Alla fine il capogruppo alla Camera di Sel, Gennaro Migliore, si è dimesso. Nichi Vendola rimane sempre più solo ed a questo punto è stato costretto a convocare la segreteria per giovedì.
Nonostante gli sforzi del leader, Sel si avvia verso una profonda spaccatura. I dibattiti erano iniziati già tempo fa, alla notizia del non raggiungimento dello sbarramento del 4%, previsto dalla legge elettorale. A quel punto il partito ha iniziato ad interrogarsi sulla propria sorte ed una strada papabile era ed è l’ingresso nel PD di Matteo Renzi. Ma questa prospettiva ha fatto nascere forti malumori, che sono esplosi con il voto sul decreto Iperf e sugli 80 euro in busta paga. L’ ultima assemblea aveva stabilito che Sel si sarebbe collocata all’opposizione, invece il gruppo parlamentare, a maggioranza, ha votato il decreto, appoggiando di fatto il governo e venendo meno alla linea stabilita in assemblea.
In quelle riunione Migliori aveva avanzato le sue dimissioni, se il coordinatore di Sel, Nicola Frantoianni, avesse continuato a sostenere la strada dell’astensione. Nonostante il voto al decreto però sia stato favorevole, le dimissioni sono comunque andate in porto. Si pensa che un ruolo cruciale sia stato svolto dall’atteggiamento non solo di Frantoianni, il quale sosteneva la linea di rimanere all’opposizione, ma anche da quello di Vendola che pubblicamente ha difeso il voto a favore del decreto, ma privatamente avrebbe spinto i deputati a seguire la linea del partito, ovvero opposizione al PD ed astensionismo. Certo non hanno brillato di coerenza!
La scissione diventa sempre più concreta e riguarda la parte di Sel più governista, pronta ad appoggiare il governo ed entrare nel PD, come hanno già fatto Michele Ragosta e Ferdinando Aiello. Il leader di Sel ha dichiarato: ” Non credo che Renzi stia facendo dello scouting su Sel. E comunque, non gli conviene”.
Monica De Lucia
Autore Monica De Lucia
Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.
