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Antologica ‘Opere dal 1963 al 2022’: intervista a Vincenzo Cacace

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Vincenzo Cacace
Vincenzo Cacace


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Riflessioni e pensieri lungo 60 anni di percorso artistico e personale

È in corso dal 26 giugno, presso la Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea ‘Antonio Sapone’, a Palazzo San Giacomo, a Gaeta (LT), l’antologica di Vincenzo Cacace, ‘Opere dal 1963 al 2022’, che racchiude alcuni dei suoi lavori più significativi realizzati in 60 anni di attività.

A ridosso del finissage, previsto per il 18 settembre, torniamo ad intervistare il Maestro, a cui ci lega un rapporto di affettuosa amicizia e sincera stima.

Nel corso della sua lunga carriera ha esposto un po’ ovunque nel mondo, insieme a Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ugo Attardi, ricevendo giudizi positivi ed apprezzamenti anche dal Maestro Aligi Sassu, e vincendo prestigiosi premi nazionali ed internazionali.

Vincenzo Cacace, Opere dal 1963 al 2022
Vincenzo Cacace, Catalogo, Opere dal 1963 al 2022

Una mostra importantissima questa, a corollario di una vita dedita tutta all’Arte pittorica in cui, con un codice sensuale ed incisivo, dà una lettura personalissima del creato, usando un linguaggio accattivante, a tratti ironico e pungente, che si apre ad universi di significati possibili.

Si alternano, infatti, raffinate suggestioni ad elementi del quotidiano, rappresentazioni di uomini ed eroi a personaggi femminili spinti fino all’androgino, figure impalpabili, sfumate, nostalgiche ed ultraterrene ad immagini nitide dalla potenza espressiva incalcolabile, e in cui l’emozione, il sentimento e l’empatia, in una perfetta fusione di simboli e concretezza del reale, rapiscono cuore e mente in una sorta di estasi mistica, che si avventura verso la metempsicosi, per quei pochi che sono in grado di coglierne i significati più reconditi.

Chi ha avuto il privilegio di apprezzare le sue opere sa bene di cosa sto parlando ed ecco perché decidiamo di ‘stuzzicarlo’ per cercare di entrare anche solo un po’ nel suo mondo…

Vincenzo Cacace, Angelo, tecnica mista, cm.50x70
Vincenzo Cacace, Angelo, tecnica mista, cm.50×7

Enzo, il successo dell’inaugurazione è andato oltre le aspettative, complici anche la celebrità della galleria nella cittadina laziale, d’estate pienissima di turisti, e della stampa presente, che ha amplificato la portata dell’evento. Ci avviamo, ormai, verso la conclusione della mostra, mi fai un bilancio?

Un bilancio del tutto positivo devo dire. Credo si possa affermare che la rassegna antologica delle mie opere, prodotte in sessant’anni di lavoro intenso, fra le quali sono inclusi anche i ritratti delle persone care e momenti di vita, perché vissuti chiedendo al mondo un cambiamento valoriale, insieme alla mia generazione… mi riferisco naturalmente anche ai coinvolgimenti sul piano culturale dell’avanguardia artistica che mi ha visto attivo tra gli anni 60 e 70 e a seguire, poi, quei dubbiosi ritorni al senso più intimo dell’essere, il tutto visto in una dimensione parallela e senza tempo a fare da piano speculare… introspettivo ed infine al rifiuto… al rigetto degli stereotipi ‘propinati’ dal mondo contemporaneo e, dunque, alla ‘riscoperta’ di Archetipi, a partire dagli anni 80, arrivando fino al momento attuale, quell’oggi che si vive ancora più tormentati dall’incremento degli interrogativi e dubbi anche ‘ereditati’… mai sopiti ed onnipresenti; quindi il mio personale rovello d’uomo e d’artista col desiderio andare verso… ma… indirizzato a collocarsi anche in maniera minima nell’universale… credo che tutto ciò abbia avuto finalmente attenzione e comprensione in un allestimento ben strutturato da parte dei sensibili curatori della Pinacoteca di Arte Contemporanea ‘Antonio Sapone’ e il Comune di Gaeta, Antonio Lieto e Vincenzo Lieto, ambedue figli d’arte, i loro collaboratori, Mauro Meschino per la fotografia, l’Associazione Culturale Novecento e Pasquale D’Arco Editore, che ha pubblicato il catalogo, ed i critici Giorgio Agnisola e Marcello Carlino.

Ringrazio tutti calorosamente per la cura davvero attenta che mi è stata dedicata, per cui ad essa è appunto correlato l’ottimo risultato raggiunto, al quale si somma l’afflusso notevole dei visitatori nelle 14 sale espositive, allestite a regola d’arte per contenere, periodo per periodo, anche se in sintesi, tutta la mia evoluzione.

Ormai siamo al finissage, che si terrà nella conferenza del 18 settembre in loco. Un dibattito aperto alla presenza di critici, di artisti e visitatori…

Vincenzo Cacace, Opere dal 1963 al 2022
Vincenzo Cacace, Opere dal 1963 al 2022

Opere dal 1963 al 2022. Un tempo lunghissimo. Come e in base a che cosa hai scelto le tele da esporre? Qual è il filo narrativo che le unisce? Un racconto che si basa sul cromatismo vivificante, sull’espressività del simbolo misterico, sull’armoniosa molteplicità interpretativa, sulla complessità dell’onirismo, sul coraggio contemplativo del Logos, sui valori sempiterni, sullo studio alchemico del Sé, sulla magia vivificante della Natura, sull’autenticità dell’emozione? Su tutto questo o su niente di questo?

Tutto questo naturalmente si può vedere e ‘leggere’, collocato in un arco di tempo nel quale non sono esclusi i coinvolgimenti reali nei momenti storici, culturali, politici e sociali, avvenuti nel mondo, nella società e nella mia personale maturazione umana ed intellettuale. Questo nel finire di un millennio ed entrando poi in un altro.

Hai letto bene il senso e gli aspetti di un discorso che spero sia arrivato anche a tutti coloro che hanno visto la mostra e spero ardentemente, l’abbiano apprezzata ed anche criticata, perché no… il mio lavoro è lì solo per esser visto ma, anche per ‘smuovere’ e ‘dibattere’ possibili future direzioni… e tutti son liberi nel loro pensiero, così come io stesso lo sono convintamente del mio.

Le mie opere, infatti, pur avendo in alcuni momenti dei lati contestativi verso una società spesso alienante, non mancano di quel moto liberatorio che intende proporre il suo messaggio come ancora di salvezza nel tutelare l’unicità di ogni essere umano.

In ognuno la porta dell’Interiore ‘implode’, lasciandoci avventurare con il beneficio del dubbio… nell’Inverso, oppure verso quei mondi paralleli… non contemplati nelle ‘mortali’ e delimitanti… geografie tecnocratiche.

Lo stesso Thomas Moore, il magnifico autore di ‘Utopia’, ne dichiarò a suo tempo l’assenza perniciosa in quelle mappe del mondo da non prendere mai spiritualmente e creativamente in considerazione.

Vincenzo Cacace, Opere dal 1963 al 2022
Vincenzo Cacace, Opere dal 1963 al 2022

Chiudi gli occhi e immagina di poter abbattere le barriere spazio – temporali. In una sorta di edonistico impulso, chi vorresti trovare ad interrogarsi di fronte ai tuoi quadri? A chi vorresti chiedere Lumi? Artisti celeberrimi che hanno lasciato questo mondo, critici internazionali, che ancora non hai avuto l’onore di conoscere, affetti veri che non ci sono più, oppure…?

Il pensiero di chi è passato su questa terra prima di me o di noi l’ho studiato e continuo a studiarlo e, continuamente, ne formulo a me stesso immaginandole le domande conseguenziali.

Non amo sottoporre il mio lavoro a chi cattedraticamente o ideologicamente vuol far indossare all’Arte e agli artisti una ‘maglietta’ diversa e divisoria, ma prediligo coloro che si sforzano di produrre analisi da consegnare alla storia dei nostri giorni attuali e futuri, piuttosto che alla cronaca plumbea e materialistica che svilisce la solarità risaltante da ogni impegno sincero e libero.

L’Arte è destinata a tutti anche nel suo Fare e… non solo ad esclusivo vantaggio di alcuni. Colui che attendo sempre, cercandolo sempre in tutti campi, è l’uomo assetato di Conoscenza e non chi seleziona le cose misurandole con il metro del limite.

Nel Passato ci sono le figure di quelli che avrei voluto conoscere, nel Presente ne cerco ancora altri tra la folla, per confrontare le affinità elettive e… nel Futuro… spero in ciò che resterà di me, incontrando ancora qualche ‘superstite’ libero da quelle sovrastrutture mentali che incessantemente non demordo dal denunciare come uno dei veri pericoli per l’umanità.

Vincenzo Cacace
Vincenzo Cacace

Il caso non esiste. Ogni accadimento, ogni incontro, ogni evento, seppur apparentemente inspiegabili, esprimono la potenza del loro significato ultimo solo quando il disegno arcano è pronto ad essere disvelato e l’uomo è capace di percepirne i risvolti. Sei in grado di andare mentalmente a ritroso fino alla creazione primigenia, alla metafisica di sospensione e ricostruire il momento in cui, a vele spiegate, sei salpato verso la tua rotta?

Mentalmente a ritroso ci vado, eccome! Anzi, nella Memoria risultano più vivide le immagini lontane, recondite, mentre quelle di oggi, appunto, non impedisco che sfumino… tanto lo fanno ugualmente, anzi, ne incentivo il processo per renderle più incorporee… così sono più sopportabili e poi fanno meno male… ciò si vede, si avverte nella mia pittura, ma non è un tentativo maldestro per ‘evadere’ la realtà… è piuttosto una sorta di cura… o ‘vaccino’ mentale… una specie di ‘green pass’, che, però, nessuno m’impone… se non me stesso.

Forse, dopotutto, analizzando tale risoluzione attraverso il ‘filtro’ della mia coscienza d’uomo e d’artista, ma anche con pensosa e malinconica ironia, mi domando se tutto questo sia… una filosofica forma non solo consolatoria, ma anche di auto-mitridatizzazione.

Se poi credessi davvero nel caso dovrei anche smettere di far pittura o comunque interessarmi d’arte… l’unico linguaggio in grado di unificare onde di forma, fenomeni e connessioni presenti nel piano universale. Anche le stesse religioni hanno chiesto l’ausilio delle arti figurative per spiegarsi alle alterità.

‘I pittori sono filosofi’ affermava Giordano Bruno. Ogni effetto è originato da una causa… in realtà lo dichiara anche la scienza più fredda e razionale… quindi, perché ciò che tutti chiamiamo ‘caso’ non dovrebbe avere all’origine la sua causa?

Nella tua domanda accenni ad un disegno ‘arcano’. Come potrei dipingere senza il desiderio di intravederlo cercando, scavando con la mente sotto la superfice dell’Immagine o della Visione, che dir si voglia?

Il disegno strutturale originario contiene il nostro esistere… è ciò che sostiene e motiva ritmi, eventi fenomenici, in esso è racchiuso l’aire che sospinge a interagire facendosi ‘mossiere’ e motore animico nel movimento stesso del mondo di cui siamo millesimali presenze… noi con il corpo, noi con l’anima, noi con lo spirito nella loro dimensione più grande, il Corpo, l’Anima, lo Spirito Universale delle ‘Cose’.

Beh… ora ti parlo da ermetista, anzi, da ermeneuta divenuto per forza di cose, ma, credimi non casuali… ermenauta. Ciò che soffia vento… energia nelle vele del mio itinere passa… attraverso il senso della Trascendenza Metafisica per approdare poi alla dimensione remota ma ancora non dispersa dell’Archeofisica… appunto l’Origine… la Causa; essa fa di me, come ogni essere, l’erede di un ‘motivo’ esistenziale, conseguente e, ripeto, niente affatto… casuale.

Vincenzo Cacace, Bagni pitagorici, olio su tavola, cm.40x50
Vincenzo Cacace, Bagni pitagorici, olio su tavola, cm.40×50

Uno stile originale, il tuo, che oscilla tra il sapiente uso dell’ossimoro, che accompagna i passi di ogni creatura terrena che punta all’altrove, l’ascesi verso la perfezione, che ricongiunge al divino, e l’aspetto iniziatico della pittura, per illuminare il cammino, quasi fosse una novella lanterna di Diogene. Eppure, da Maestro, sei consapevole che la costruzione del tuo tempio interiore non sarà mai completa: cosa scorgi nel tuo orizzonte? A cosa è consacrata la tua ricerca?

Stile… già… definendolo originale e credo sia anche realistico affermarlo, in quanto ad un certo punto del mio percorso artistico ed intellettuale penso ci sia stato istintivamente da parte mia un rifiuto ad insistere nella ricerca esclusivamente ‘stilistica’, inquadrata in senso accademico, invece di riconoscere una naturale ‘calligrafia’ tesa ad accompagnare la mia stessa ‘voce’ narrante nel farsi immagine oppure frase letteraria. 

Parlo, dunque, della mia determinazione ad esprimermi in un anti-stile… seguendo un percorso davvero sincero, sviluppando capacità adattabili ad ogni fenomeno diversificato e diversificante che la ricerca della Vera Conoscenza impone.

Gli strumenti? Quelli che la natura di ognuno fornisce e che via via fa ritrovare lungo il cammino. Certo, ci sono aspetti iniziatici nella mia pittura e nel mio pensiero in generale… essi vengono chiamati in causa dai liberi ‘moti’ del pensiero a nobilitare in senso aureo la manipolazione della materia cromatica della quale un pittore non può fare a meno per lasciare al mondo i segni dell’estasi che l’Arte stessa è capace di dare…

Ecco perché, ad un certo punto, il senso del corpo è chiamato prepotentemente non solo dalla Natura, ma anche dalla Psiche, alla ‘trasformazione’, a far da ponte e… quindi… diventa, inevitabilmente, scelta intellettuale per orientare l’importante trasmutazione dell’animistico tormento in una serena ed armonica realizzazione spirituale.

L’apertura dello strumento visivo rincorre i ‘panorami cosmici’ della mente e la ‘lanterna’ di una filosofica consolazione è necessaria a dare giusta luce al cammino, evitando al pellegrino della Conoscenza i rischi di un abbaglio accecante.

Non è mai completo il Tempio o l’Opera che costruiamo in noi, perché la sua eidesi intravista nel sogno appare splendente e per trasferirla nella realtà si è costretti a ridurla.

Questo si scorge all’orizzonte e… questo inseguo. Niente di eccezionale… dunque… cerco di dire in altre parole e con altre immagini ciò che rimane inespresso o irrealizzato del sogno di ogni essere umano.

Vincenzo Cacace, Delle fughe ermetiche, olio su tela, cm.50x40
Vincenzo Cacace, Delle fughe ermetiche, olio su tela, cm.50×40

L’esposizione, ricordiamo, è visitabile fino al 18 settembre, tutti i giorni, compresi i festivi, tranne il lunedì, dalle 16:30 alle 20:30.

Per info e prenotazioni:
339/2776173
pinacotecagaeta@gmail.com

La sera che eleggemmo il Papa Antonio I – Dedicato ad Antonio Sapone, olio su tela, cm.60x100
La sera che eleggemmo il Papa Antonio I – Dedicato ad Antonio Sapone, olio su tela, cm.60×100

Autore Lorenza Iuliano

Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.