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Ass. Panini: ‘le nostre controdeduzioni alla Corte dei Conti’

Enrico Panini


Il Comune di Napoli e la Corte dei Conti

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Comune di Napoli.

Nei giorni scorsi il Comune di Napoli è stato oggetto di un controllo da parte della Corte dei Conti.
L’attività, coordinata dal Magistrato istruttore avv. Francesco Sucameli, ha riguardato il Comune di Napoli in quanto Ente che è in procedura di rientro dal debito – l’accesso alla procedura è dei primi mesi del 2013 – e per controllare l’andamento amministrativo e la correttezza della contabilità dell’Ente in seguito all’antrata in vigore del nuovo sistema di contabilità.

Il Magistrato incaricato ed i funzionari di supporto hanno effettuato presso gli uffici del Comune, nella seconda metà del mese di giugno, una serie di accessi ricevendo costante ed ampia collaborazione da parte di tutti gli uffici comunali a vario titolo coinvolti nell’attività di approfondimento portata avanti dalla Sezione, finalizzata a verificare la correttezza di una serie di adempimenti posti in essere dal Comune di Napoli.

Al termine dell’attività di controllo il Magistrato istruttore ha inviato al Comune di Napoli una relazione contenente 5 rilievi ed una conseguente rideterminazione del disavanzo pari a circa 700milioni di euro aggiuntivui.

I rilievi della Corte dei conti hanno riguardato i seguenti punti:
1) procedura da seguire per la valutazione della rimodulazione del piano di riequilibrio;
2) verifica sulla possibilità di mantenere nel conto del bilancio residui attivi afferenti le entrate extratributarie, es. contravvenzioni stradali;
3) residui relativi alle contravvenzioni al Codice della Strada e residui correlati ai fitti attivi;
4) mancata distribuzione al Comune di Napoli di un dividendo incassato da ABC;
5) residui passivi correlati al pagamento di prestazioni già rese da Romeo Gestioni alle quali non erano seguite le liquidazioni di spesa da parte del Servizio.

Nella giornata di oggi, alle ore 10.00, il Comune di Napoli è stato convocato per illustrare al Collegio giudicante le proprie controdeduzioni ai rilievi ricevuti.
L’adunanza ha costituito il punto di arrivo di un percorso iniziato con l’invio alla Sezione stessa della deliberazione di Consiglio Comunale riguardante la rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale a suo tempo approvato dalla stessa Corte dei Conti, Sezioni Riunite.

Sui rilievi ricevuti era stata fornita una corposa relazione nella giornata di ieri e durante la discussione odierna altri materiali documentali sono stati forniti.

La Corte dei Conti, per bocca del Presidente, si è riservata una valutazione conclusiva nelle prossime settimane considerata la mole della documentazione presentata.

In termini generali, oggetto dell’attenzione della Corte sono una serie di debiti maturati in epoca precedente all’attuale Amministrazione, le modalità di compilazione del bilancio relative all’accantonamento per fondo rischi secondo le nuove regole di contabilità, per es.: gli accantonamenti per crediti di “dubbia esigibilità”, i cui importi sono comunque neutri rispetto all’attuale amministrazione perché crediti e debiti sono maturati in epoca antecedente.

Ci dà soddisfazione che, durante la discussione, sia stato dato atto al Comune dell’attività fatta per modificare, su punti rilevanti, la situazione ereditata.

Lascia davvero esterrefatti l’impegno di alcuni parlamentari del PD impegnati ad accendere ceri affinché si dichiari il Comune di Napoli in dissesto.

Non solo perché non ci sono le ragioni perché ciò avvenga, salvo che non si voglia mettere in conto uno scontro sociale di dimensioni epocali, ma perché i debiti che noi dobbiamo pagare sono stati prodotti esattamente da chi ha governato ininterrottamente il Comune per vent’anni. E, nonostante attente ricerche, addirittura alcuni emergono solo ora.

Infine, determina in noi imbarazzo pensare che l’unica forza che si pone il tema degli Enti è difficoltà sia l’opposizione parlamentare, considerato che le crisi dei Comuni riguardano prevalentemente il mezzogiorno visto che il 20% circa della popolazione del mezzogiorno vive in Enti che hanno aderito al piano di rientro.

Sarebbe utile che invece di gufare chi rappresenta una forza di governo svolgesse il proprio ruolo per avere norme positive nella legislazione nazionale.
Che è esattamente ciò che, invece, emerge nel rapporto che stiamo costruendo su questo versante con il Governo.

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