Il suggestivo sito archeologico sul lungomare Falcomatà di Reggio Calabria
In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia 2023, il MiC, Ministero della Cultura preposto alla tutela della cultura e dello spettacolo e alla conservazione del patrimonio artistico, culturale e del paesaggio, promuove importanti eventi come l’apertura al pubblico di molti siti archeologici.
Anche la Calabria, con l’immenso patrimonio storico e culturale che custodisce, aderisce a queste giornate all’insegna della cultura, presentando una serie di eventi a tema, come la simulazione di scavi archeologici e laboratori didattici proposti dal MarC e la giornata di studi dedicata a Paolo Orsi, il più importante archeologo e studioso della Magna Grecia, promossa dal Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri.
Fra tutti i siti a cui solo in poche occasioni si ha la possibilità di accedere, ne esiste uno che racchiude il fascino perduto della Roma imperiale al mistero di un prezioso reperto scomparso. Si tratta delle Terme Romane, un antico sito termale che costeggia il lungomare di Reggio Calabria!
Ritorno spesso ad ammirarlo e ogni volta cerco di guardare oltre le erbacce e tutto ciò che il vento trascina deponendolo lì ai piedi di un edificio che un tempo rispecchiava l’opulenza della Roma antica.
È difficile figurarsi la vita di allora, per noi moderni abituati al confort e all’essenzialità, ricostruire anche solo con la mente un’epoca priva di elettricità ma anche di acqua corrente.
È per questo le terme erano così importanti: rappresentavano il luogo in cui bisognava recarsi ogni giorno per potersi lavare!
Tutti i romani vi affluivano e questo rendeva unici quei luoghi di ritrovo dove i nostri antenati non si limitavano alla cura del corpo ma si dedicavano anche ad altre attività come il gioco dei dadi o creavano occasioni informali per poter discutere di varie faccende.
È arduo immaginare le antiche terme in tutto il loro splendore policromatico, fatto di mosaici, affreschi, marmi, colonnati, statue…
Oggi questo luogo è una testimonianza tangibile di un glorioso passato, che cela l’energia quasi mistica di un tempo che non esiste più. Eppure, quella forza si respira ancora, si insinua silenziosa e ti conquista, come accadde ad un bambino, che recandosi spesso nell’area si ispirò ad un mosaico per creare l’immagine che distinguerà il logo della sua maison: la mitica Medusa!
Queste terme, infatti, sono quelle che Gianni Versace visitava frequentemente, le medesime che un tempo custodivano mosaici, marmi, statue e chissà quante splendide pitture e oggetti, da tempo depredati, da coloro che definisco Mercenari della storia.
Tempo dopo, le terme sono state spogliate anche del prezioso reperto che oggi conosciamo grazie a Gianni, che ha reso nota appunto, la figura della gorgone, tramutandola da creatura mitologica a icona della moda!
In occasione di queste giornate è lecito chiedersi: “Perché tutto questo?”
Promuovere il patrimonio archeologico non significa limitarsi a visitarlo, ma consolidare o, in molti casi, acquisire, la consapevolezza che questa ricchezza va tutelata e non venduta o deturpata!
È lì che risiedono la nostra storia e le nostre origini e trafugarla e rivenderla non vuol dire solo tradire la propria città, ma cancellare la storia di un popolo!
Autore Daniela La Cava
Daniela La Cava, scrittrice, costumista, storica del Costume. Autrice di volumi sulla storia del costume dal titolo "Il viaggio della moda nel tempo". Collabora con terronitv raccontando storie e leggende della sua terra, che ha raccolto nel volume "Calabria: Echi e Storie di una Terra tra due Mari".