La mostra sarà visitabile fino al 13 settembre
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Museo e Bosco di Capodimonte.
Apre giovedì 10 giugno 2021 al Museo e Real Bosco di Capodimonte la mostra ‘Raffaello a Capodimonte: l’officina dell’artista’ a cura di Angela Cerasuolo, capo del Dipartimento di Restauro del Museo e Real Bosco di Capodimonte e Andrea Zezza, docente di Storia dell’Arte Moderna presso il dipartimento di Lettere e Beni Culturali all’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ e membro del Comitato scientifico del museo.
Un’esposizione che celebra i 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520), artista del Rinascimento che ha raggiunto vertici di espressività e di raffinatezza assoluti, attraverso i risultati delle indagini diagnostiche condotte nel Museo sui dipinti delle sue collezioni a partire dal 2018.
Presenti alla conferenza stampa i curatori della mostra, il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger, Marco Cardinali, coordinamento indagini diagnostiche, Costanza Miliani, Direttore ISPC del CNR, e il pro rettore vicario dell’Università degli Studi della Campania Italo Francesco Angelillo.
Afferma il Direttore Sylvain Bellenger:
La grazia di Raffaello rappresenta un momento unico nella storia della sensibilità umana e abbiamo capito grazie alla diagnostica che c’era un grande lavoro, in ogni dettaglio c’è un mondo ed è stata la tecnologia a farcelo capire.
Una mostra dovuta non solo per l’importanza nel mondo di Raffaello ma anche per l’importanza di Raffaello qui a Capodimonte, per valorizzare la sua collezione.
Spiega Angela Cerasuolo:
Ringrazio il Direttore Bellenger per averci dato la possibilità di lavorare a questa mostra che ci ha consentito di mettere insieme gli studi che stiamo portando avanti da molti anni e che ci ha dato la possibilità di lavorare con diverse istituzioni.
La cosa meravigliosa è che i risultati si sono rivelati in totale armonia per il maestro dell’armonia che è Raffaello e la ricchezza di queste opere con tutto quello che ci dicono è finalmente davanti ai nostri occhi in tutta la sua evidenza.
Si unisce ai ringraziamenti alla Direzione di Capodimonte e al suo staff, l’altro curatore della mostra Andrea Zezza che sottolinea anche l’importante apporto degli studenti e afferma:
La collezione di Capodimonte è davvero una delle collezioni più belle del mondo, lo diceva Winckelmann nel Settecento ma col tempo sembra quasi che si sia dimenticato.
Siamo riusciti oggi a valorizzare nuovamente la collezione di Raffaello a Capodimonte e pochi musei al mondo ci avrebbero consentito di allestire con la propria collezione una mostra come questa con opere di Pinturicchio, Perugino, Andrea del Sarto, Giulio Romano, il Ritratto di fra Luca Pacioli e le opere dell’ultima sala con le meravigliose derivazioni.
Le indagini diagnostiche, base scientifica della mostra, sono illustrate con video esplicativi su monitor presenti in sala che affiancano il patrimonio raffaellesco del Museo, più ricco e variato di quanto si è soliti pensare, che conta alcuni dipinti di Raffaello e del suo ambito che possono ben esemplificare i diversi momenti della carriera dell’artista e i vari aspetti della produzione del maestro, che l’indagine diagnostica ci aiuta a comprendere nel loro svolgimento.
Strumenti innovativi permettono un approccio originale alle opere d’arte viste nel loro farsi, consentendo di scrutare il lavoro della bottega dell’artista e dei sui seguaci.
L’uso contestuale di diverse tecniche di indagine come La radiografia a raggi X (XRR), La riflettografia a infrarossi (IRR), La fluorescenza a raggi X (XRF) e L’imaging MA-XRF, ha fornito, in modo non distruttivo, informazioni precise sulla struttura interna di un dipinto e i materiali utilizzati dall’artista rivelando lo studio che c’è dietro la creazione del più prestigioso dei capolavori così come la grande varietà di mezzi espressivi nel genere della pala d’altare, del ritratto, del cartone per affreschi, nel quadro da stanza, e ha messo in luce il complesso lavoro che sta dietro la creazione di originali, multipli, copie, derivazioni.
I risultati della ricerca, parte di un programma di collaborazione ampio che include il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania Vanvitelli e il LAMS, Laboratoire d’archéologue moléculaire et structurale, di Parigi e che ha visto recentemente la partecipazione scientifica dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, ISPC, del CNR e i Laboratori Nazionali del Sud, LNS, dell’INFN di Catania ed l’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche del CNR, SCITEC, di Perugia, saranno discussi anche nel corso del convegno internazionale Raffaello 1520 – 2020, rinviato di un anno a causa della pandemia, in programma da giovedì 1° luglio a sabato 4 luglio 2021 al Museo e Real Bosco di Capodimonte e all’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’.