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Antonio Tajani: il patrimonio culturale futuro dell’Europa

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Antonio Tajani


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L’intervento del Presidente del Parlamento Europeo nel corso della conferenza di Alto livello Patrimonio culturale in Europa: unire passato e futuro

Dopo aver raccontato ai nostri lettori l’emozione di assistere alla conferenza di Alto livello Patrimonio culturale in Europa: unire passato e futuro nell’ambito dell’Anno del Patrimonio Culturale europeo 2018, che si è tenuta martedì 26 giugno, ore 14:00, nella Plenary chamber dell’Emiciclo del Parlamento Europeo di Bruxelles, ora ci soffermiamo sull’intervento del Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani.

L’evento, ricordiamo, organizzato su iniziativa dello stesso Tajani in stretta collaborazione con la Commissione per la Cultura e l’istruzione del PE, ha avuto come obiettivo il coinvolgimento maggiore dei cittadini sull’importanza sociale ed economica della cultura e del patrimonio culturale europeo.

Alla presenza di politici, artisti, fondazioni e rappresentanti di musei e altre istituzioni culturali si è parlato delle modalità per sfruttare il potenziale del patrimonio culturale come volano per l’economia e per l’innovazione.

Il Presidente inizia il suo discorso salutando brevemente in inglese, francese e spagnolo per proseguire, poi, in italiano. Ringrazia i presenti, l’European Union Youth Orchestra, che ha saputo toccare le corde del suo cuore eseguendo meravigliosamente le note di Howarth, Verdi e Beethoven, e si dice impaziente di ascoltare soprattutto i 40 bambini da 6 a 12 anni di Europa inCanto, che alla fine del I panel saranno impegnati in alcune arie dell’Aida.

Rimarca come il Parlamento, casa dei cittadini, sia l’anima del nostro essere europei e si dice orgoglioso di avere come ospiti prestigiosi testimoni del genio europeo quali Jean-Michel Jarre, compositore, musicista e produttore, Daniel Barenboim, pianista e direttore, Ezio Bosso, direttore e compositore, Thierry Marx, chef, Mathilde de L’Ecotais, fotografa e designer, Radu Mihaileanu, regista e presidente onorario della giuria del premio “Lux”, istituito dal Parlamento Europeo nel 2007.

In circa 10 minuti Tajani sottolinea la necessità di riscoprire l’importanza del nostro patrimonio culturale, della nostra identità.

Gli oltre tremila anni di storia in cui affondano le nostre radici hanno forgiato la nostra identità comune. Se siamo riusciti a costruire insieme un’Unione basata sulla condivisione di valori, con al centro la libertà e la dignità della persona, lo dobbiamo prima di tutto a questa storia.

Questa identità è nata tra le isole e sulle rive del Mediterraneo, lungo i fiumi, in un viaggio continuo di scambi e mescolanza di merci e di idee. Un viaggio proseguito lungo le grandi vie consolari, negli anfiteatri, con le opere filosofiche e quella di satira, il teatro comico e la tragedia.

È continuato nelle abbazie medioevali che hanno trasmesso il nostro sapere antico. Nelle prime università, con il pellegrinare di studenti da tutta Europa. Nei liberi comuni, nei porti franchi, sempre aperti all’avventura di nuovi sbocchi commerciali e nuove terre da esplorare.

Fino al Rinascimento, all’Illuminismo, al Romanticismo, al pensiero moderno, in una continua contaminazione tra geni da ogni parte d’Europa: da Dante a Shakespeare, da Caravaggio a Rembrandt, da Molière a Goethe, da Bach a Mozart, da Voltaire a Manzoni, da Van Gogh a Picasso, da Camus a Pirandello.

Grazie a questo viaggio straordinario metà del patrimonio mondiale dell’UNESCO si trova in Europa.
Noi europei sappiamo chi siamo e non dobbiamo avere paura di essere aperti al confronto con altre culture.

Grazie a questa storia, l’Europa è all’avanguardia nelle industrie culturali e creative, dove bellezza, design, stile si fondono con tecnologia e saper fare industriale, nella continua ricerca dell’eccellenza.

Questi settori sono tra i più dinamici, aprono opportunità di crescita e creano nuovi lavori qualificati per i giovani. Si stima, per ogni posto di lavoro diretto, il settore culturale ne generi 27 indiretti, molti di più dell’industria dell’auto, per fare un esempio. 7.8 milioni di persone nell’Unione europea lavorano nell’industria culturale e creativa.

Il dibattito di oggi sarà dedicato anche alle sfide per tutelare e promuovere i processi creativi nell’era digitale. Senza un’azione decisa per preservare la nostra creatività a soffrirne sarà tutta l’economia del continente.

Dobbiamo sostenere i nostri ragazzi che sognano di diventare scrittori, registi, musicisti, disegnatori, cuochi, in un mondo dominato da giganti della tecnologia. Va garantita un’ampia offerta culturale, evitando l’omologazione.
Il Parlamento europeo è in prima linea in queste sfide.

Vorrei ringraziare i miei colleghi per l’ottimo lavoro svolto sulla modifica della direttiva sui servizi dei media audio-visivi, che prevede l’inclusione di quote di contenuti europei sulle piattaforme di video-on-demand. Anche iniziative quali il premio “Lux” contribuiscono alla diversità culturale nel cinema.

La creatività necessita d’investimenti e dedizione e si spegne senza una giusta remunerazione. Non possiamo più tollerare che la creatività europea sia sfruttata per arricchire i giganti del web.
Troppo spesso le piattaforme diffondono in rete musica, film o testi giornalisti e letterari senza compensi; oppure consentono contraffazioni di proprietà intellettuale su moda o design.
L’Unione deve garantire il buon funzionamento del mercato digitale assicurando un’effettiva protezione dei diritti d’autore.

Dovunque andiamo nel mondo, Europa è sinonimo di stile, saper fare e bellezza. È la nostra forza, una leadership indiscussa a livello globale. Questo patrimonio non può essere delocalizzato. È il vero volano per un nuovo Rinascimento politico ed economico.

Nei prossimi 10 anni il numero dei viaggiatori internazionali raddoppierà, arrivando a 2 miliardi.
In buona parte sarà composto da una nuova classe emergente, soprattutto dall’Asia, con potere di spesa. Questi nuovi viaggiatori cercano la bellezza, lo stile, il design, la moda, il cibo di noi europei. Possono essere una fonte inesauribile di nova domanda di beni e servizi, di export. Con ricadute su tutti i settori chiave dalla nostra economia: trasporti, costruzioni, commercio, cantieristica, moda o agroalimentare.

Il patrimonio culturale è un elemento chiave per l’economia e l’attrattività delle regioni e delle città europee. L’innovazione è la via per incentivare questo potenziale. Pensiamo ai musei digitalizzati o a viaggi nel tempo con realtà aumentata nei nostri siti archeologici, al turismo industriale o ai viaggi alla scoperta della cultura enogastronomica locale.

Al termine della sessione di apertura, un reportage prodotto da ARTE ci mostrerà esempi di come la rivoluzione digitale contribuisce a rivitalizzare la nostra eredità.
L’ambizioso progetto ‘Macchina del tempo di Venezia’ mira a digitalizzare 10 secoli di archivi della città di Venezia. Il suo obiettivo è far tornare in vita la Venezia del passato, rendendola accessibile in 4 dimensioni.

Signore e signori, il patrimonio culturale rappresenta non solo le nostre radici ma soprattutto il nostro futuro.

Un sentimento comune europeo non si crea soltanto attraverso economia e sicurezza.
L’anno del Patrimonio Culturale europeo è un’occasione che non possiamo perdere per riscoprire la straordinaria diversità culturale su cui si fonda la nostra avventura europea. Solo prendendo consapevolezza e rimettendo al centro la dimensione culturale possiamo evitare la fine del sogno europeo.

Tajani cede la parola al lussemburghese Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea che evidenzia come patrimonio culturale europeo significhi anche solidarietà che si costruisce ogni giorno, che appare, però, troppo spesso lacerata. Insiste particolarmente sul motto dell’UE, Unita nella diversità, sull’integrazione, unione quotidiana di forze e talenti.

Menziona, poi, il grande successo del programma Erasmus+ e l’esigenza di implementare lo stanziamento dei fondi in bilancio passando da 14,7 a 30 miliardi di euro, perché sono proprio i giovani a contribuire al processo di costruzione europea. Cultura e digitale, conclude, devono andare di pari passo, in modo armonioso, e, per farlo, è appunto in discussione l’ammodernamento del copyright. Solo promuovendo e rispettando la cultura, rispettiamo noi stessi.

Per approfondimenti si rimanda al video integrale della conferenza in streaming.

Una volta lasciata l’aula, il Presidente Tajani sarà a disposizione della stampa per una breve conferenza.

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.