L’Arnica è una pianta perenne di montagna chiamata anche “tabacco di montagna”.
Ai nostri giorni si sa tutto del contenuto chimico di questa splendida regina dei monti. Contiene infatti elenalina, flavonoidi e alcoli. I fiori dell’Arnica possiedono le medesime virtù curative di timo, salvia e rosmarino. È una pianta erbacea, con fusto semplice o, talvolta, appena ramificato, alta fino a 60 cm.
Tutta la pianta è coperta di peli e ghiandole. Le foglie basali, riunite in rosetta sono sessili. I fiori sono riuniti in un capolino di colore giallo aranciato. Il capolino, solitario in alto, è completato, sotto, da due più piccoli. I frutti sono acheni sormontati da un pappo formato da numerosi peli biancastri che facilitano la dispersione dei semi. Modalità analoga a quella del tarassaco più noto come dente di leone.
Predilige terreni acidi, frequente in prati e pascoli della zona montana alpina e dell’appennino settentrionale. In erboristeria è nota per risolvere ecchimosi, edemi, conseguenti a contusioni e slogature. In passato le fogli essiccate erano utilizzate come tabacco da naso. Per il forte odore è rifiutata dal bestiame.
Glossario
Rosetta: insieme di foglie che hanno origine dallo stesso punto del fusto e lo circondano come una corona.
Sessile: foglia sprovvista di picciolo.
Achenio: frutto a guscio coriaceo o legnoso con parete poco aderente all’unico seme contenuto.
Autore Antonio Ceglie
Antonio Ceglie, curioso appassionato di erbe e piante spontanee, quelle che la gente di solito e sbrigativamente, chiama "erbacce". Curatore per ExPartibus di una rubrica, non specialistica, relativa a questi "compagni di vita", le piante appunto, con cui conviviamo da migliaia di anni, senza, per questo, conoscerle veramente. Anche se non mi illudo di essere un divulgatore brillante, cercherò piuttosto, me lo auguro, di solleticare la curiosità del potenziale lettore interessato, offrendogli qualche spunto di carattere storico, culinario, o sanitario relativo alle piante stesse.