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Attaccamento madre figlio e costruzione dei legami sentimentali

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Bacio di Klimt rielaborazione di BeardèsBacio di Klimt rielaborazione di Beardès


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L’amore adulto assume certe caratteristiche in funzione di come è stato il legame di attaccamento tra il bambino e il genitore.
Dagli studi di Bowlby sappiamo che durante l’età evolutiva, il bimbo sceglie tra gli adulti di riferimento la persona che offre una maggiore continuità nelle cure che diventa la sua figura di attaccamento, solitamente la mamma. La figura di attaccamento funge da “base sicura”: quando il bambino vive un disagio fisico o emotivo si rifugia da lei e si lascia consolare.

Successivamente alla creazione del legame di attaccamento compare l’ansia da separazione, quindi il piccolo vive sentimenti di tristezza e di inquietudine quando viene separato dalla madre. Da questo momento in poi, il comportamento della mamma sarà determinante per la formazione della personalità del bambino.

Man mano che il figlio cresce aumentano le abilità motorie e cognitive e, quindi, le esplorazione dell’ambiente. I comportamenti di conoscenza e di esplorazione saranno tanto più efficaci quanto più la relazione con la madre è funzionale. Questa funge da “base sicura” da cui partire per conoscere l’ambiente e a cui tornare nei momenti di difficoltà.

I legami di coppia, quelli sani, si basano su di una profonda reciprocità perché, in base alla situazione, agiamo come chi offre o chi riceve protezione e conforto. Nelle coppie in cui non c’è quest’alternanza di ruoli subentra rapidamente la crisi.

Ci sono 4 tipi di attaccamento che il bambino può instaurare con la madre e a ciascuno corrisponde la scelta di un determinato tipo di partner in età adulta.

1) Attaccamento sicuro. Il bambino ha una madre presente in grado di rispondere ai suoi bisogni di conforto e protezione. È desideroso di esplorare l’ambiente perché sa che di fronte a una difficoltà può tornare da lei che fa appunto da “base sicura”. Chi ha avuto questo tipo di attaccamento da adulto avrà relazioni sentimentali basate su di una combinazione di amore passionale e amore altruistico. Di solito, questi individui, hanno una buona autostima e sono capaci di avere una buona intimità fisica ed emotiva con il partner.

2) Attaccamento insicuro – evitante. La madre non è in grado di rispondere ai bisogni del bambino, di conseguenza egli si sente rifiutato dalla figura di attaccamento e cerca continuamente l’approvazione degli altri per colmare il vuoto emotivo. Impara ad inibire le proprie emozioni e si sente poco desiderabile e amabile. Di conseguenza, il bambino evitante tenderà a staccarsi dalla madre e a iper esplorare ‘ambiente. Da adulto vivrà l’amore come un gioco o come una relazione logica basata sul calcolo e l’interesse con difficoltà a raggiungere un coinvolgimento fisico ed emotivo con il partner. Troviamo un basso livello di autostima, spesso mascherato da un’ostentata sicurezza e eccessivi livelli di ansia relativi all’andamento del rapporto.

3) Attaccamento insicuro – ambivalente. Il bambino ha genitori che rispondono alle sue richieste in modo incostante. Il comportamento genitoriale è imprevedibile. Il bambino si sente a volte accolto e a volte rifiutato. Adotta strategie di controllo sulla madre dalla quale ha paura di essere abbandonato, quindi esplora poco l’ambiente perché teme la separazione. Chi ha avuto questo tipo di attaccamento in coppia sarà molto possessivo. Tenderà a controllare il partner in modo ossessivo e presenterà elevati livelli di dipendenza affettiva, bassa autostima e una forte ansia da separazione.

4) Attaccamento insicuro – disorganizzato. Il bambino non solo non viene accudito dalla madre ma viene messo in pericolo. Siamo di fronte al crollo del sistema di attaccamento e, di conseguenza, il piccolo mostra comportamenti paradossali e disorganizzati. Le storie di questi minori sono caratterizzate da violenza, abuso e maltrattamento da parte di chi dovrebbe accudirli e amarli, dunque, da adulti, tenderanno a scegliere partner maltrattanti e ad instaurare relazioni violente e aggressive, diventando, a volte, essi stessi partner e genitori maltrattanti.

Autore Dominga Verrone

La dottoressa Dominga Verrone è laureata in Psicologia clinica e di comunità e specializzata in Psicoterapia. Si occupa di ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disturbi di personalità, disturbi del comportamento alimentare, disfunzioni sessuali, problemi relazionali, mediazione familiare, dipendenza affettiva, disturbi specifici dell’apprendimento, valutazione psicodiagnostica delle demenze, consulenze tecniche di parte nelle cause civili e penali. Riceve dal lunedì al sabato negli studi di Napoli in via Belvedere e di Sant’Antimo (NA) in via Saragat. https://www.facebook.com/Dominga-Verrone-Psicologa-Psicoterapeuta-2006202949647763/