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Arma Infero di Fabio Carta

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Riceviamo e pubblichiamo.

Arma Infero è un romanzo di fantascienza molto avvincente che cattura il lettore già dall’antefatto e lo catapulta in un pianeta sconvolto dagli eventi di una terribile guerra fra fazioni dotate di armamenti e mezzi iper tecnologici. La storia coinvolgente, ricca di intrighi e di colpi di scena, di momenti stupendi e dolorosi, lascia un segno profondo nel lettore che non può non esimersi dall’immedesimarsi nei protagonisti di questa storia. L’autore mediante una sintassi molto curata ed una terminologia arcaica e tecnica arricchisce l’opera dandole un connotato epico. Il libro è stato sviluppato e pubblicato da Inspired Digital Publishing nella versione e-Book e Mobi entrambe in lingua italiana.

Sinossi
“E ora, fratelli, lasciate che vi narri di quei tempi, in cui le nuvole correvano rapide sopra gli aspri calanchi e di quando Lakon combatté per noi”. Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall’uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra questi v’è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia “mastro di forgia”, e infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l’ascesa di Lakon è il prodromo proprio di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l’inevitabile distruzione che su tutto incombe.

Biografia
FabFabioCartaio Carta nasce a Roma nel 1975 dove si laurea in Scienze Politiche con indirizzo storico, sviluppando uno spiccato interesse per le convulse vicende che dall’evo moderno alla contemporaneità hanno visto le evoluzioni, gli incontri e gli scontri tra i popoli e le culture.
A questi interessi particolari unisce l’inevitabile passione per la cultura fantastica e avventurosa, prettamente cinematografica e televisiva, comune a quasi tutti i quarantenni della sua generazione che questa cultura l’hanno vista nascere, un fenomeno che solo i successi di Guerre Stellari e Star Trek possono esemplarmente rappresentare (non dimenticando, ovviamente, l’importanza non soltanto sentimentale dei numerosissimi cartoni animati giapponesi dell’infanzia, ossia i primi, leggendari anime “ante litteram”).
Per anni impiega il suo tempo libero alla ricerca d’una sintesi tra queste sue predilezioni, un modo creativo, tra disegno e narrativa, per superare il dualismo apparentemente inconciliabile dei suoi interessi. Da un lato tenta quindi di nobilitare gli ambiti cinematografici, televisivi e fumettistici, nonché videoludici – in perfetto stile “nerd” – con uno stile più ricercato e meno banale, mentre dall’altro vuole dotare d’una riscrittura più dinamica e accattivante le nozioni e le cronache “accademiche”, affascinanti e immortali, tratte ovviamente dai suoi studi storico-politici e dalle seriose ed ostiche letture a cui volontariamente – di tanto in tanto – si sottopone, tra cui molte delle opere medievali del ciclo bretone e arturiano. Per questo,come molti, non può esimersi dal subire il fascino del fantasy, in particolare della pervasiva poesia ambientale de Il signore degli anelli, che meglio di tutti nella letteratura contemporanea ha saputo coniugare la solennità letteraria col gioco della fantasia.
Ma è nella narrativa di fantascienza pura, soprattutto nella space opera, che cerca la sua maggiore ispirazione; e la trova nell’epica mistica di Dune, nella nettezza marziale di Fanteria dello Spazio come nell’intimo, sofferente pacifismo nella Guerra Eterna di Haldeman. E ancora, la sua immaginazione vaga in preda alle vertigini nella vastità narrativa del ciclo di Hyperion, perdendosi nell’immane intreccio “psicostorico” delle varie Fondazioni di Asimov, per finire perduta tra le allucinazioni cibernetiche di Neuromante. Nasce in lui l’idea di poter dar vita ad una sorta di “peplum” narrativo postmoderno, un sincretismo distopico tra fantasy e fantascienza che sia qualcosa di più d’una semplice trasposizioni di poteri magici in tecnologie arcane. Vi sono dame e cavalieri, intrighi di corte e amori a profusione e tradimenti degni di Lancillotto come del Trono di Spade; ma soprattutto storie di guerra, di coraggio e amicizia. Animato da questo intento, inizia a scrivere, creando il mondo di Arma Infero; e in questo mondo ambienta il suo primo romanzo. Impiegato, marito e padre di due figli, che da sempre tollerano pazientemente i suoi momenti di evasione nel remoto spazio siderale, nei ritagli di tempo prosegue indefesso a gettare pianeti, mostri ed eroi dalla tastiera sullo schermo del suo pc, fantasticando sul giorno in cui potrà eleggere la sua passione a professione.