Una delle prime conseguenze della globalizzazione consiste nella prevalenza della dimensione economica quale risultato visibile del capitalismo che stiamo vivendo. Il mercato sembra essere sempre meno disposto a tollerare limiti di natura spaziale, in virtù di una sua aspirazione alla dimensione globale ed una vocazione a realizzarla anche avvalendosi delle tecniche informatiche. Lo spazio virtuale non è sicuramente adatto alla politica che vive il bisogno di incarnazioni territoriali, dell’identificazione in enti sovrani. Globalizzazione, per il giurista, assume la valenza rottura del monopolio e della determinazione statuale del diritto. Il diritto nell’epoca della globalizzazione è contraddistinto da una pratica oralità e non si adatta bene alla rigidità della legge. La regola giuridica diviene flessibile, si adegua alle situazioni; è la prassi che influenza il diritto per i suoi bisogni che sono in stretta correlazione all’evolversi del mercato globale, in continua evoluzione e pertanto estremamente mutevoli. Qui il Codice che diventa specchio di una fissità indefinita, che si caratterizza addirittura come perpetua, diventa un ostacolo da superare ad ogni costo. Il protagonista del mercato è l’homo oeconomicus percepibile e classificabile nella semplice successione di produttore, distributore e consumatore; un soggetto per il quale la norma giuridica è ovviamente differente dalla legge statuale; è una metodologia, un principio, che ha i suoi pregi nella duttilità e nel rifiuto di ogni cristallizzazione. La globalizzazione è connessa al grosso rischio, evidenziato dalla CEI, di violare identità culturali diverse, ignorare la dimensione etica di soggetti e rapporti, con il risultato di un paesaggio socio-economico-giuridico piatto. È da mettere in evidenza, inoltre, “La solitudine del cittadino globale”, un cittadino solo, più solo, perché lasciato in balia delle impersonali spinte economiche globalizzanti e sottratto alle proprie matrici identificanti di natura religiosa, etica, culturale. Possiamo quindi prefigurare un contesto che il giurista è chiamato a frequentare; lui, erede di un’antica sapienza che voleva tutto il diritto come riflesso di un hominum causa, potrà e dovrà essere il difensore più agguerrito della persona umana di fronte alle insidie della globalizzazione economica.