di Gaetano Filangieri non può prescindere dall’evidenziare l’importanza della sua appartenenza ad una delle più prestigiose società iniziatiche: la Massoneria.

Purtroppo pochi studiosi hanno approfondito la storia ed il pensiero massonico del ‘700 a Napoli, ma l’impianto teorico del pensiero di Filangieri traeva nutrimento e sostegno proprio dal sodalizio massonico che riuniva il meglio della “intellighenzia” partenopea.

Domenico Cirillo, Antonio Genovesi, Domenico Tommasi, Mario Pagano, Antonio Jerocades e tanti altri erano tutti iscritti alla Massoneria e costituivano una fratellanza unita nell’anelito di un mondo più giusto, in cui ciascuno potesse realizzare il proprio potenziale umano e ricevere un’istruzione, conforme alle proprie attitudini. L’Uomo era al centro dell’Universo ed al centro del progetto massonico.

Filangieri rivendicava la necessità di un pensiero utopico che permettesse l’uguaglianza fra gli uomini ed il diritto alla libertà. La sua fiducia nella scintilla divina che è in ogni Uomo e lo rende sacro per sé e per gli altri, lo spingeva alla più ottimistica delle conclusioni: l’Uomo ha diritto alla felicità. Non intesa come stato edonistico, possesso di beni materiali, ma realizzazione delle proprie aspirazioni in un ambiente garantito dallo Stato, con possibilità per tutti di soddisfazione dei bisogni essenziali e con possibilità di istruzione per tutti.

La rete di conoscenze, che grazie alla Massoneria lo legava a Fratelli come Friederich Münter, Goethe, Benjamin Franklin, contribuì a diffondere le sue idee nel mondo.
E quando Benjamin Franklin fu chiamato dai Fratelli americani a rivedere il testo della Costituzione Americana, sentì la necessità di sottoporre l’esame al suo prestigioso e colto Fratello napoletano. Il diritto alla proprietà della prima stesura di sostituito, su consiglio di Filangieri, con il diritto alla felicità. La modernità di questo pensiero è evidente soprattutto oggi: finché il criterio di giudizio sarà solo economico l’Umanità non esprimerà solidarietà e nel mondo ci sarà solo disuguaglianza e guerra.

Dal PIL, Prodotto Interno Lordo, che è una misura del reddito nazionale ma non del benessere delle persone, si è da tempo introdotto, anche nei più importanti ambienti economici internazionali, proprio il FIL, Felicità Interna Lorda, indicatore del benessere complessivo di un popolo, che addirittura oltre ad economisti di fama mondiale nonché premi Nobel, Paul Fitoussi, Amartjas Sen, Stigliz, è stato adottato dall’ONU, che ogni anno stila una classifica, World Happiness Report, sugli indicatori della felicità, invitando tutti i Paesi a prendere in considerazione il FIL come indicatore di benessere di un popolo.

Quando nel 1783 il terremoto distrusse in Calabria il paese di Castelmonardo, la comunità che lo abitava emigrò verso un luogo più propizio: il piano della Gorna. Il Vescovo liberale di Potenza, figlio di Castelmonardo, Andrea Serrao, grande amico di Filangieri, chiese il suo intervento per la ricostruzione. Grazie ai Fratelli Americani che inviarono aiuti, la città fu ricostruita secondo le indicazioni dell’architetto William Penn, ricalcando, in piccolo, il progetto della Filadelfia americana e mutuandone il nome. La collaborazione fra uomini partorisce questi miracoli ma il cemento che li lega è l’utopia di un mondo più giusto e la fratellanza. Oggi, pochi hanno il coraggio di credere nell’Uomo e le ragioni economiche ed un egoismo di fondo negano una cultura dell’accoglienza e della solidarietà.

Il pensiero di un gigante come Gaetano Filangieri, malgrado siano passati quasi tre secoli, resta di grandissima attualità ed il suo coniugare economia e politica, senza il predominio dell’una sull’altra, rappresenta forse l’unica possibilità per risolvere i problemi di una società occidentale, che sembra impantanata in una via senza uscita.

In definitiva, la comprensione del pensiero di Gaetano Filangieri non può prescindere da uno studio accurato e profondo della storia della Massoneria, nel cui ambito si formò quell’humus che gli consentì di sviluppare la sua Opera è di far germogliare il seme della giustizia e dell’eguaglianza che ancora oggi caratterizza le più moderne democrazie.

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