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Arabia Saudita: apre ai visitatori l’oasi di Al Ula

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I suoi settemila anni di storia vengono svelati al pubblico alla mostra Roads of Arabia a Roma

L’oasi di Al Ula, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, che conserva i tesori archeologici di settemila anni di storia – dalle statue monumentali dei regni di Dadan e Lihyan, alle spettacolari tombe nabatee, fino alle vestigia dell’impero romano, omayyade e del califfato abbaside – è presentata per la prima volta in Italia, a Roma, alle Terme di Diocleziano, dove è in corso la mostra Roads of Arabia.

L’oasi, custodita segretamente per secoli dalle tribù locali, guardiane della leggendaria via dell’incenso, è oggi una delle più interessanti e ancora poco conosciute mete di viaggio nel regno saudita che sta, sempre più, aprendo le sue porte al turismo internazionale.

A presentare Al Ula questa sono stati Melanie de Souza, Direttore esecutivo della Royal commission for Al Ula, e il professor Romolo Loreto, docente di Archeologia e di storia dell’arte del Vicino oriente dell’Università L’Orientale di Napoli e Direttore dell’unica missione archeologica italiana che scava nella regione del Jawf, nel sito di Dumat al Jandal. La manifestazione ha il patrocinio del principe Faisal bin Sattam bin Abudlaziz Al Saud, Ambasciatore dell’Arabia Saudita in Italia.

Faisal bin Sattam bin Abudlaziz Al Saud

Visitare l’oasi è come attraversare in un solo luogo – unico nel suo genere e già riconosciuto patrimonio UNESCO – le vestigia di civiltà che, dal Neolitico, arrivano fino all’epoca Ottomana. Al Ula è definita anche la Petra d’Arabia perché nel primo secolo a. C. i Nabatei – lo stesso popolo semitico che ebbe nella Petra di Giordania il suo centro più importante – fecero scavare nella roccia più di novanta maestose tombe. Ma in questa oasi – che si estende su oltre 22 mila chilometri quadrati – ci sono vestigia archeologiche che coprono settemila anni della vita delle popolazioni di questa parte d’Arabia.

Nel 2017 è stata creata la Commissione reale per la protezione e lo sviluppo del sito e sono stati stanziati 20 miliardi di dollari, fino al 2035, per lanciare il turismo nella regione con l’obiettivo di richiamare due milioni di visitatori, dai 40 mila attuali.

Autore Redazione Arabia Felix

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